Pensieri Luce - 2024 anno B
E' una breve riflessione settimanale sulla Parola di Dio.
Offre uno spunto per illuminare la nostra giornata festiva e la nostra settimana.
E' una breve riflessione settimanale sulla Parola di Dio.
Offre uno spunto per illuminare la nostra giornata festiva e la nostra settimana.
2024 Domenica 24 novembre
Cristo Re - anno B
Cristo è il centro della storia dell'umanità e quindi il centro della storia di ogni uomo. A Lui possiamo riferire le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di cui è intessuta la nostra vita. Quando Gesù è al centro anche i momenti più bui della nostra esistenza si illuminano e Lui ci dà speranza come avviene per il buon ladrone che si rivolge a Gesù e ottiene la salvezza. Abbiamo bisogno di invocare e affrettare il regno di Cristo: regno di giustizia, di amore, di pace… Davvero, oggi più che mai, il mondo ha bisogno di questo regno, ha bisogno di Cristo Salvatore. Come credenti siamo chiamati a essere i suoi collaboratori, i costruttori del suo regno, i portatori della sua verità, dei valori profondi del suo vangelo, del suo stile e delle sue scelte di vita.
Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37
2024 Domenica 17 novembre
XXXIII Domenica T. Ordinario - anno B
I grandi imperi del passato sono finiti e con essi sono tramontati tutti i progetti di grandezza da parte dell’uomo. Queste cose si sono dissolte anche se qualcosa in giro c’è ancora. Noi cristiani invece vogliamo pensare che si realizza nel tempo il progetto di Dio che trova in Cristo il punto di riferimento. È vero, nell’uomo permane ancora una volontà spesso ostile al cambiamento dei cuori e alla conversione. Eppure nell’imminente fine dell’anno liturgico la Parola di Dio ci avverte proprio in questo senso: il tempo passa e il piano di Dio si attua senza rimandi. Conta che noi non perdiamo i contatti. Non fermiamoci quindi alla paura ma guardiamo con serenità al compimento del disegno di Dio che ci garantisce la salvezza.
Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32
2024 Domenica 10 novembre
XXXII Domenica T. Ordinario - anno B
Non si tratta tanto di dare ma di condividere, di spezzare il pane con l’altro che si trova in difficoltà mentre cerca attenzioni e cuori aperti e disponibili. Non è facile dare: c’è il rischio di far prevalere una certa superiorità che umilia e offende oppure il pericolo di essere presi in giro e abbindolati da qualche “approfittatore”. La lezione evangelica della povera vedova che dà tutto quello che ha e che viene raccolta da Cristo ci insegna ad evitare l’ostentazione nel gesto del donare per impreziosirlo di carità discreta e nascosta agli uomini ma non a Dio creando così una vera realtà di amore sincero che arriva a dare tutto, ossia ciò che noi siamo. Su questo stile abbiamo l’esempio di uno dei nostri patroni, San Martino!
1Re 17,10-16; Sal 145; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44
2024 Domenica 03 novembre
XXXI Domenica T. Ordinario - anno B
Ciò che conta nella vita è amare e sentirsi amati. Ce lo sentiamo ripetere allo sfinimento, eppure constatiamo che siamo ancora lontani. La difficoltà è data forse dal fatto che non comprendiamo il senso vero della parola “amore”. In essa proiettiamo le nostre attese, i nostri desideri, il nostro io, riducendo l’altro ad oggetto di consumo o servizio. Perché tanta fatica a scoprirne il vero significato? Perché è più facile ferire, fare del male, avere risentimento, odiare, procurare guerre? Forse dovremmo disfarci di molte illusioni sull’amore e ricercare il disegno originario del Creatore che è quello del “servire”, rivelando così l’autentico dono gratuito che noi possiamo essere gli uni per gli altri.
Dt 6,2-6; Sal 17; Eb 7,23-28; Mc 12,28b-34
2024 Domenica 27 ottobre
XXX Domenica T. Ordinario - anno B
Siamo molto bravi a mettere in evidenza la cecità degli altri. Ma non siamo in grado di cogliere la nostra. Ci sembra di saper vedere bene e lontano. Così non ci rendiamo conto che cadiamo anche noi nei in difetti magari molto più grandi di quelli che crediamo di vedere negli altri. E questo succede perché continuiamo ad ammirare noi stessi, le nostre azioni, i nostri comportamenti che consideriamo i migliori, quelli più giusti e sui quali pretendiamo che gli altri modellino il proprio stile di vita. È una cecità morale e spirituale che solo Gesù può guarire, sempre però ad una condizione: che ammettiamo onestamente che abbiamo bisogno di Lui, che desideriamo convertirci, ossia cambiare, svoltare, fare una bella inversione.
Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52
2024 Domenica 20 ottobre
XXIX Domenica T. Ordinario - anno B
Due bei tipi Giovanni e Giacomo! Senza dubbio erano in gamba, forse tra i più in gamba del gruppo e sapevano di esserlo… Ma anche loro si sono lasciati prendere a dall’ambizione del primo posto. Ambivano a guadagnarsi un ufficio ai piani alti, anzi, all'ultimo piano, appena sotto quello di Gesù anche nel regno dei Cieli… tanto da suscitare scandalo da parte dei compagni... Chissà forse anche loro ci avevano fatto un pensierino... ma al contrario dei due fratelloni ad essi era mancato il coraggio di confessarlo. Per fortuna che in Paradiso i privilegi non esistono e per il Signore non dovrebbero valere neanche qui sulla terra! La risposta data ai Dodici è paradigmatica: la fede sovverte i criteri che regolano la società: “Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore e chi vuol essere il primo sarà schiavo di tutti!”.
Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45
2024 Domenica 13 ottobre
XXVIII Domenica T. Ordinario - anno B
Siamo immersi, quasi assediati, da innumerevoli cose che in realtà non ci servono più di tanto. Il piacere, il divertimento, il denaro e la ricerca di sicurezza che danno agiatezza sono diventati gli interessi fondamentali che caratterizzano la vita di un gran numero di persone. Eppure nonostante questo non c’è felicità. Ci rendiamo conto che tutto ciò non ci fa realmente vivere felici come vorremmo… anche se ci fa tanto comodo. Siamo di fronte all’“apparenza e all’immediato” che ci appagano ma solo per un po’ di tempo! È proprio questo che Gesù mette sotto accusa presentandoci la proposta del distacco. Non ci viene offerta una facilità del vivere ma la gioia e consapevolezza profonda del saper equilibrare il valore delle persone e delle cose.
Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30
2024 Domenica 06 ottobre
XXVII Domenica T. Ordinario - anno B
Vivere insieme non è sempre facile. Oggi pare più di ieri. Vi sono delle forze che ci portano gli uni verso gli altri ma anche delle resistenze che ci allontanano magari anche con violenza. Così sperimentiamo che gli stessi amori umani sono fragili se si limitano soltanto ad appoggiarsi a livello emozionale, istintivo… per necessità. È indispensabile una lunga maturazione un costante esercizio fondato sulle virtù e - per un credente - un aggancio quotidiano con la fede, con la preghiera, con un buon rapporto con Dio. L’“altro” non possiamo ridurlo a “cosa” per la soddisfazione personale. Ogni persona, gruppo, associazione, famiglia, coppia non reggono se non si fondano su elementi solidi, su intendimenti comuni, su progetti condivisi.
Gen 2,18-24; Sal 127; Eb 2,9-11; Mc 10,2-16
2024 Domenica 29 settembre
XXVI Domenica T. Ordinario - anno B
Con il Battesimo siamo discepoli di Cristo e membri della Chiesa cioè della sua comunità che è chiamata a dare visibilità al suo essere segno autentico della presenza di Dio in mezzo alle genti. Sulle nostre spalle poggia così la grande responsabilità di testimoniare Gesù Cristo e di annunciarlo con la vita. Questo non ci conferisce il diritto di atteggiarci a giudici condannando gli altri ritenendoci i soli “giusti”. Si tratta invece di riconoscere e valorizzare il bene compiuto dagli altri facendo leva sulle loro buone qualità. Il bene infatti viene da Dio e non può essere accaparrato da chiunque per ricercare un proprio consenso o trarne un esclusivo profitto.
Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
2024 Domenica 22 settembre
XXV Domenica T. Ordinario - anno B
Da sempre l’uomo ha tentato di prendere il posto di Dio. Questo pensiero ha condotto gli uomini al primo peccato sconvolgendo l’ordine del creato. Il desiderio di sostituirsi o fare a meno di Dio non è mai scomparso. C’è ancora! E la voglia di supremazia sul tutto e il desiderio di alterare lo svolgimento del vita permangono. Quando tentiamo di imporci agli altri o ci rinchiudiamo in noi stessi per diventare invulnerabili, quando facciamo di tutto per avere l’illusione di sicurezza assoluta su ogni evento o possibilità. Siamo sempre nella linea del peccato originale. Gesù ci propone altro. Ribalta il modo di pensare e valutare. Ciò che può risultare ultimo diventa primo: il piccolo diventa grande e il servo, un signore.
Sap 2,12.17-20; Sal 53; Gc 3,16 - 4,3; Mc 9,30-37
2024 Domenica 15 settembre
XXIV Domenica T. Ordinario - anno B
Come cristiani dichiariamo ufficialmente di credere in Cristo, Figlio di Dio, e siamo anche pronti a reagire contro quelli che rifiutano questo titolo. Eppure facciamo fatica a renderci conto fino in fondo del significato di questo articolo della nostra fede: “Credo in Gesù Cristo Figlio di Dio”. Per l’evangelista Marco l’espressione può essere attribuita senza ambiguità a Cristo soltanto quando Egli muore sulla croce. In quel momento infatti non è più possibile alcun fraintendimento sul significato del termine. La realtà del Figlio di Dio si manifesta in colui che si è fatto “servo” fino a donare la sua vita. È un passaggio che suona per noi come una stonatura perché dovremmo prendere esempio da Lui lasciando i nostri desideri e superando i nostri interessi per aprirci al suo esempio.
Is 50,5-9a; Sal 114; Gc 2,14-18; Mc 8,27-35
2024 Domenica 08 settembre
XXIII Domenica T. Ordinario - anno B
Spesso siamo muti e sordi per gioire soltanto delle nostre cose, dei nostri spazi. L’incomunicabilità è uno dei limiti odierni. Ci sono tanti mezzi e modi di comunicazione ma che non ci avvicinano, anzi ci portano ad estraniarci ancor di più. E la difficoltà non è solo tra generazioni ma anche tra persone conosciute. Per diffidenza, a volte magari doverosa, si crea un senso di disagio che raffredda i rapporti, irrigidisce i cuori e non permette il gioioso e sereno stare insieme. Lo sperimentiamo non solo fuori ma anche in famiglia. Siamo allora esortati a prestare maggior attenzione alle persone proprio come fa Gesù che incontra l’uomo nella sua debolezza e lo aiuta a ridare un senso nuovo alla propria esistenza.
