Pensieri Luce - 2025 anno C
E' una breve riflessione settimanale sulla Parola di Dio.
Offre uno spunto per illuminare la nostra giornata festiva e la nostra settimana.
E' una breve riflessione settimanale sulla Parola di Dio.
Offre uno spunto per illuminare la nostra giornata festiva e la nostra settimana.
2025 Domenica 16 Novembre
XXXIII T. Ordinario - anno C
La prossima conclusione dell'Anno Liturgico ci porta ad una riflessione, alla luce della fede e della Parola di Dio, sui fatti e sugli avvenimenti del nostro tempo. Gli uomini si agitano scaricando sui propri simili le tensioni accumulate causando devastazioni e morte. Il potere di molti in varie località fondato sul terrore e sulla menzogna è penosamente crollato lasciando in eredità morti e confusione. Anche se i drammi non sono ancora terminati, in tutto questo movimento emerge una luce di speranza che segna in maniera positiva la vita del credente che si affida a Dio. Siamo tentati di scoraggiamento assumendo atteggiamenti di passività e di abbandono. Ma la Parola di Dio ci esorta a reagire tenendo fissa la speranza del Regno certi di possedere la vita nella pazienza sostenuta da una promessa che non delude.
Mal 3,19-20a; Sal 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19
2025 Domenica 09 Novembre
Dedicazione Chiesa Lateranense - XXXII T. Ordinario - anno C
Edifici, strutture, templi fanno parte del nostro vivere umano. Alcuni magari più belli di altri. Celebrare la festa che ricorda la dedicazione della cattedrale di Roma non è solo per un fatto esteriore ma per esprimere l’unità con il vescovo di Roma, con il papa successore di Pietro e garante del nostro cammino di fede. Il tempio di pietra ci rimanda a Gesù che ha parlato del tempio del suo corpo. La Chiesa si definisce tempio del Dio vivente. San Paolo ci ricorda che siamo templi dello Spirito perché abita in noi la divinità. Celebrare quindi la dedicazione di una chiesa edificio è dare valore al nostro culto, è cogliere la presenza di Dio nella nostra vita, è riconoscerci come popolo che in unità adora in spirito e verità il suo Signore e si costruisce come edificio spirituale, tempio santo di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45; Gv 2,13-22
2025 Domenica 02 Novembre
Commemorazione fedeli defunti - XXXI T. Ordinario - anno C
La vicinanza delle due giornate, Santi e Fedeli Defunti, ci ricorda la verità profonda della nostra vita: siamo chiamati a passare da questa esistenza a quella eterna. Quindi come cristiani accogliamo e sentiamo la morte con speranza e non rassegnazione lacerante. La nostra fede in Gesù risorto ci dà la sicurezza che morire non è una disfatta irreparabile ma il passaggio alla condizione gloriosa con il suo Signore. Chiamati alla santità! Infatti non siamo degli estranei per Dio ma figli, eredi destinati a condividere la risurrezione di Gesù, ad essere pienamente santi. E' nella luce della Pasqua di Gesù che oggi ricordiamo i nostri defunti, quelli vicini per familiarità e amicizia e quelli lontani che pure sono morti nel Signore. La loro eterna salvezza sta a cuore a noi e soprattutto sta a cuore a Gesù Cristo.
Gb 19,1.23-27a; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40
2025 Domenica 26 ottobre
XXX T. Ordinario - anno C
Salire al tempio a pregare. È un gesto che facciamo, penso, spesso. Ci si riunisce per fare comunità, per nutrirci della Parola del Signore e dell'Eucarestia. Ma cosa c'è di autentico in quello che facciamo? Forse pensiamo di avere fatto tutto perché abbiamo lasciato la casa e ci troviamo in chiesa. La Parola arriva e non ci tocca. Usciamo di chiesa e siamo come prima di entrare. Il nostro cuore non ha maturato propositi nuovi. Continuiamo a rimandare alla settimana successiva un incontro che si ripeterà secondo copione: ci sentiamo soddisfatti perché abbiamo fatto il nostro atto di culto. Eppure ogni messa inizia con l'Atto penitenziale proprio perché ci viene chiesta l'onestà di un sincero esame di coscienza per riconoscere che davanti a Dio dobbiamo porci in atteggiamento di umile conversione.
Sir 35,15b-17.20-22a; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14
2025 Domenica 19 ottobre
XXIX T. Ordinario - anno C
Come mai Dio non ascolta le nostre preghiere e non fa regnare la giustizia nel mondo? Eppure noi invochiamo proprio il suo Regno anche recitando la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato. Ma ne siamo veramente sicuri? Nel momento in cui descrive la salita di Gesù verso Gerusalemme San Luca ha il coraggio di citare le parole del Signore nelle quali si proclama la pronta risposta di Dio alle nostre invocazioni di giustizia. Stupisce forse che termini con un'espressione d'inquietudine: «Ma il Figlio dell'Uomo quando verrà troverà la fede sulla terra?». La fede consiste nell'accettare la morte della nostra idea di Dio per accogliere Lui come Persona. Forse ciò comporta la scoperta di un altro ordine di realtà non visibile immediatamente ma più reale di quanto possa apparire e carico di eternità.
Es 17,8-13; Sal 120; 2Tm 3,14 - 4,2; Lc 18,1-8
2025 Domenica 12 ottobre
XXVIII T. Ordinario - anno C
La parola di Gesù ridona la vita, guarisce l'anima dalle ferite del peccato e restituisce la libertà contro tutti i vincoli legalistici imposti da una visione troppo calcolata della fede, considerata come la conseguenza di diritti acquisiti. Il miracolo dei dieci lebbrosi guariti da Gesù mette in evidenza proprio un cammino di apertura e confidenza che il credente dovrebbe avere verso Dio il quale ci fa dono del suo amore chiamandoci a far parte della Chiesa attraverso la grazia dei sacramenti. Siamo salvi per un grande dono d'amore che Gesù ci ha procurato con la sua morte e risurrezione. Nessuno di noi si procura la salvezza da solo perché è dono di Dio che attende un riconoscente impegno di conversione , un cambiamento di vita sostenuto dalla sua benevolenza.
2Re 5,14-17; Sal 97; 2Tm 2,8-13; Lc 17,11-19
2025 Domenica 05 ottobre
XXVII T. Ordinario - anno C
Colui che si è messo sinceramente a servizio del Vangelo può essere colto da sentimenti contrastanti. A volte c’è l'avvilimento: pare che il male trionfi dappertutto e sembra impossibile redimere l'umanità. Ma giunge l'esperienza bruciante della potenza della fede per cui là dove pareva che niente dovesse germogliare sorgono improvvisamente l'incontro, la vita e l'amore. Allora è possibile comprendere le parole di Gesù: la fede trasporta le montagne. L'autenticità della presa di coscienza di questi fatti può suscitare in noi l'umiltà e il ringraziamento. La forza della fede non viene da noi ma da Dio. È Lui che ci illumina e ci fortifica e ci mette nel possibilità di farci umili e affermare: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». E così siamo suoi discepoli consapevoli!
Ab 1,2-3; 2,2-4; Sal 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10
2025 Domenica 28 settembre
XXVI T. Ordinario - anno C
Epulone il ricco senza pietà e Lazzaro il povero accolto dalla pietà di Dio. Il vangelo di questa domenica ci presenta una parabola molto realistica per i nostri giorni. È sempre più evidente la differenza tra ricchi e poveri, tra chi ha più del dovuto e chi manca di tutto. Il racconto è drammaticamente attuale: delinea due condizioni di vita che non sono affatto scomparse dalla faccia della terra, anzi, si propone di mettere a fuoco che il messaggio di Gesù non è soltanto “spirituale” perché intende risvegliare l'interesse del credente verso le grandi isole di povertà e di miseria nelle quali si dibattono tante creature umane con le quali siamo chiamati a condividere i beni che la bontà di Dio ha messo a disposizione di tutti, pena di commettere delle forti ingiustizie delle quali dovremo rendere conto.
Am 6,1a.4-7; Sal 145; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31
2025 Domenica 21 settembre
XXV T. Ordinario - anno C
La tentazione dell'accumulo disonesto è sempre ricorrente. Non passa giorno che veniamo informati di scandali e di arricchimenti a danno della collettività. Si impegnano intelligenza e volontà per entrare in possesso delle ricchezze ben sapendo che tutto questo non ci gioverà mai in senso assoluto. Quando si perde la cognizione della scala dei valori cerchiamo di impadronirci di quello che immediatamente ci fa più comodo. E così disperdiamo tempo, forze e fatica per quello che viene pubblicizzato, mentre ci muoviamo con stanchezza oppure pecchiamo di assoluta indifferenza verso quello che ci aiuta ad essere realmente quello che siamo. Potessimo dimostrare tanta avidità nella conquista dei beni spirituali quanta ne usiamo per accumulare beni materiali!
Am 8,4-7; Sal 112; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13
2025 Domenica 14 settembre
Esaltazione S. Croce/ XXIV T. Ordinario - anno C
Che croce che sei!! Affermazione che usiamo spesso per lamentarci con qualcuno. La croce rimanda sempre al dolore, alla sofferenza, al disagio… Lo è stato anche per Cristo. Ne ha parlato prima di salirci, l’ha subìta sulla sua pelle, è morto su di essa… ne ha fatto motivo di riscatto, di Vita. Solo Dio poteva pensare e realizzare ciò! Ecco perché parliamo di “esaltazione”. Non esultanza per il dolore che procura ma per quanto ha prodotto nella vitta dell’umanità. Sul legno della croce c’era Dio e l’uomo Gesù. Gesù sapeva ciò che stava vivendo e con dolore e consapevolezza era cosciente che quella era la strada per la salvezza per l’umanità: “Perché il mondo si salvi”. La successiva Risurrezione offre così la certezza che possiamo esultare perché dalla croce ne è scaturita la pienezza di Vita eterna.
Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17
2025 Domenica 6 settembre
XXIII Domenica T. Ordinario - anno C
La vita comporta sempre delle scelte. Alcune preferiamo attuarle subito, altre rinviarle o addirittura evitarle. Come cristiani certamente vogliamo essere in sintonia piena con Gesù. L’idea di operare una scelta in suo favore ci affascina, può essere anche bella, perché promette la pienezza della vita. Ma tale scelta esige la rinuncia di ciò che a noi sembra tanto naturale e cerchiamo di destreggiarci adattando gli insegnamenti del Vangelo. E qui ci scontriamo con quanto Gesù afferma sull'antinomia esistente fra due mondi: quello dei nostri diritti, delle nostre pretese e quella della pura gratuità. Soltanto il secondo fa vivere veramente e totalmente. Occorre così scegliere, e se la strada indicataci da Gesù comporta dolore e croce... ci garantisce però la risurrezione.
Sap 9,13-18; Sal 89; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33
2025 Domenica 31 Agosto
XXII Domenica T. Ordinario - anno C
In un tempo come il nostro in cui pare molti desiderino un buon posto, una prestigiosa posizione, il Signore invece ci parla di umiltà, di ultima posizione. Certamente la Sua è una proposta fuori moda. Questa si chiama evangelicamente umiltà! E oggi sembra bandita dal comportamento degli uomini che preferiscono fare gli arroganti e avere sempre ragione. Gesù Cristo, invece, ci ha manifestato il valore di questa virtù - la si chiama ancora così - facendosi servo di tutti e lasciandosi crocifiggere. E anche durante la Messa ci invita a scoprire la dimensione della vera umiltà continuando a donarsi nel pane eucaristico e invitandoci a farne «memoria» nella nostra vita cioè ad assumere questo stile che ci rende pienamente testimoni credibili.
Sir 3,19-21.30-31; Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14
2025 Domenica 24 Agosto
XXI Domenica T. Ordinario - anno C
Dio chiama continuamente alla salvezza e diventa compito dell'uomo rispondervi in maniera adeguata e quotidiana. Infatti Dio attende sempre la nostra conversione perché non è un bene che si possa acquistare una volta per sempre. Per essere salvi non basta avanzare i diritti di appartenenza al Regno o asserire di credere con qualche convincente e lusinghiera parola, perché ciascuno sarà posto un giorno di fronte alle responsabilità personali. Infatti la via della salvezza passa per la porta stretta cioè per la via che attraversa il Getsemani e il Golgota dove si deve essere sempre pronti a mettersi in gioco, a volere fortemente la nostra conversione secondo la proposta evangelica fino a giungere a donare la propria vita se eventualmente richiestaci.