Is 35,4-7a; Sal 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37
2024 Domenica 01 settembre
XXII Domenica T. Ordinario - anno B
Il discorso sul pane di vita delle settimane scorse se non lo traduciamo in opere di bene corre il rischio di rimanere infruttuoso. Gli atti di amore e la testimonianza della carità sono la strada attraverso la quale il credente rende ragione della sua fede. Occorre quindi orientare la nostra vita verso quanto il Signore ci propone. Questo per crescere nella fede del Signore e per esprimere il nostro amore verso di Lui e verso il prossimo. Anche San Giacomo nella seconda lettura ci esorta con dei verbi appropriati: accogliere, mettere in pratica, soccorrere, conservarsi. Il cristiano non si amalgama con la “massa” ma si rinnova nello Spirito di Dio per rispondere appieno alla proposta evangelica da offrirsi a tutti con il personale apporto.
Dt 4,1-2.6-8; Sal 14; Gc 1,17-18.21b.22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23
2024 Domenica 25 agosto
XXI Domenica T. Ordinario - anno B
Con questo brano ha termine la lettura del capitolo sesto di Giovanni dedicato al grande discorso sul pane di vita. Gesù è stato molto chiaro: è necessario credere in Lui e mangiare il suo corpo per avere la vita perché la Parola di Dio non sia pane che dà di nuovo fame, perché la vita non finisca con la morte. Il discorso che Egli fa però è duro e suscita critiche e mormorazioni. In questo brano finale molti discepoli se ne vanno. Quando le cose, le realtà, le proposte, le parole... non ci piacciono meglio evitare e stare alla larga. Per questo Gesù è radicale e invita tutti a decidere se continuare a seguirlo o meno. Pietro, a nome degli apostoli , fa la sua scelta e pronuncia la sua professione di fede. Dovrà “camminare” anche lui ma è già un bel inizio!
Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69
2024 Domenica 18 agosto
XX Domenica T. Ordinario - anno B
Gesù parla di carne, di sangue, di cibo della sua persona… Simili parole possano disorientare chiunque, anche i suoi stessi discepoli. E tuttavia quelle parole sono fondamentali. Infatti nel Vangelo di Giovanni troviamo un'affermazione (Gv 1,14) che ne costituisce quasi il titolo: "Il Verbo si fece carne". Sempre nel prologo si dice anche perché il Verbo cioè il Figlio di Dio si è fatto carne, uomo: perché «In lui era la vita. A quanti l'hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio". Con questa espressione capiamo le conseguenze del "mangiare la carne di Gesù". Le si comprende leggendo: "Il pane che io darò è la mia carne 'per la vita del mondo'. Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue non avete in voi la vita, 'chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna'…”.
Pr 9,1-6; Sal 33; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58
2024 Domenica 11 agosto
XIX Domenica T. Ordinario - anno B
Vi sono avvenimenti e persone nella vita che sono in grado di farci recuperare la gioia di vivere quando siamo un po’ giù. Eppure si tratta soltanto di limitata influenza umana. Il resto lo dobbiamo fare noi che siamo chiamati a vivere una unità con Cristo, ad “assimilare” la sua persona, cibo eterno, affinché lo Spirito che lo abita divenga anche il nostro spirito. Richiamo forte, che supera infinitamente un qualunque maestro desideroso di prolungarsi nei suoi discepoli. Come quella di Gesù, le nostre persone possono diventare un dono e una risposta all’amore del Padre. Qui sta il centro della vita spirituale che corrisponde al centro stesso della vita di Cristo. Maria che tra qualche giorno onoreremo nella sua Assunzione ci aiuti nella nostra conformazione a Cristo.
1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30_5,2; Gv 6,41-51
2024 Domenica 04 agosto
XVIII Domenica T. Ordinario - anno B
Constatare che un nostro gesto di benevolenza e amore non è stato colto nel suo autentico significato è una delusione. Ci si rende conto che c’è ancora un “abisso”. È la consapevolezza che fa Gesù con i suoi contemporanei. È la stessa situazione che si ripete tra Dio e noi attanagliati come siamo dalle nostre ingordigie. Da Lui ci aspettiamo soltanto la risposta pronta ai nostri desideri mentre trascuriamo la ricchezza di quanto ci offre. Se ci capita di apprezzare quanto ricevuto in dono ne cogliamo solo qualche aspetto che ci appaghi l’immediato. Rimaniamo estranei a quel Regno di amore nel quale il Signore vorrebbe farci entrare. Cosa significa quindi “andare a Lui”, lasciarci da Lui nutrire?
Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35
2024 Domenica 28 luiglio
XVII Domenica T. Ordinario - anno B
Nelle prossime domeniche saremo accompagnati dal sesto capitolo di Giovanni inerente il “Discorso sul pane di vita”. Gesù ha compassione delle folle che lo seguono da giorni e compie un segno forte della sua potenza (un miracolo). In questa sensibilità e compassione sono coinvolti gli apostoli. Ciò rimanda a una nostra collaborazione nella vita spirituale e nel servizio per gli altri. È significativa la generosità del ragazzo. Non ha paura di perdere qualcosa: ha fiducia in quel Gesù che un giorno dirà ai suoi: "chi avrà lasciato... riceverà il centuplo e la vita eterna". E' il segno di ogni atto di amore, è il segno di ogni vocazione che offre la propria vita e le proprie cose perché il Signore porti avanti i suoi progetti di salvezza.
2Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15
2024 Domenica 21 luglio
XVI Domenica T. Ordinario - anno B
Nella vita relazionale di ogni ambito si nota ormai un reale disorientamento che si va sempre più infittendo. Si tenta di ricorrere ai ripari con decreti e leggi. Ma anche questo incide scarsamente. Riconosciamo di essere forse allo sbando e in balia di tutti gli avventori e venditori di fumo. Cosa fare? Accettare i nostri limiti? Saper aspettare tempi migliori? Il riposo di cui parla Gesù non è quello dell’ozio ma della formazione, dello stare con Lui. Occorre quindi lasciarsi illuminare e guidare dalla Parola di Cristo che dona la pace, che estingue l’odio, che distrugge l’ingiustizia, che ci riconcilia costantemente con Dio e con i fratelli nell’autentica verità di una vita evangelica.