Is 66,18b-21: Sal 116; Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30
2025 Domenica 17 agosto
XX Domenica T. Ordinario - anno C
Portiamo il nome di cristiani eppure quante volte ci scopriamo in contraddizione per le scelte che facciamo, preferendo chiuderci dentro le nostre momentanee e passeggere sicurezze. L'uomo è talmente attaccato alle proprie vedute che risponde con la violenza a tutto ciò che denuncia la sua vanità. Ponendosi come assoluto, condanna chi denuncia le sue certezze nelle quali si chiude. La morte di Cristo non è il verdetto di un Dio vendicatore bensì è un crimine umano. Gesù risponde all'invito del Padre datore d'amore facendo del suo gesto l'occasione di un dono totale. Se il cristiano vive con decisione la propria fede deve sapere che l'opposizione alle sue scelte è un fatto normale come lo fu per il Signore. Inoltre è chiamato a proclamare Dio come Dio d'amore e di pace, e a manifestare al mondo l'unica via possibile di salvezza che è Cristo.
Ger 38,4-6.8-10; Sal 39; Eb 12,1-4; Lc 12,49-53
2025 Domenica 10 agosto
XIX Domenica T. Ordinario - anno C
Sono molti gli slogans inneggianti all'emancipazione, alla liberazione, alla felicità a portata di mano da realizzarsi attraverso il possesso di questo o di quel prodotto oppure nella ricerca delle soddisfazioni immediate. Il messaggio cristiano invece ci invita a non sognare e a non ripiegarci su noi stessi perché esso è sorgente di un dinamismo che ci apre al futuro anche eterno. Invitando all'amore totale ci assicura che questo amore non è vano: è creatore di eternità. Così la vita diventa “prova” che offre un senso all’esistere senza ricorrere a soluzioni già confezionate. Il nostro impegno consiste nel dare una risposta ad un invito divino già scritto dentro il nostro cuore e modellato sulla persona di Gesù. Attraverso la stessa morte possiamo accedere alla pienezza dell'incontro totale degli altri e di Dio che sono la vera sola ricchezza.
Sap 18,6-9; Sal 32; Eb 11,1-2,8-19; Lc 12,32-48
2025 Domenica 03 agosto
XVIII Domenica T. Ordinario - anno C
La preoccupazione di quasi tutti noi è quella di possedere per assicurarsi la garanzia contro l'incertezza del futuro e contro la morte sempre presenti all'orizzonte della vita. Se vi pensiamo seriamente questa è una grande illusione perché il possedere non fa altro che mascherare la nostra debolezza e la nostra impotenza. Il possesso poi ci impedisce di ricercare oltre quel vero bene che è anche duraturo: l'amore che crea in noi una realtà spirituale eterna. È vero che l'amore spesso è accompagnato dal rischio, perché suppone che noi accettiamo di non essere al centro della realtà che ci circonda e che può nascere soltanto dalla morte interiore contro la quale cerchiamo di premunirci. È necessario scegliere fra vere e false ricchezze. L'Eucaristia ci aiuta a fare questa scelta, a non assolutizzare i bene materiali.
Qo 1,2; 2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5,9-11; Lc 12,13-21
2025 Domenica 27 luglio
XVII Domenica T. Ordinario - anno C
La preghiera è definita il respiro dell'anima. Eppure c'è l'impressione che molti cristiani pretendano di vivere senza respirare dal momento che dedicano poco tempo e scarsa attenzione alla preghiera. Invece Gesù nel Vangelo ne testimonia l’importanza! Oggi si prega poco giustificando questo stile con la mancanza di tempo. Ma quello che manca è l'interesse per la preghiera ritenuta da tanti una perdita di tempo. Eppure tutti riconosciamo la necessità di uno stacco dalle cose e dalle occupazioni ordinarie. La preghiera si inserisce come pausa di pace, di dialogo, di ricarica... Stiamo vivendo il momento delle ferie a contatto con la bellezza della natura. Cogliamo qualche dettaglio di questo tempo per ossigenare anche la nostra vita spirituale creando momenti di incontro con Dio per mezzo della preghiera.
Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13
2025 Domenica 20 luglio
XVI Domenica T. Ordinario - anno C
Spesso ci capita di ricevere la visita di persone. Come accoglierle? Non si tratta soltanto di questione di galateo perché ogni cosa può essere a posto e ben preparata ma può mancare il meglio. Le cose ci sono tutte eccetto l'essenziale che è la presenza del cuore. Nell'andare in chiesa possiamo essere irreprensibili e perfino piegare le ginocchia. Ma trattiamo Dio come un padrone o come Colui che se ne sta là lontano dalla nostra vita. Allora non lo si incontra affatto anzi lo si sfugge. Dio bussa continuamente alla porta del nostro cuore chiedendoci di riceverlo. Ma sappiamo aprire veramente il nostro cuore e la nostra mente? Eppure è proprio questa la condizione indispensabile perché l'incontro con Dio si risolva in un dialogo d'amore. Noi come accogliamo e come vorremmo essere accolti?
Gen 18,1-10a; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42
2025 Domenica 13 luglio
XV Domenica T. Ordinario - anno C
La pagina evangelica odierna è attenta a tradurre in opere il comandamento dell'amore. Riconosciamo infatti che «sono cresciuti il bisogno di rapporti autentici fra le persone e il senso della solidarietà». Siamo ammalati di individualismo che esaspera i rapporti e annulla la dignità. C'è una corsa smaniosa al possesso a tutti i costi. Non ci si ferma di fronte alla persona che soffre. Il divario tra paesi ricchi e paesi poveri si va allargando sempre di più. Per tutta una serie di considerazioni il cristiano è chiamato a «farsi samaritano» adottando lo stile di Gesù «il quale essendo per natura Dio non stimò un bene irrinunciabile il (suo) essere uguale a Dio ma annullò se stesso prendendo natura di servo diventando simile agli uomini ed essendo uno di noi si abbassò facendosi obbediente fino a morire e a morire su una croce».
Dt 30,10-14; Sal 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37
2025 Domenica 06 luglio
XIV Domenica T. Ordinario - anno C
Il discepolo di Cristo è colui che accoglie sinceramente il Vangelo al quale accorda un immenso valore di liberazione e realizzazione per ogni essere umano. Per questo tutti noi vorremmo avere a nostra disposizione tante possibilità e numerosi mezzi per poter diffondere la Parola di Gesù. Ma questo desiderio non fa altro che tradurre la nostra incomprensione della Buona Novella destinata a penetrare nella vita degli uomini e nel tessuto storico del mondo non in forza dei mezzi ma con la capacità e la convinzione che essa possiede. Si tratta allora di convertirci alla Parola più che di preoccuparci di mezzi e di espedienti che non fanno altro che aumentare la rete di sicurezze umane che rischiano di mettere in secondo ordine la Parola di Dio la quale ci domanda piena e totalizzante disponibilità.
Is 66,10-14c; Sal 65; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12.17-20
2025 Domenica 29 giugno
Solennità SS Pietro e Paolo - anno C
La nostra fede si fonda sull’esperienza che ci hanno trasmesso gli Apostoli, in particolare i Santi Pietro e Paolo definiti le colonne della Chiesa. Oggi onoriamo questi santi. In essi vediamo l’audacia fino al martirio per rimanere fedeli all’ideale di amore di Cristo. Noi invece rischiamo spesso di sorvolare con troppa superficialità sulla identità di Gesù e conseguentemente non lo sentiamo così vicino tanto da darci la forza necessaria per essere suoi testimoni tenaci. Diciamo meccanicamente che è il Figlio di Dio e non ci rendiamo conto della sublimità di questa affermazione. Guardando invece a Pietro e Paolo può essere più facile attestare la nostra adesione che non sarà semplicemente l’accettazione di un pensiero di un Dio ma il riconoscere Gesù come il Cristo, l’inviato, il rivelatore di Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo.
At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
2025 Domenica 22 giugno
Corpus Domini - anno C
Gesù non poteva pensare di fare un dono più grande alla sua Chiesa di quello del suo Corpo e del suo Sangue, realmente presenti nel sacramento dell'Eucaristia. In questa domenica siamo chiamati a rinnovare la nostra adesione all'Eucaristia, asse portante della nostra fede. Tutti riconosciamo la necessità del cibo per sostenere la vita fisica. L'Eucaristia è l'alimento che nutre l'insaziabile fame di amore che caratterizza ogni creatura umana. Questo cibo possiamo riceverlo ogni volta che partecipiamo alla santa Messa, sacrificio di Cristo, banchetto di vita, incontro di fraternità, festa del cuore, momento di grazia e di comunione. Il mondo cristiano ha estremo bisogno di riconvertirsi al «sacramento dell'amore» per essere in grado di diventare segno di carità che evangelizza nel dono di se stesso.
Gn 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17
2025 Domenica 15 giugno
Solennità SS. Trinità - anno C
La giornata del cristiano incomincia e termina con il segno della Croce che rammenta l'inizio della vita cristiana segnata dal sacramento del Battesimo ricevuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Fin da quel momento la nostra vita è stata caratterizzata da una presenza dolcissima e carica di amore: il Padre che crea e dona al mondo intero la salvezza; il Figlio che in perfetta «sottomissione d'amore» al disegno del Padre realizza il progetto di salvezza, lo Spirito Santo che guida e assiste la Chiesa perché tutti gli uomini continuino a godere il benefico dono della salvezza. Per questa sicura presenza dal cuore ne scaturisce un riconoscente grido di ringraziamento che si concretizza in una continua lotta contro tutte le forze preposte a contrastare la presenza della Santissima Trinità nella nostra vita.
Pv 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15
2025 Domenica 08 giugno
Solennità di Pentecoste - anno C
La Rivelazione afferma che la vera vita ci viene offerta nello Spirito, «soffio di Dio», come lo chiamavano i Giudei vedendolo in atto al momento della creazione e soprattutto nel dono della Legge dalla quale attendevano la rinascita del popolo in lotta tra l’infedeltà e l’Alleanza con Dio. Per loro questo termine designava una manifestazione divina. La fede cristiana invece riconosce nello «Spirito» il nome di una persona divina. Dio nel suo essere è soprattutto dono reso accessibile all'uomo in Gesù Cristo. Il Padre e il Figlio legati nella reciprocità si riconoscono nello Spirito, l’Amore sostanziale, che li unisce fedelmente ed eternamente. Verità non facilmente comprensibile da noi. Tuttavia le conseguenze di questa presenza sono prodigiose per l'uomo che viene trasportato nella realtà della vita trinitaria.
At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-26
2025 Domenica 01 giugno
Ascensione del Signore - anno C
In tensione verso il cielo o rivolti alla terra? Di fronte a questo problema siamo continuamente tentati di fare una scelta o l'altra mentre dovremmo piuttosto dire che siamo orientati verso un avvenire situato oltre il domani immediato che stiamo vivendo su questa terra. Tale avvenire può essere intravisto solo attraverso questo domani mentre sarà raggiunto solo dopo il nostro percorso terreno che ci porterà al domani eterno. Come cristiani noi vogliamo annunciare e portare al mondo una nuova dimensione ma senza sfuggire alla realtà quotidiana. La solennità dell'Ascensione di Gesù al cielo ci indica il senso finale della nostra vita cercando di curare e valorizzare con amore la nostra presenza nel mondo. La vita non si consuma sulla terra, ci dispone ad un futuro che certamente non è terreno ma celeste.
At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53
2025 Domenica 25 maggio
VI Domenica Tempo di Pasqua - anno C
Vorremmo subito vivere nella pace. Ma non tutto procede velocemente come in un libretto di istruzioni. Lentamente o per sprazzi inaspettati la pace si farà strada dentro di noi, aprirà quello squarcio diverso che creerà l'ottica nuova e una gestualità tutta protesa alla fraternità. Il tempo della attesa fra Gesù che va al Padre e poi ritornerà a noi diventa un tempo speciale, un tempo di gioia purificata e provata nel crogiolo ma pur sempre gioia di risurrezione. La pace di Cristo ci sarà! Gesù ritorna al Padre per preparare un posto per noi e garantirci la Sua pace. Siamo attrezzati di ogni strumento per assecondare quanto il Signore ci ha comunicato. Il Suo Spirito abita in noi. Lasciamolo lavorare e ne avremo giovamento in questa vita e in quella eterna.