Ger 23,1-6; Sal 22; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34
2024 Domenica 14 luglio
XV Domenica T. Ordinario - anno B
Chiamati per essere mandati. Può essere uno slogan pubblicitario. In questo caso vero! Il dono della fede non è per starsene tranquilli e pacifici. Il Battesimo infatti ci ha immesso in un circolo di amore e di testimonianza che non può non spingerci continuamente a rischiare in nome di quella Parola che ci è stata affidata perché sia annunciata. Da questa testimonianza dipende non solo l’avvenire dell’umanità ma anche quello della comunità ecclesiale ed il destino di ogni cristiano. Gesù non era uno che faceva le cose da solo. Desiderava il coinvolgimento e la collaborazione. Per Lui il messaggio di salvezza si trasmette con l’apporto dei suoi discepoli.
Am 7,12-15; Sal 84; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13
2024 Domenica 07 luglio
XIV Domenica T. Ordinario - anno B
Gesù è nella sua città natale. C’è un certo interesse nei suoi confronti. Il suo insegnamento suscita meraviglia. In Lui si coglie una saggezza particolare ma anche stupore e perplessità: “Donde gli vengono queste cose?” Siamo di fronte a una sorta d’invidia? O è l’incapacità di riconoscere che può esserci “altro” in una persona? Così deformano l’evento di Cristo e lo trasformano in “scandalo”, in una forza di male che spinge poi al rifiuto e al peccato. Soltanto colui che ha una relazione aperta e docile con Dio sarà salvato. Colui invece che si è blindato nella conservazione delle proprie certezze corre il rischio di rimane chiuso alla salvezza fin da subito e di vivere male.
Ez 2,2-5; Sal 122; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6
2024 Domenica 30 giugno
XIII Domenica T. Ordinario - anno B
Tutti cerchiamo di stare bene in salute senza troppi affanni. Eppure quanti malanni sulla strada della vita. La malattia, la violenza, la sofferenza, la morte si aggirano continuamente attorno a noi per mandare in frantumi questa nostra umana aspirazione. Questi mali ci minacciano per abbatterci nello spirito e avvilirci fino alla prostrazione. Ne sperimentiamo il disagio in tanti nostri simili. Quale può essere allora un atteggiamento vincitore? Il Signore ce ne offre uno garantito: credere in Lui, continuare sempre ad avere fede nonostante le avversità. È vero non è semplice. Ma se potessimo “gestire” tutto noi saremmo disponibili e aperti a coltivare un rapporto con Dio che non si impone ma si propone?
Sap 1,13-15; 2,23-24; Sal 29; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43
2024 Domenica 23 giugno
XII Domenica T. Ordinario - anno B
Capita di sentirci un po’ perduti, smarriti, quasi depressi. Le vicende della vita non vanno come le abbiamo pensate o come credevamo andassero. Allora si vincono esitazioni, paure, timori reverenziali e si dice tutto ciò che abbiamo dentro. Si arriva al punto di svolta nelle relazioni, anche con Dio, e si urla. Sì, urliamo! Come il popolo d'Israele nella durissima schiavitù d'Egitto, come Giobbe che grida nel suo dolore, come il grido-preghiera di Bartimeo a Gerico… Siamo di fronte allo scandalo della volontà di Dio: se mi vuole bene perché permette questo? Già! E la mia fiducia? Uomo di poca fede ci sentiamo dire. È vero, devo camminare ancora molto… e ciò è la garanzia che il Signore ha ancora pazienza.
Gb 38,1.8-11; Sal 106; 2Cor 5,14-17; Mc 4,35-41
2024 Domenica 16 giugno
XI Domenica T. Ordinario - anno B
Seme e Parola di Dio: due realtà che stanno insieme e che ci offrono tanti motivi per non perdere la speranza. Spesso infatti siamo tentati dalla disperazione perché vediamo affermarsi l’ingiustizia, prevalere la cattiveria sulla bontà e la falsità sulla verità. Eppure la Parola odierna ci spinge all’ottimismo. La Parola di Dio è proprio seme che entra nel tessuto della storia cambiandola dal di dentro. Tutto ciò avviene nel silenzio, nel nascondimento e nell’umiltà. Proprio come è stato per Gesù, Parola fatta carne. Allora è importante che la Parola entri nelle situazioni, si mescoli nella storia come lievito per ridonare vita nuova ed energia a tutto ciò che è stato reso debole dal peccato dell’uomo.
Ez 17,22-24; Sal 91; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34
2024 Domenica 09 giugno
X Domenica T. Ordinario - anno B
La presenza di Gesù nella storia dell’umanità è per liberarci dal peccato. Il peccato è la rottura del rapporto con Dio che di conseguenza si ripercuote anche sulle persone portando sconvolgimento dentro e fuori di noi. Il peccato origina dissapori e incomprensioni, alimenta discordie e genera violenze d’ogni genere. Il superamento che siamo chiamati a cercare lo possiamo trovare solo in Gesù che ci rivela il volto misericordioso del Padre. Non vi sono altre strade alternative. Dall’esperienza che di fatto abbiamo ci rendiamo conto che tutte le altre proposte si sono verificate illusorie e senza fondamento. È solo con lo Spirito di Cristo che possiamo vincere il peccato! E per questo ci vuole fiducia in Cristo Gesù, ossia fede.