At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29
2025 Domenica 18 maggio
V Domenica di Pasqua - anno C
Il bisogno di un segno identitario è essenziale all'uomo: ci identifichiamo in un gruppo che è anche una storia, una tradizione perché non siamo soli in questo mondo ma ne godiamo insieme ad altri. Negare la legittimità di questo bisogno sarebbe rifiutare che l'uomo è comunione. Lo vediamo perfino nelle cose più banali alle quali tuttavia ci leghiamo molto: dal colore della propria squadra alle bandiere politiche, a quegli oggetti che ci identificano immediatamente con un certo gruppo. Gesù non butta via niente di quel che ci appartiene: e così non nega il nostro bisogno di appartenenza e di dimostrazione di una certa vita insieme. Ma non ne fa una questione di divise o di oggetti: per Lui tutto si basa sull’amore. Il comandamento di amarsi è fondamentale e questo non separa anzi avvicina nonostante identità diverse.
At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34-35
2025 Domenica 11 maggio
IV Domenica di Pasqua - anno C
Il vuoto e il buio costituiscono una delle più grandi paure che accompagnano l'animo umano. Pensiamo a una casa vuota e buia, a una stanza chiusa, a un cuore sofferente, a dei rapporti sterili e tetri… quanta tristezza, quanto timore. Ancor di più: il Cielo vuoto. La paura “da novanta”, l'angoscia che sequestra la speranza… tutto ci appare vuoto e buio! Eppure le grida di quaggiù che cercano una luce, che vogliono colmare lo smarrimento possono spalancare a una nuova vita. Non siamo soli. C’è un Cielo, c’è un Dio, c’è il Pastore che ci cerca. C’è una Voce che ci parla: «Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono». Ancora una volta Dio annulla la distanza tra Cielo e Terra, riempie la solitudine dei nostri pensieri, squarcia il buio del nostro peccato e ci offre la spalla della sua misericordia.
At 13,14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14b-17; Gv 10,27-30
2025 Domenica 04 maggio
III Domenica di Pasqua - anno C
Quante volte ci fidiamo di noi stessi e delle nostre forze e poi basta una piccola contraddizione per entrare in crisi e toccare la soglia del fallimento e della disperazione. Siamo sempre dibattuti tra queste due alternative e spesso andiamo in cerca anche della formula magica per sentirci più sicuri. Eppure non ci rendiamo conto che il bene si ottiene non confidando unicamente sulle nostre forze oppure affidandoci alla eventuale fortuna ma solo da una consapevole conversione per vivere concretamente il rinnovamento della vita risorta. Propositiva, allora, diventa la proposta evangelica di accettare la “morte” della nostra personalità istintiva incentrata sull'egoismo perché possa nascere e vivere in noi la forza dello Spirito. È questo l’atteggiamento vero per vivere la Pasqua.
At 5,27b-32.40b-41; Sal 29; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19
2025 Domenica 27 aprile
II Domenica di Pasqua - anno C
Gesù è risorto dai morti. Tutto è compiuto e tutto ricomincia da capo. Il senso della storia è chiaro per quelli che credono, ma questa storia con tutti i suoi drammi e i suoi problemi continua con cadenza inesorabile. Il cristiano si trova così in una situazione di paradosso perché da una parte è invitato a vivere nella fiducia e nella certezza del trionfo di Dio sul mondo intero dall’altra vede solo o spesso un'umanità malata. Da questo lacerante conflitto interiore occorre però uscirne. È indispensabile quindi elevarsi mediante la fede verso una visione della vita che faccia entrare con serenità il disegno di Dio. Da qui animati dallo Spirito Santo saremo anche noi capaci di pronunciare il “Mio Signore e mio Dio”. Verità riconosciuta da Tommaso e lo può essere anche da noi per il fatto che Cristo ci ha definito beati pur non avendo visto.
At 5,12-16; Sal 117; Ap 1,9-11a.12-13.17-19; Gv 20,19-31
2025 Domenica 20 aprile
Domenica di Pasqua - anno C
Le campane suonano a festa per annunciare a tutti gli uomini che Gesù è risorto dai morti. La preparazione a questo incontro è stata lunga e caratterizzata dall'ascolto attento e meditato della Parola di Dio, dalla mortificazione e dalla preghiera. La gioia che proviamo come credenti nel Risorto dovrebbe essere grande e incontenibile perché nella risurrezione di Gesù sta il punto fisso della nostra fede. Il male che ci circonda è tanto e alle volte ha pure manifestazioni spaventose. Ma la fede in Gesù risorto ci induce a sperare guardando al futuro con quella serenità che è propria di chi si fida di Dio che ha permesso sì la passione e morte del Figlio ma ne ha anche garantito la Risurrezione che è anticipazione della nostra. Guardiamo avanti con la certezza della Luce Gloriosa.
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9
2025 Domenica 13 aprile
Domenica delle Palme - anno C
Il cammino quaresimale sta per terminare mentre entriamo nella settimana santa durante la quale ci verranno presentati gli ultimi e drammatici momenti della vicenda terrena di Gesù. Già in questa domenica siamo chiamati a contemplare l'amore di Dio che si concretizza nel supremo sacrificio oblativo del Figlio il quale accettando di morire sulla croce porta su di sé «il peccato del mondo» riportando piena vittoria sul male e sulla morte. E la vittoria di Gesù è contrassegnata dal segno della palma che richiama il martirio, atto di massimo amore e testimonianza di totale fedeltà. Pertanto questa domenica ci indica la via da seguire per vincere il male che è in noi. Tale via è quella dell'amore che si dona senza mezze misure.
Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Lc 22,14 - 23,56
2025 Domenica 08 aprile
V Domenica di Quaresima - anno C
Quante volte diciamo che sono gli altri a sbagliare mentre noi ci riteniamo buoni e giusti. Auspichiamo sempre il cambiamento degli altri mentre diamo per scontato che noi siamo già dei convertiti e santi. Invece di strada da percorrere ne abbiamo molta! Per questo occorre rinnovare costantemente il nostro spirito e aprirci alle indicazioni che Cristo propone anzitutto a noi poi anche agli altri che eventualmente possiamo aiutare ma non giudicare. Se siamo onesti riconosceremo che l'invito alla conversione riguarda tutti; non possiamo atteggiarci a giudici degli altri. Quel “va’ e non peccare più” è rivolto a tutti. La remissione dei peccati non dipende da noi. È Cristo che scrive e a Lui rimettiamo ogni cosa per essere sicuri della sua misericordia che è la stessa del Padre.
Is 43,16-21; Sal 125; Fil 3,8-14; Gv 8,1-11
2025 Domenica 30 marzo 2025
IV Domenica di Quaresima - anno C
Il figlio prodigo che lascia la casa del Padre è il peccatore che esce dalla comunione con Dio e rompe ogni legame con Lui. Dio però non si stanca e aspetta il ritorno del figlio. Ci attende non solo sull'uscio della chiesa per darci il perdono qui su questa terra mediante il sacramento della confessione ma ci attende anche all'ingresso del paradiso per donarci la felicità senza fine. Non rinviamo allora il ritorno! Sta a noi avviare questo cammino di riavvicinamento a Dio per ritrovarci “graziati” dal suo amore. Il modo per farlo è mettersi nella condizione di quel che realmente siamo: peccatori e perciò bisognosi di perdono e di misericordia. Stiamo certi che il Padre scruta l’orizzonte del nostro cuore nonostante possa essere privo di quel rosso di sera che fa ben sperare per l'alba e l'inizio di un nuovo giorno pieno di sole e di grazia.
Gs 5,9a.10-12; Sal 33; 2Cor 5,17-21; Lc 15,1-3.11-32
2025 Domenica 23 marzo
III Domenica di Quaresima - anno C
Da oltre due settimane siamo entrati in Quaresima nel segno della conversione e ora il richiamo si fa pressante. Spesso facciamo come molte persone che chiudono gli occhi davanti ai problemi e alle difficoltà e aspettano che qualcuno li risolva. Salvo poi a protestare quando le cose non vanno come vogliamo noi. Allora ci mettiamo dalla parte dei buoni e giudichiamo il comportamento altrui o ci meravigliamo che gli altri fanno queste e quelle cose. La nostra condizione di vulnerabili creature, deboli di fronte alla tentazione, ci consiglia di convertirci e di cambiare vita se vogliamo fare una santa Pasqua. Diversamente corriamo il rischio di illuderci di essere buoni ritenendoci giusti mentre Dio vede che il nostro cuore è lontano da Lui e ammalato di compromessi. Sì Lui ci viene incontro ma anche noi dobbiamo andare incontro a Lui!
Es 3,1-8a.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9
2025 Domenica 16 marzo
II Domenica di Quaresima - anno C
Quando camminiamo nel fondo valle sotto un cielo scuro e piovoso la meta da raggiungere non si vede. D'improvviso una schiarita, un raggio di sole ci fanno intravvedere la destinazione verso la quale siamo indirizzati. Impegnati sul sentiero della vita abbiamo riconosciuto mediante la fede che la vita può condurci a Dio. Ma qualche volta le difficoltà appaiono molto pesanti e ci sovrastano. Ci sentiamo disperati e vinti. Il nostro cammino ha veramente un senso? Ci porta da qualche parte? Poi un incontro o un piccolo episodio e tutto ritorna luminoso. Finalmente viene Gesù a svelare completamente il senso del percorso che conduce alla pienezza della vita. Infatti come figli scopriamo, sopraffatti dallo stupore, l'incontro con un Dio che è Padre. Così scopriamo e ci rassicuriamo che strada conduce alla luce piena.
Gn 15,5-12.17-18; Sal 26; Fl 3,17 - 4,1; Lc 9,28b-36
2025 Domenica 09 marzo
I Domenica di Quaresima - anno C
Con la Quaresima è incominciato il cammino verso la Pasqua che esige la nostra conversione e un deciso cambiamento di rotta. Nel tempo di grazia che è la Quaresima e in questo anno santo, ci siamo introdotti con il semplice ma sempre suggestivo rito dell'imposizione delle ceneri che ci ricorda l'urgenza del cambiamento. Infatti non possiamo pretendere di dar vita ad un mondo nuovo e di realizzare il messaggio della Pasqua se non prendiamo sul serio i richiami della Parola di Dio che costantemente ci offre. Allora con la mente e il cuore, rivolti alla solennità pasquale, avviamoci lungo la strada della conversione coltivando una preghiera attenta e ricca di fede e impegnandoci nello sforzo di una rinuncia, di un gesto di gratuità e magari di un momento di approfondimento di quanto il Signore ci propone.
Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13
2025 Domenica 03 marzo
VIII Domenica T. Ordinario - anno C
Tutti aspiriamo ad un mondo nuovo dove possano regnare l'amore e la pace. Invece spesso al posto di cooperare alla sua realizzazione diventiamo coloro che ostacolano il cammino di purificazione della storia. Così con facilità e con leggerezza prendiamo il posto di Dio perché ci atteggiamo a giudici che non permettono alcun appello. In questa maniera diventiamo ingiusti verso coloro che ci circondano e ritenendo di agire bene perpetuiamo la divisione. Gesù, ponendo sotto accusa le autorità giudaiche che rendono una contro-testimonianza a Dio con il loro modo di fare, denuncia la tendenza cattiva di quell’uomo che condanna il prossimo ergendo le proprie convinzioni a Verità assolute. E così diventiamo falsi profeti che distruggono il nuovo mondo del quale pretendiamo di essere i costruttori.
Sir 27,5-8 (NV); Sal 91; 1Cor 15,54-58; Lc 6,39-45
2025 Domenica 23 febbraio
VII Domenica T. Ordinario - anno C
Ahimè il cammino si fa sempre più arduo! Se domenica scorsa Gesù ci diceva che siamo beati quando ci insultano e ci oltraggiano, oggi gli ostacoli diventano insuperabili. Perché non solo dobbiamo subire insulti e oltraggi ma dobbiamo addirittura amare coloro che ce li infliggono! Attenzione: amare l'offensore, non l'offesa, quella va corretta, arginata e anche rifiutata perché il Signore vuole la conversione anche dell'offensore, non solo dell'offeso. Cioè dobbiamo amare la persona in quanto persona e non in quanto operatrice d'iniquità. E il Signore ci chiede di fare la correzione fraterna ed esercitare quella che è addirittura un'opera di misericordia sempre valida e non fuori moda di ammonire i peccatori. Oggi dunque non ci è chiesto preghiera o azione ma una disposizione d'animo, un atteggiamento interiore pronto a perdonare anche i nemici.