Gen 3,9-15; Sal 129; 2Cor 4,13 - 5,1; Mc 3,20-35
2024 Domenica 2 giugno
Corpus Domini - anno B
Siamo sempre invitati come credenti a raccoglierci in preghiera attorno all’altare per vivere nella fede la memoria del Corpo e Sangue di Gesù. La celebriamo ogni domenica ma nella solennità dedicata esclusivamente alla mensa dell’Eucarestia lo dobbiamo fare ancor di più e meglio. L’Eucarestia sta al centro della vita cristiana come momento unificante e come segno forte dell’amore che Dio ci dona e che noi ricambiamo. Nella realtà del pane e del vino consacrati facciamo esperienza di un amore unico che si dona a noi per salvarci. Ogni elemento della celebrazione diventa forte e impegnativo richiamo per esprimere la nostra adesione. Non possiamo avanzare scuse per non prendervi parte!
Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26
2024 Domenica 26 maggio
SS. Trinità - anno B
Per molti cristiani la SS. Trinità resta una definizione astratta di Dio. Ma in realtà questa affermazione fonda la certezza di essere uniti nell’amore di Dio. Il Dio che Gesù ci ha rivelato è il Dio della relazione e noi, che siamo stati creati a sua immagine e somiglianza, scopriamo che il senso ultimo della nostra vita dipende proprio da questo interscambio di relazioni. Dovrebbe essere quindi quasi connaturale puntare a vivere la comunione divina dal momento che un giorno ci sarà concesso di parteciparvi in pienezza in cielo. Tutti noi credenti siamo stati battezzati nel nome della Trinità e di conseguenza, come scrive San Paolo, possiamo gridare a Dio invocandolo con il nome di Padre poiché siamo stati resi figli nel Figlio Unigenito.
Gc 5,13-20; Sal 140; Mc 10,13-16
2024 Domenica 19 maggio
Pentecoste - anno B
Con la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli cambia la vita della piccola comunità della primissima Chiesa. Da uomini pavidi, impacciati e timorosi ora i Dodici (il numero è stato ricostituito con l’elezione di Mattia) si sentono di affrontare l’ostilità e l’incomprensione del mondo. Infatti lo Spirito ha procurato in loro un profondo cambiamento. La Parola di Cristo tenuta prigioniera dalla paura ora invade il mondo intero e porta a tutti un messaggio nuovo sul quale si potrà impostare un nuovo modo di vivere. È la bellezza del cristianesimo che senza armi e guerre entra nel mondo offrendo ad esso la possibilità di migliorarsi, non per dominarlo ma per offrirgli la verità di una vita pienamente libera, una vita secondo lo Spirito.
At 2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15
2024 Domenica 12 maggio
Ascensione del Signore - anno B
La vicenda terrena di Gesù termina con la sua Ascensione al cielo che segna il distacco del Maestro dai suoi apostoli senza però abbandonarli. Sarà sempre presente accanto a loro e di conseguenza a noi in una maniera nuova, con il Suo Spirito. Quindi il Suo non è un abbandono ma dopo la preparazione degli apostoli e dei discepoli è una investitura a proseguire la missione. Questo evento determina così il compito di testimoni del Risorto. Per noi cristiani d’oggi è la consapevolezza che non possiamo tirarci indietro dallo svolgere la stessa missione. L’”andate e annunciate” è per tutti. Così se svolgiamo la nostra parte rendiamo realmente accessibile il Regno dei cieli a molti.
At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20
2024 Domenica 5 maggio
VI Domenica di Pasqua - anno B
Amare Dio e il prossimo. Questa è la legge principale alla quale il cristiano si deve rifare continuamente. E qui incominciano i “distinguo” da parte nostra. Quello va bene perché mi dà sempre ragione, l’altro no. E così si innalzano steccati e crescono i confini che ci dividono. L’amore invece non ha frontiere, afferma Gesù. Supera ogni ostacolo, anche quelli religiosi, perché l’amore è un dono gratuito come gratuita è la salvezza che Dio ci dona attraverso il Figlio. Questo è la bellezza del Regno di Dio! Ed è la garanzia di una vita bella, piena, armoniosa, pacificante con tutti. Da Dio siamo scelti con amore! Noi scegliamo Lui.
At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17
2024 Domenica 28 aprile
V Domenica di Pasqua - anno B
Vite e tralci è un’immagine chiarissima: i tralci senza la vite non portano frutto. Ciò che mantiene in vita la pianta, che fa crescere e portare frutti è la linfa che parte dalle radici e passa attraverso la vite fino ai tralci. Per ottenere frutti quindi è necessario un costante rapporto vitale con Gesù che diverrà sempre più vivo nella misura in cui noi credenti accettiamo la regola di restare attaccati alla vite, a Gesù, di lasciarci potare da tutti quei viticci che assorbono linfa e distolgono dalla nostra bella funzione di essere portatori di frutti, di grappoli che rendono bella e “gustosa” la Chiesa alla quale dovremmo sempre sentirci appartenenti con la gioia e con lo stupore di considerarci collaboratori della sua edificazione.
At 9,26-31; Sal 21; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8
2024 Domenica 21 aprile
IV Domenica di Pasqua - anno B
Ci sentiamo spesso “anonimi” in un mondo in cui diventiamo sempre più massa e nel quale corriamo il rischio di perdere la nostra identità. Eppure proprio in questa situazione rimane la consolazione di sentirci chiamare per nome almeno da Cristo Gesù, il buon Pastore che dichiara: “Conosco le mie pecore e offro la mia vita per loro”. “Siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente”, afferma S. Giovanni nella seconda lettura. La Pasqua ci porta questo meraviglioso dono di poterci riconoscere e sentirci prediletti da Dio. Tutti. Cristo si è sacrificato per tutti e non ritrae il suo amore neanche verso il più grande peccatore purché si renda disponibile a convertirsi a farsi trovare dalla misericordia di Dio.