1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38
2025 Domenica 16 febbraio
VI Domenica T. Ordinario - anno C
Quanti manifesti pubblicitari ci sono propinati per aver la felicità: dalla televisione, dalla radio, da ogni sorta di mezzo di comunicazione. L’idea di fondo è sempre la stessa: la felicità è data dalla disponibilità delle cose il cui possesso può essere personale o collettivo. Ma con quale risultato? Un mondo sempre più violento dove il desiderio di avere e l’invidia per il mancato conseguimento delle proprie aspirazioni scagliano gli uomini gli uni contro gli altri. Gesù ci propone un orientamento completamente opposto che appare folle agli occhi degli uomini e che gli stessi cristiani fanno fatica a riconoscere come possibile e autentico. Eppure la proposta che Cristo ci offre sarebbe efficace per una vera felicità. Essa sarebbe generata, accompagnata e sostenuta dalla costante relazione che abbiamo e custodiamo con Lui, con il Padre e lo Spirito Santo.
Ger 17,5-8; Sal 1; 1Cor 15,12.16-20; Lc 6,17.20-26
2025 Domenica 09 febbraio
V Domenica T. Ordinario - anno C
«Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla». È la reazione di molti credenti i quali gridano all’insuccesso pur dopo duemila anni di storia del cristianesimo. È vero infatti che il risultato dopo tanto sforzo può apparire deludente. Tanti piani pastorali, proposte e iniziative a non finire sembrano non sortire alcuna vivacità nella nostra risposta di fede. Eppure il Signore spinge al largo, a rinunciare alle nostre presunte certezze attraverso le quali speriamo di garantirci il successo e la riuscita. Non servono piani e azioni particolari ma occorre puntare sulla fede in Cristo che non significa rinunciare alla prudenza ma porre la speranza del risultato sulla Parola del Signore fino al dono totale di sé. Le reti da vuote sono diventate piene e per questo è bastato fidarsi e obbedire a quanto il Signore chiedeva.
Is 6,1-2a.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
2025 Domenica 02 febbraio
IV Domenica T. Ordinario - anno C - Presentazione del Signore
La presentazione di Gesù al Tempio ci porta a cogliere il valore della profezia che si realizza. Coloro che vedono e che accolgono sono in grado di riconoscere! Questo perché c’è una fede, c’è un atteggiamento di attesa, di fiducia nel Signore che al momento giusto interviene, giunge, si rivela. Ci vuole, alla maniera di Simeone e Anna, una disposizione d’animo aperto, capace di stupirsi di fronte anche a una “realtà piccola” (che sia bambino o avvenimento) della manifestazione e dell’agire di Dio. Ciò lo cogliamo pure in Maria che permette all’amore di Dio per noi di tramutarsi nel dono che è Cristo Gesù. C’è così anche un donare. Possiamo donare qualcosa di nostro, possiamo donare noi stessi… possiamo donare le primizie di ciò che siamo e il Signore ci renderà merito.
Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40
2025 Domenica 26 gennaio
III Domenica T. Ordinario - anno C
Quando arriveranno tempi migliori? Continuiamo a domandarcelo. Eppure le novità, le occasioni migliori sono già a nostra portata. Il segreto che tanto segreto non è ce l’ha fornito Gesù Cristo il quale ha avuto il coraggio di affermare che la vita nuova è già presente oggi. Molti però affermano che si vede poco di questa novità cristiana. È vero, molto è ancora nascosto ma solo per coloro che sono ancora ancorati alle proprie sicurezze. I più arroganti, inoltre, l’ignorano perché questo segreto mette in discussione le loro idee e le loro attese. La novità evangelica, il segreto, non si rivela con la violenza e l’imposizione. È un invito a entrare nell’umiltà di Dio che dona una nuova umanità a ciascuno. Coloro che si aprono a Dio trovano la vita bella e vera anche di fronte alle avversità, agli insuccessi, alle delusioni.
Ne 8,2-4a.5-6.8-10; Sal 18; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4;4,14-21
2025 Domenica 19 gennaio
II Domenica T. Ordinario - anno C
Riuscirà o sarà un fallimento? Quando si organizza un evento celebrativo (una festa) c’è sempre l’incognita e l’ansia di sbagliare! La riuscita va al di là della nostra programmazione; spesso dipende da un insieme di fattori che sfuggono all’organizzazione. Il più delle volte basta una persona, un fatto, una parola, una sorpresa… e si innesca una vera festa. Così avviene per il matrimonio a cui è invitato anche Gesù. Il rischio del fallimento celebrativo diventa l’occasione per riconoscere e apprezzare la vicinanza di Cristo nella nostra vita. Ecco l'importanza di questo segno: Gesù completa quello che mancava alla celebrazione che non era solo il vino, ma il riconoscere il dono della sua presenza che partecipa, che salva, che sostiene, che allevia la nostra vita. E questo avviene anche con l’apporto di Maria. Quanta fortuna possiamo avere!
Is 62,1-5; Sal 96; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11
2025 Domenica 12 gennaio
Battesimo di Gesù - anno C
Gesù inizia la sua vita pubblica con un gesto che diventa subito rivelazione della sua identità e della sua missione. Inoltre il suo Battesimo ci fa pensare anche al nostro. Noi non siamo discepoli di una idea, stimatori di una dottrina: siamo stati amati, riscattati, fatti liberi per testimoniare una vita nuova, battesimale, ossia una vita da discepoli di Cristo. Con il suo battesimo Gesù ci conferisce un battesimo di fuoco, di forza, di luce… che fa di noi creature nuove e ci mette nel cuore la passione della Missione. In Gesù, per ognuno si realizza la promessa: venite all'acqua, venite, ascoltate e vivrete, venite a nutrirvi della mia presenza. Questa è la ragion d'essere di un cristiano: dire a tutti che la nostra ricerca del vero, del bene, del bello, del giusto si fonda su “un incontro”, non è proiezione di un bisogno frustrato, è iniziativa di un dono ricevuto.
Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,1-14;3,4-7; Lc 3,15-16.21-22
2025 Domenica 05 gennaio
II Domenica dopo Natale - anno C
In Cristo la Parola (Verbo) si è fatta carne. Questa ci rivela il mistero di Dio. È nella “storia del Verbo” (S. Bernardo) che l’uomo può vedere la gloria di Dio e così la vita eterna gli viene già rivelata mentre ancora vive nel tempo. Con il Natale non c’è più attesa: il disegno misterioso di Dio sull’umanità è pienamente svelato. L’uomo è chiamato a divenire partecipe della stessa filiazione divina del Verbo: ad essere, in Gesù, figli del Padre. E il Padre continua a generare nel Figlio ogni uomo e donna e in loro vede e ama ogni persona umana. Siamo di fronte alla suprema rivelazione della dignità umana, della singolare preziosità di ogni uomo. Non è poca cosa se Cristo il Figlio, il Verbo, la Parola, ha scelto di farsi uno di noi. Significa che vuole “farci” come Lui!
Sir 24,1-4.12-16, Sal 147, Ef 1,3-6.15-18, Gv 1,1-18
2024 Domenica 29 dicembre
Santa Famiglia - anno C
Oggi è frequente sentir dire che la famiglia è in crisi e addirittura superata perché ci deve essere un rapporto con gli altri più libero e più ampio. Ma non apprezzando questa realtà di famiglia propostaci dal creatore è proprio vero che si giunge a stabilire un vero rapporto con gli altri? Il modo con cui ci collochiamo rispetto alla famiglia manifesta anche il nostro progetto di vita tra gli uomini. E tocca anche il nostro atteggiamento verso Dio. Vi sono delle costanti nella Santa Famiglia che non possiamo smarrire: il riferimento a Dio, il reciproco e fedele dialogo, uno stretto legame che prepara ad ogni altro legame, la disponibilità al sacrificio, l’amore che è dono… Sono tutti atteggiamenti che brillano nella piccola Famiglia di Nazaret per essere esempio di vita per le nostre famiglie. Senza di essi combiniamo disastri tra di noi!
1Sam 1,20-22.24-28; Sal 83; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52
2024 Domenica 22 dicembre
IV Domenica di Avvento - anno C
Maria pronta e risoluta va incontro alla cugina a sua volta in attesa di un figlio. Inizia così la sua missione di assistenza nei confronti degli uomini attuando e accogliendo con questo gesto il compiersi della volontà di Dio, non solo nel suo grembo, ma anche nel suo contesto di vita. La Parola di oggi ci offre i parametri essenziali di come vivere il Santo Natale: nella gioia, nella carità, nella riconoscenza a Dio, nella fede sincera e sentita. Non può esserci vero Natale nel cuore e nella nostra vita se non ci apriamo a questo incontro, a questo profondo rapporto con il Signore sul modello di quanto Maria ha vissuto e offerto agli altri partendo dalla cugina Elisabetta. Ogni giorno, ogni festa, ogni evento sono una opportunità nuova per guardare a Cristo e poterlo portare con la nostra vita.
Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45
2024 Domenica 15 dicembre
III Domenica di Avvento - anno C
Conversione. L’abbiamo sentita tante volta questa parola! Certo è un invito importante, necessario per essere discepoli. Senza questa attuazione vanifichiamo ogni evento riguardante Gesù Cristo. Lo si ridurrebbe a un semplice uomo significativo e speciale per quanto vogliamo, ma sempre un essere umano. Invece per i credenti è anche Dio il Figlio inviato da Dio. Per questo Giovanni Battista ci sprona a questa conversione che vuole dire “ribaltare” il nostro modo di pensare, di vedere, di vivere. Ci vuole un atteggiamento forte, risoluto e deciso che elimini i compromessi con il peccato per abbracciare con volontà aperta la salita aspra ma affascinante della santità che è riconoscere il Natale come evento che ci rinnova e non stressa, ci trasforma e non rovina, ci realizza e non distrugge.
Sof 3,14-17; Cant. Is 12,2-6; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18
2024 Domenica 08 dicembre
Immacolata - II Domenica di Avvento - anno C
Oggi facciamo i complimenti a Maria chiamandola tutta bella, tota pulchra. Non per la sua giovinezza, né per la sua bellezza fisica. Maria non la si ammira per l’apparenza: di semplice famiglia, viveva umilmente a Nazaret, un paesino quasi sconosciuto. E non era famosa: anche quando l'angelo la visitò nessuno lo seppe. La sua non fu una vita agiata: fu una vita di preoccupazioni e timori. Eppure Lei, la piena di grazia come la chiamiamo, ha vissuto una vita bella, ammirabile, piena di bellezza. Qual era il suo segreto? Quello di fidarsi di Dio, di ascoltare la sua Parola, di intrattenersi con Lui. E la Parola, tanto vicina al suo cuore, ha preso carne nel suo grembo. Così Maria ha reso bella la sua vita. Non l'apparenza, non ciò che passa, ma il sì costante fin dal principio del suo esistere.
Gn 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
2024 Domenica 01 dicembre
I Domenica di Avvento - anno C
Ricominciando un nuovo anno liturgico credo sia quanto mai opportuno per tutti noi accogliere il monito e il richiamo: “State attenti… vegliate in ogni momento”. Dissipazioni, ubriachezze, affanni e preoccupazioni che rendono la vita sempre più triste sono all’ordine del giorno nella nostra società odierna del permissivismo totale. Ripensare la nostra vita nell’ottica di Colui che ci “tiene” veramente alla nostra esistenza significa camminare verso una costante conversione e purificazione. L’Avvento, che ci aprirà anche all’Anno Santo 2025, ci richiama soprattutto a questo e ci indirizza a fare scelte buone. Siamo nel tempo giusto per vigilare, per attendere, per disporci a un po’ di penitenza gioiosa perché sta per arrivare Qualcuno, che ci rinnova, che ci ama, che ci considera figli e fratelli amati.
Ger 33,14-16; Sal 24; 1Ts 3,12 - 4,2; Lc 21,25-28.34-36