At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18
2024 Domenica 14 aprile
III Domenica di Pasqua - anno B
La fede è un costante cammino di spogliazione di noi stessi, dei nostri punti di vista, per accogliere il Mistero. Credere è fidarsi di Dio, valorizzare la sua Parola che non inganna, certi che non perdiamo nulla ma tutto riceviamo. I due discepoli di Emmaus, richiamati nel Vangelo odierno, stanno ritornando a Gerusalemme dopo aver sperimentato la vicinanza del Risorto che li ha accompagnati per un tratto di strada. Gesù li ha rassicurati riprendendoli e offrendo loro il “segno” (il pane spezzato) a testimonianza della sua Risurrezione. Così Parola e Segno sono i due elementi portanti attorno ai quali si consolida il cammino di fede che libera e dà senso alla vita.
At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48
2024 Domenica 7 aprile
II Domenica di Pasqua - anno B
La Pasqua cristiana ha segnato la storia con un profondo cambiamento. Risorgendo dai morti Cristo ha iniziato un processo di vita nuova che si è poi concretizzato nella nascita della Chiesa comunità di fede composta da uomini “nuovi”. Ma cosa significa vita nuova? Vita nuova significa essere colmi di amore, di quell’amore che Cristo ha testimoniato e donato in maniera così unica e gratuita avviando un nuovo stato di vita fondato sulla gratuità, sulla fraternità, sul servizio. Tutto ciò diventa “pace”, ossia non semplice privazione di violenza ma armonia di rapporti, di intenti, di impegni, di cuori che sanno donare perdono e ricercare comunione.
At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31
2024 Domenica 31 marzo
Domenica di Pasqua - anno B
Cristo è Risorto! Alleluia! Quante volte l’abbiamo sentito dire e anche proclamato! Il male è stato vinto e l’intera umanità è nella condizione di potersi rivolgere a Dio chiamandolo Padre. Non possiamo immaginare un dono più grande di questo in grado di comunicarci la forza e la fiducia per affrontare la vita. Con la risurrezione di Gesù Cristo dai morti diventa effettiva la Buona Novella che si espande nel mondo intero per mezzo della parola e della testimonianza di moltissimi cristiani che prendono sul serio questo evento salvifico. La Pasqua non è una storiella per esorcizzare la morte. È l’evento che supera la fragile condizione umana segnata dal peccato alla quale viene restituita la pienezza della Vita di Grazia.
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)
2024 Domenica 24 marzo
Domenica delle Palme - anno B
Dalle tenebre alla luce! Sembra scontato. Ma non lo è. A volte si rimane nelle tenebre. Per i cristiani la luce ha la certezza della vittoria. Lo attesta lo stesso Gesù: “Colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato che io non perda nulla di quanto mi ha dato ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,37-39). La settimana santa che ora si apre dopo averci inserito nell’evento della passione ci proietta nella luce sfolgorante della Risurrezione. Fermiamoci un poco sulle immagini della passione: la folla, Giuda che tradisce, Pietro che rinnega, i discepoli che fuggono, gli scribi e farisei che incitano le donne in pianto… quanta tenebra… ma non mancherà la Luce. E sarà Pasqua!
Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1 - 15,47
2024 Domenica 17 marzo
V Domenica Quaresima - anno B
Ci sono modi diversi per avvicinarsi a Dio. Infatti c’è l’atteggiamento di chi considera il Signore come un padrone esigente che impone il suo volere. Possiamo ribellarci a Lui arrivando perfino a negarne l’esistenza. Allora diventiamo “schiavi” del nostro desiderio di vivere soltanto per noi stessi escludendoci così dalla vera vita che è amore donato. Possiamo invece accettare di accogliere la volontà di Dio “sacrificando” qualcosa a cui aspiriamo. Ma anche questo modo non elimina il nostro egoistico desidero. È importante quindi scoprire Dio come amore gratuito e misericordioso. In questo caso il nostro cuore viene trasformato e il nostro desiderio convertito per cui anche la nostra risposta sarà di amore.
Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33
2024 Domenica 10 marzo
IV Domenica Quaresima - anno B
Certamente la morte fa paura a tutti. La consideriamo come la nemica invincibile che tutto distrugge, che ci separa per sempre dagli altri, che ci priva di ogni speranza. Se poi la rapportiamo a Dio la consideriamo un castigo dopo il peccato originale. Gesù con la sua morte ci insegna che è possibile farne una realtà d’amore. Guardando a Lui noi crediamo che la nostra morte ha un suo valore per la nostra vita. Quanto era considerato punizione è diventato occasione e causa di salvezza per tutti. Cristo ha fatto della sua morte una opportunità di liberazione per noi e conseguentemente di vita. Non una semplice vita terrena ma una eternità di vita illuminata dalla sua perenne presenza in noi.
2Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21
2024 Domenica 3 marzo
III Domenica Quaresima - anno B
La via dei comandamenti e delle proposte evangeliche resta sempre di attualità anche se per molti cristiani d’oggi è una via poco percorsa. Si preferisce altro. Eppure mai come oggi si riconosce la validità di queste norme che il Signore ha posto sul nostro cammino. Il tempo quaresimale ci consiglia di convertirci alla legge di Dio che ci vuole infinitamente bene e di dare il giusto valore anche a tutte le “cose” che rimandano a Lui. Esempio odierno è il Tempio difeso nella sua funzione da Gesù con una forte passione. C’è una sacralità da riconoscere per rafforzare la dignità della creatura credente che in quel luogo può rapportarsi con Dio in modo tutto particolare.
Es 20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25
2024 Domenica 25 febbraio
II Domenica quaresima - anno B
Il Vangelo ci descrive la Trasfigurazione di Gesù davanti ad alcuni apostoli ammirati e sorpresi per la unicità dell’esperienza. Il fatto dura poco e in loro c’è la voglia di prolungarlo nel tempo (le cose belle vorremmo non finissero mai!!). Gesù richiama la loro attenzione sulla resurrezione che avverrà però dopo la sua passione e morte accettate per amore. È donando la vita che dai vita all’altro! Così per arrivare a vivere appieno bisogna prima di tutto permettere la morte dei propri desideri egoistici per accedere all’universo spirituale della gratuità propostaci da Cristo Gesù. Un’esperienza simile l’ha vissuta anche Abramo con la richiesta del sacrificio del figlio che grazie alla fede e all’amore si è salvato.
Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10
2024 Domenica 18 febbraio
I Domenica Quaresima - anno B
Il tempo di quaresima avviato da qualche giorno ci offre l’opportunità di rientrare in noi stessi per esaminare la nostra vita di fede iniziata dal giorno del Battesimo. Infatti non è retorico chiederci se siamo veramente a posto con Dio dal momento che pecchiamo più volte al giorno. Chi può dire di non peccare mai? Davanti a noi brilla sempre la Risurrezione di Cristo. Questa ci incoraggia e ci dà lo slancio per assecondare meglio la proposta evangelica fatta di conversione, preghiera, penitenza. La Pasqua ci attende sempre: ogni giorno, ogni domenica, ogni anno. Non ci rinnoviamo nell’amore del Signore crocifisso per il gusto di essere belli o piacenti ma per conformarci alla sua vita fatta di amore verso il Padre e verso l’umanità.
Gen 9,8-15; Sal 24; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15
2024 Domenica 11 febbraio
VI Domenica T. Ordinario - anno B
Davanti al miracolo non possiamo pensare di sapere tutto di Gesù. Occorre andare fino alla sua passione e morte in croce. Il miracolo e la croce ci dicono veramente chi è Gesù. Ci vogliono i miracoli e ci vuole anche la croce, la potenza e la debolezza. La potenza ci dice che è il Messia e la debolezza ci dice che tipo di Messia è Gesù! Perché è chiaro che con la croce Gesù non è più il Messia vecchio stampo tutto potenza, splendore, vittoria. Con la croce l’idea di Dio che abbiamo in testa è scardinata. Dobbiamo aprirci alla novità evangelica che ribalta ogni nostro pensiero e ci porta a guardare meglio per credere alla forza ed efficacia dell’amore che in apparenza è sempre in perdita ma in effetti risulta vittorioso ogni volta che ci apriamo alla comprensione del dolore altrui e nostro.
Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1Cor 10,31 - 11,1; Mc 1,40-45
2024 Domenica 4 febbraio
V Domenica T. Ordinario - anno B
Il male spaventa e ha la capacità di mettere in crisi. Eppure sappiamo che anche il male può essere vinto. Nel progressivo cammino della storia di strada ne è stata fatta tanta al punto tale che i mali e le sofferenze dovuti a malattie che hanno seminato morte e distruzione in passato, oggi sono stati in buona parte debellati. Tutto questo grazie anche al valore che diamo alla vita comprendendo ciò che essa è per ogni creatura. Allora la vittoria sulla malattia e sulla sofferenza non può essere altro che il coronamento di un impegno comune attento e condiviso in cui ciascuno si adopera per sfuggire alla ristrettezza del proprio egoismo per aprirsi agli altri e offrire il meglio di sé con amore e dedizione sullo stile di Cristo Gesù.
Gb 7,1-4.6-7; Sal 146; 1 Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39
2024 Domenica 28 gennaio
IV Domenica T. Ordinario - anno B
Il pensiero che Dio ci deluda, credo, attraversi spesso la nostra mente. Se Dio ci fosse non ci sarebbe il male! Affermazione forte. Infatti dove c’è Dio non c’è male. Lo dimostra anche il vangelo odierno: dove arriva Gesù il Maligno scompare. Ma comprendiamo bene l’azione di Cristo. Con Lui inizia un tempo nuovo che può nascere soltanto attraverso la potenza di un amore che si afferma mediante la morte. Per mezzo della sua Passione Gesù stabilirà un Regno di amore sul quale il male non avrà alcun potere. È una verità difficile da cogliere e da accettare perché è contraria alle nostre attese spontanee. Per questo Gesù chiede che non venga diffusa la notizia dei suoi miracoli che potranno essere capiti solo dopo la sua morte e risurrezione.
Dt 18,15-20; Sal 94; 1 Cor 7,32-35; Mc 1,21-28.
2024 Domenica 21 gennaio
III Domenica T. Ordinario - anno B
Quante volte abbiamo sentito “Convertitevi e credete al Vangelo”. Ma «È presto, c’è tempo, ho tante cose da fare, non sono ancora pronto…» sono soltanto alcune espressioni che diciamo per rinviare “a domani”. E intanto ci allontaniamo da Dio perché il peccato occupa sempre di più la mente e il cuore. Il richiamo evangelico invece è quello di fare presto, subito, di operare una conversione immediata e risoluta. E ciò è possibile solo attraverso la conoscenza e l’accoglienza del Vangelo. Gesù lo dimostra chiaramente chiamando alcuni che si facciano promotori e annunciatori del bel annuncio. Tra questi ci siamo tutti noi, che con il Battesimo siamo diventati suoi testimoni.
Gio 3, 1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7, 29-31; Mc 1,14-20
2024 Domenica 14 gennaio
II Domenica T. Ordinario - anno B
Riconoscere l’invito di Dio! È la preoccupazione principale che occupa la mente e il cuore di ogni credente stimolato dai fatti e dalle parole del vangelo. Eppure le cose non sono così facili. Le difficoltà non mancano dal momento che i pensieri di Dio e le sue strade sono diverse dalle nostre. Siamo diventati cristiani per mezzo del Battesimo ma dobbiamo ammettere che facciamo fatica a comprendere i gesti e le parole di Dio che attende la nostra personale risposta. Nessuno viene dispensato dal compiere questo lento lavoro di abbandonare il già acquisito per assumere gradualmente la cadenza del passo di Dio. Mettersi al suo seguito è impegnativo ma è salvifico.
1 Sam 3,3b-10.19; Sal 39; 1 Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-42
2024 Domenica 7 gennaio
Battesimo di Gesù - anno B
Il Battista amministra un battesimo di penitenza in vista dell’arrivo l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Gesù non ha peccato ma si fa battezzare non in quanto peccatore ma perché intende realizzare il progetto del Padre che consiste nell’eliminare il peccato dal cuore dell’uomo. Gesù così prende su di sé le miserie umane per estirparle. In questo gesto cogliamo la piena e meravigliosa libertà di Cristo Gesù che è in perfetta consonanza con la volontà del Padre fino al sacrificio di sé. Da qui: per noi cosa richiama il nostro battesimo? Ci sentiamo generati alla vita dello Spirito di Cristo che ce lo fa riconoscere come unico nostro Salvatore? E la voce del Padre siamo in grado di riconoscerla?
Is 55,1-11; Cant. Is 12,2-6; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11
2023 Domenica 31 dicembre
Santa Famiglia - anno B
In ogni presepio cogliamo l’intimità familiare umana di Gesù, Maria e Giuseppe. I genitori vegliano sul Bambino appena nato mentre attorno si fanno vicini i pastori chiamati dal canto degli Angeli. Non poteva avere collocazione migliore la festa della Sacra Famiglia che diventa modello di ogni famiglia invitata a scoprire i valori della fede e della vita. Presentandoci la “Santa Famiglia” la liturgia ci invita a chiederci: cos’è per noi la famiglia? Liberandoci dalle immagini sdolcinate che troppo spesso sono state usate per presentare la famiglia di Nazareth lasciamoci interrogare dalla Scrittura e ci sentiremo portati lontano da parole troppo umane per immergerci nella bellezza di relazioni profonde e gratuite che la realtà della famiglia ci offre e ci insegna.
Gen 15,1-6; 21,1-3 Sal 104; Eb 11,8.11-12.17- 19; Lc 2,22-40
2023 Domenica 24 dicembre
IV Domenica di Avvento - anno B
Tutto è pronto per vivere il Santo Natale. Abbiamo pensato ai nostri cari e ai corrispettivi regali. Gli addobbi e le luci sono ormai pronti da giorni. Nel presepio manca soltanto il Bambino Gesù. Ma tra poco ci sarà anche Lui. E noi dove saremo? Dove ci collochiamo nello scenario natalizio? Uno spazio l’abbiamo preparato per la sua nascita nella nostra vita? Come credenti sappiamo che Cristo Gesù è con noi e sarà con noi. Ma sappiamo anche che non si lascia collocare in qualche angolo. È un Dio in cammino e desidera che camminiamo con Lui. Egli desidera per noi che il suo Natale sia vero, nel segno di un sincero amore per la sua visita cosicché lo accogliamo con libertà e gioia come ha fatto Maria.
2Sam 7,1-5.8-12.14.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38
2023 Domenica 17 dicembre
III Domenica di Avvento - anno B
Dai testi di questa domenica ci giungono inviti e richiami alla gioia. “Il Signore Dio mi ha mandato a portare il lieto annunzio… Io gioisco pienamente nel Signore... State sempre lieti... rendete grazie”. Il Signore è vicino e con lui si stanno riversando sul mondo e sugli uomini la benevolenza di Dio. Ma in questo mondo così triste e angosciato è possibile la gioia? Possiamo realmente essere beati, felici come spesso il Vangelo ci sprona? La Parala di Dio ci dice sì! Purché adottiamo il passo stesso di Dio che si rivolge verso i cuori umili e poveri cioè verso coloro che sono effettivamente disponibili a lasciarsi coinvolgere dalle proposte del Signore. Sono costoro infatti che scoprono Dio presente nella loro vita che diventa serena, felice e gioiosa.
Is 61,1-2.10-11; Cant. Lc 1,46-50.53-54; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28
2023 Domenica 10 dicembre
II Domenica di Avvento - anno B
Il tempo di avvento è caratterizzato dalla presenza di significativi personaggi che ci aiutano a preparare la venuta del Salvatore. Abbiamo Isaia, San Pietro e San Paolo, San Giuseppe, Maria la Madre del Figlio di Dio. Oggi fa la sua prima comparsa Giovanni Battista indicato come il precursore di Cristo, il messaggero, l’araldo che indica con chiarezza che i tempi sono pronti per accogliere “colui che deve venire”. Giovanni è la “voce che grida nel deserto: preparate la via del Signore”. Ecco perché per accogliere il Signore sono necessarie la conversione e la santità della vita sulle quali ci disponiamo a costruire il vero Natale di Gesù, che poi si estende nel corso dell’anno liturgico come totale evento salvifico al quale poter sempre fare riferimento.
Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8
2023 Domenica 3 dicembre
I Domenica di Avvento - anno B
Ricominciamo un nuovo anno liturgico. Un nuovo tempo di grazia e di doni che ci verranno elargiti da Dio per mezzo della Parola - offertaci in molteplici occasioni - e dell’Eucarestia settimanale o quotidiana. Questa prima settimana ci pone già dinnanzi alla festa del S. Natale con la quale rievocheremo l’evento di Dio che si fa presenza in Cristo Gesù. Dio viene a noi per elevarci alla condizione filiale, per ridestare in ciascuno la consapevolezza di essere da Lui amati. Allora questo sarà tempo di vigilanza, di preghiera particolare, di trepidante attesa. Fare spazio a Cristo nel cuore significa gettare tutti gli orpelli che gravano e pesano nel nostro cuore per aprirci alla verità di un Dio che sta con noi, che volge il suo sguardo su ciascuno di noi.
Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37