Pensieri Luce - 2023 anno A
E' una breve riflessione settimanale sulla Parola di Dio.
Offre uno spunto per illuminare la nostra giornata festiva e la nostra settimana.
E' una breve riflessione settimanale sulla Parola di Dio.
Offre uno spunto per illuminare la nostra giornata festiva e la nostra settimana.
2023 Domenica 26 novembre
Domenica di Cristo Re - anno A
Nella contemplazione dell’Agnello immolato, celebriamo la solennità di Cristo Re e Signore dell’intero universo. Il discorso sarebbe però incompleto se non evidenziasse la misericordia infinita di cui parlano Ezechiele (I Lettura) e il Salmo responsoriale nel presentarci il buon Pastore che raduna le pecore disperse e cura quelle ferite, prima di condurle ai pascoli erbosi, dove la comunione con Lui, risuscitato dai morti (II Lettura) è vita senza fine. Si rileva così la visione del Regno consegnato da Cristo al Padre dopo la sua vittoria sul peccato e sulla morte e la conseguente sottomissione di ogni cosa a Dio. Il giudizio pronunciato in base all’amore, segnerà la definitiva linea di demarcazione che assegnerà la giusta collocazione ai buoni e ai cattivi.
Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46
2023 Domenica 19 novembre
XXXIII Domenica T. Ordinario - anno A
La parabola dei talenti non vuole tanto sottolineare che si tratta di "doni ricevuti", quanto piuttosto il dovere che ne deriva per chi li possiede. Non viene neppure valutato il loro rendimento, che potrebbe - di fatto - non dipendere dall’interessato, ma l’impegno, unica richiesta per conseguire la ricompensa. Il regno di Dio è certo un dono, ma anche un compito per chi lo riceve. La mancanza di dedizione da parte del servo "fannullone" viene così punita. Anche Paolo anima i Tessalonicesi a impegnarsi nella vita cristiana, ricordando loro "il giorno del Signore", espressione che richiama il giudizio finale. Mentre nella I lettura si esalta la figura della "donna perfetta", ogni creatura, che "lavora volentieri", meritando le pubbliche lodi.
Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30
2023 Domenica 12 novembre
XXXII Domenica T. Ordinario - anno A
Il Signore verrà ne siamo certi. Un giorno si concluderà il nostro percorso terreno. Con buona probabilità quando avremo la certezza del giorno e dell'ora non riusciremo più a realizzare tutto ciò che avremmo voluto. Ecco perché l'esortazione di Gesù è preziosa: "Vegliate!". Si tratta di vigilare sulle nostre scelte per rimetterle in ordine di importanza e di urgenza. Si tratta di realizzare ciò per cui siamo al mondo impegnandoci giorno dopo giorno. Si tratta di essere sempre provvisti dell'olio della giustizia, dell'amore, della fede. Un forte contributo per vivere questo programma ci viene dalla Sapienza che Dio ci dona fin dal Battesimo e che noi siamo chiamati a farne tesoro.
Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13
2023 Domenica 05 novembre
XXXI Domenica T. Ordinario - anno A
Oggi siamo spinti a un super esame di coscienza. La nostra vita interiore, familiare, professionale, sociale è allineata con le richieste, i valori e gli atteggiamenti di Gesù? Siamo coerenti con le parole di fede che professiamo nell'Eucaristia? Ci comportiamo bene perché ne siamo convinti o per essere accettati e ammirati dalla gente? Ci sentiamo insegnanti e maestri? Gesù non smette di ricordarci che «chi si esalterà sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Tutto ciò che abbiamo e che siamo non è sempre merito nostro. È il frutto di occasioni e possibilità che la vita - e quindi il buon Dio - ci ha offerto. Certo noi siamo stati capaci di svilupparle. Questo però non deve esaltaci ma darci responsabilità.
Mal 1,14b - 2,2b.8-10; Sal 130; 1Ts 2,7b-9.13; Mt 23,1-12
2023 Domenica 29 ottobre
XXX Domenica T. Ordinario - anno A
La parola amore è forse la più bella, la più profonda e la più... fraintesa della nostra vita. Amore si dice con l'istinto e con la mente, con il cuore e con l'anima. E non sempre i risultati coincidono. Per amore si compiono gesti sublimi e si producono dolorosi disastri. Ma l'amore è certamente il movimento interiore più importante dell'esistenza. Ed è l'essenza di Dio che in Cristo ci insegna come amare. Non possiamo amare se non ci amiamo e stimiamo. Non possiamo amare senza offrire e perdere qualcosa di noi stessi. Nessuno può amare qualcuno se non impara da Dio, amore infinito che dà tutto di se stesso per le sue creature senza perdere ciò che è. Così potrà amare ancora oggi, domani e dopo ancora.
Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40
2023 Domenica 22 ottobre
XXIX Domenica T. Ordinario - anno A
Pagare le tasse non piace a nessuno ma è necessario per il bene comune. Così il Signore non cerca il compenso per quanto ha donato all’uomo. Al Lui interessa, se dobbiamo parlare di restituzione, che gli diamo la bellezza della nostra vita vissuta nell’amore per Lui e il prossimo. È il anche il senso delle parole di Paolo (II lett.) quando loda i cristiani di Tessalonica perché si riconoscono, mediante la loro condotta, "eletti da Dio", immagine della Sua bontà. Ed è quanto esprime Isaia (I Lett.) quando afferma che, mediante il suo eletto, tutti i popoli riconosceranno l’unico Dio proprio mediante la testimonianza dell’opera di quell’uomo. In ciò non solo si glorifica Dio, ma si fa crescere il mondo nell’amore.
Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21
2023 Domenica 15 ottobre
XXVIII Domenica T. Ordinario - anno A
Dio offre a tutti i popoli la sua salvezza: tutti sono invitati a gioire e condividere. Tanti però, non se ne curano, preferendo dedicarsi alle loro occupazioni. E così a causa della loro non disponibilità saranno esclusi dal Regno. Mentre chi accoglie l’invito del Signore e indossa la veste nuziale, cioè si mette nelle disposizioni necessarie per sedere alla mensa divina, trova la felicità nella vita presente e in quella futura. Così dalla vigna, purtroppo motivo di morte, siamo passati al banchetto occasione di festa e gioia che ci invita a sperare in un mondo nuovo (I Lettura) e non possiamo che dire Grazie, alle stessa maniera di San Paolo (II Lettura) che ringrazia i Filippesi per la loro generosità nei suoi confronti.
Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14
2023 Domenica 08 ottobre
XXVII Domenica T. Ordinario - anno A
Di bene e male è intrecciata la vita di tutti noi. I testi odierni sintetizzano questa realtà: mentre Isaia (I Lett.) ci parla della delusione di Dio per la vigna da lui piantata e curata ma che non ha dato frutti, la parabola evangelica descrive le tragiche conseguenze di un’inqualificabile condotta dei capi che sfruttano la speranza messianica a loro esclusivo vantaggio, giungendo a perseguitare i profeti inviati e uccidendo perfino il Figlio. Un insegnamento anche per noi, che potremmo essere tentati di sfruttare il Vangelo a beneficio delle nostre idee e dei nostri interessi: gli inviti del Signore non vanno mai trascurati; ciò che conta è curare le disposizioni di mente e di cuore necessarie per l’incontro con Lui.
Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43
2023 Domenica 01 ottobre
XXVI Domenica T. Ordinario - anno A
Spesso alle parole non seguono le azioni. E in alcuni casi è un bene. Il primo figlio risponde «Non ne ho voglia», ma alla fine dirà il suo sì con i fatti. Il secondo figlio purtroppo non darà seguito alla buona intenzione. La fragilità umana emerge nella sua realtà! Le dichiarazioni di intenti non bastano. Per fortuna c’è anche il pentimento, la riflessione, la voglia di cambiare. E per quanti vanno in questa direzione ci saranno i primi posti. Essi saranno esaltati da Dio, come è stato esaltato il Figlio. Riconosciamo anche quanto dichiara San Paolo, ossia il desiderio di ricercare gli stessi sentimenti di Cristo (II lettura). È così che riplasmiamo la nostra immagine di Dio in noi e a Lui riusciamo a dire un costante “sì” sincero.
Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32
2023 Domenica 24 settembre
XXV Domenica T. Ordinario - anno A
A prima lettura dov’è la giustizia in questo racconto? Qui non è in questione la giusta retribuzione del lavoro. Il profeta Isaia ci ricorda che i pensieri di Dio non sono i nostri (I Lett.). Egli è come un padrone che assume in giornata (Vangelo). Tutti i disoccupati trovano lavoro, come i peccatori possono ritrovare la strada di casa: è sempre il momento buono per convertirsi! Nessun favoritismo, nessun "imbroglio". Ognuno riceve quanto concordato. Ma i lavoratori dell’alba pensavano che avrebbero ricevuto di più, visto quanto dato agli ultimi. Invece no. Il Signore Gesù ci sorprende. Con Lui la ricompensa è un dono, non un diritto. E questa bontà, purtroppo, ci infastidisce; ci disturba questa Sua esagerazione e disponibilità con tutti.
Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20c-24.27a; Mt 20,1-16
2023 Domenica 17 settembre
XXIV Domenica T. Ordinario - anno A
Quante volte perdonare? A Pietro il numero di sette pareva già molto, dal momento che nella teologia ebraica Dio perdonava lo stesso peccato tre volte; il giudeo osservante era tenuto a imitarlo. Gesù va oltre e invita i suoi discepoli a perdonare addirittura sempre. Per rafforzare questa sua affermazione narra la parabola del servo spietato. Ci indigna la differenza di trattamento ricevuto e fatto subire dal protagonista. La sproporzione tra diecimila talenti (una ricchezza impressionante) e cento denari (una discreta somma) è un esempio della diversità che c’è tra i doni che riceviamo da Dio e quelli che possiamo e dobbiamo dare ai fratelli. Il perdono è forse il dono che più ci costa, ma è anche quello che ci salva.
Sir 27,30 - 28,7, NV 27,33 - 28,9; Sal 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35
2023 Domenica 10 settembre
XXIII Domenica T. Ordinario - anno A
Dove due o tre sono riuniti nel suo nome, egli sarà presente in mezzo a loro. Questa verità è di estrema importanza per la nostra vita, perché nessun uomo è un’isola. Per questo il Signore ha vincolato il perdono alla nostra capacità di accogliere e di perdonare. E San Paolo (II Lett) afferma che pieno compimento della legge è l’amore. Se corrisponderemo a ciò, nessuno potrà rimproverarci di essere indifferenti o egoisti, perché l’amore per l’altro sarà il nostro riferimento principale per impegnarci nella direzione del bene e nel compimento della volontà di Dio. Ricordiamo anche le parole di Ezechiele che invita ad accompagnare alla conversione i peccatori, perché delle loro anime il Signore ci chiederà conto.
Ez 33,1.7-9; Sal 94; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20
2023 Domenica 03 settembre
XXII Domenica T. Ordinario - anno A
Modalità strana la scelta di salvare attraverso la croce. Dio, con Gesù, prende su di sé i nostri peccati, si sottomette alla nostra realtà di sofferenza e morte, rinuncia alle sue prerogative divine per essere solidale in tutto ad eccezione - si intende - del peccato. Il rimprovero di Gesù a Pietro è perché lo vorrebbe portare sulla medesima strada del Tentatore: una strada di successo, di vittoria che non corrisponde al pensiero del Signore. Il discepolo non può pensare alla maniera del mondo, deve assumere la via del Maestro che, sebbene nella realtà del mondo sia perdente, nella logica di Dio porta alla vittoria. Non è uno spogliarsi ma un affidarsi, lasciandoci condurre da Colui che ci ha amato fino alla sua morte.
Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27
2023 Domenica 27 agosto
XXI Domenica T. Ordinario - anno A
Confermare i fratelli nella fede, essere pietra sulla quale Cristo edifica la sua Chiesa. Questo avviene dopo che Pietro, ispirato dal Padre, ha professato la sua fede in Cristo "Figlio del Dio vivente". Egli non sarà più Simone, ma "Pietro", che significa "Pietra", roccia di fondazione. Anche noi, con Pietro, siamo pietre, perché insieme realizziamo la Chiesa di Cristo. Siamo una componente essenziale per edificare quanto Cristo Gesù ha voluto per il bene e il cammino dei suoi discepoli. Forse Cristo non ha pensato a tutte le componenti umane di fragilità e peccato: ha lasciato a noi il compito di affrontarle e superarle, sempre con il Suo aiuto. Altrimenti noi cosa avremmo fatto? Solo compiacerci? No di certo. Anche noi dobbiamo rivelare la nostra fede!
Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20
2023 Domenica 20 agosto
XX Domenica T. Ordinario - anno A
Gesù non intende escludere nessuno. Egli si dedica a tutti gli infermi, poiché Dio è Creatore e Padre di ciascun uomo (Vangelo). Il profeta Isaia esclama: «Gli stranieri, che hanno aderito al Signore… li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia» (I Lettura). Paolo si rivolge ai pagani dichiarandosi loro apostolo (II Lettura). L’annuncio di una salvezza per tutti è, quindi, chiara. Pertanto nessuna barriera per dialogo e carità! Questo è il volto dei discepoli che Gesù cerca: aperto, disponibile, senza pregiudizi. Dio gradisce i sacrifici e le preghiere di tutti. Riscoprire questa verità ci porterà a vivere meglio e con maggior serenità ogni rapporto umano, anche con coloro che non sono di “casa nostra”.
Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28
2023 Domenica 13 agosto
XIX Domenica T. Ordinario - anno A
Conosciamo le conseguenze delle tempeste. Nella vita, poi: i lutti, le malattie, gli inganni, le persecuzioni lasciano segni incancellabili. Difficile non scoraggiarsi. La Parola odierna ci presenta due situazioni pesanti: una riguarda il profeta Elia e l’altra gli Apostoli. I due brani ci assicurano la vicinanza di Dio, che è brezza leggera dopo il vento impetuoso, il terremoto, il fuoco. Dio è con gli esseri umani, ma dov'è la loro fede? Gli Apostoli scambiano Gesù per un fantasma, gridando di paura. Pietro lo mette persino alla prova, chiedendo un segno che non basterà a tranquillizzarlo. Quanta poca risulta la nostra fede! Per questo, con la sua vita, il Signore ci dà l’esempio di come alimentare la fiducia in Dio: con la preghiera, ossia con un dialogo costante con il Padre.
1Re 19,9a.11-13a; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33
2023 Domenica 06 agosto
Trasfigurazione del Signore - anno A
E' piacevole essere presi «in disparte», magari portati «su un alto monte» dal quale allargare la prospettiva, vedere più lontano, sentirsi più vicini a Dio. Si tratta di riprendere il messaggio centrale della nostra fede: «Questi è il Figlio mio, l'amato. In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Nel linguaggio quotidiano c’è differenza tra l'udire e il mettere in pratica ciò che sentiamo. L'ascolto che ci viene richiesto è l'accettazione profonda delle parole di Cristo, con l'impegno conseguente di concretizzarle, nella vita. Per questo è utile fermarsi davanti al suo volto, ammirare la sua luce, scaldarsi al sole della sua presenza, lasciarsi toccare da Lui. Come Pietro, Giacomo e Giovanni, che fecero di quel ricordo ragione del loro cammino con Cristo Gesù.
Dn 7,9-10.13-14 opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Mt 17,1-9
2023 Domenica 30 luglio
XVII Domenica T. Ordinario - anno A
Quale scelta fare? Quante volte vorremmo tornare indietro o avere una seconda opportunità. Nella realtà della vita e delle relazioni ciò non sempre può accadere. La vita ci porta sempre a scegliere e ogni scelta evidenzia la nostra responsabilità e maturità. Così siamo invitati a fare scelte giuste e buone. Anche re Salomone ha fatto la sua scelta optando per la sapienza che va a vantaggio di tutti. Il mercante ha saputo osare e si è ritrovato con una perla preziosa... E Dio ha scelto noi, creature fatte a sua immagine, e ci ha donato la sua gloria, come dice S. Paolo, quella di essere conformi all’immagine del Figlio suo. Un bel e prezioso guadagno e sarebbe da stolti lasciarselo sfuggire.
1Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52
2023 Domenica 23 luglio
XVI Domenica T. Ordinario - anno A
Lo sperimentiamo tutti: c’è il bene e c’è il male. Dove semina Dio, purtroppo arriva anche satana che insidia, lusinga, non demorde nelle sue tentazioni. Sappiamo che spesso il demonio ha il sopravvento su di noi e sulle nostre scelte e, quindi, che il male cresce anche nella Chiesa. Occorre allora avere pazienza, attendere la mietitura finale, avere fiducia nel piccolo granello di senape. Non pensiamo che il male sia solo negli altri: c’è anche in noi. Guardando tutto questo con sincerità di cuore ci accorgiamo però di non essere abbandonati a noi stessi. Possiamo riconoscere che dove abbonda il peccato, può sovrabbondare l’amore di Dio che perdona, libera, accoglie, ama.
Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43
2023 Domenica 16 luglio
XV Domenica T. Ordinario - anno A
Consideriamolo, quello di oggi, un Vangelo “da spreco”. Anche le cifre sono esagerate: c’è un seminatore che sparge senza cura la semente, uno spreco opulento. Gesù non si preoccupa di ciò: Egli guarda all’abbondanza, oltre ogni aspettativa, del raccolto che si ottiene dal terreno fertile. Se da una parte le difficoltà sono grandi perché dovute alle pietre, all’aridità, alle spine, dall’altra basta anche una piccola parte feconda per produrre qualcosa di meraviglioso. È l’agire di Dio che produce anche con pochi mezzi. Basta un buon cristiano per portare amore, verità, giustizia, perdono lì dove non ce ne sono; per santificare quei luoghi che sembrano senza speranza. Lodiamo, allora, Dio per le piccole zone fertili della nostra vita che possono fare molto.
Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23
2023 Domenica 09 luglio
XIV Domenica T. Ordinario - anno A
Per noi cristiani l’invito di Gesù è di camminare sulle sue orme caratterizzate da umiltà e amore fino alla morte in croce. Ma al nostro mondo, ebbro di potenza e superbia, questa “rivelazione” sembra inutile. Zaccaria, nella prima lettura, dichiara che il messia non avrà toni trionfalistici di conquistatore, al contrario si offrirà come modello di umiltà e donazione. Il successo di Cristo scaturisce dalla croce! San Paolo (II lettura) ci sollecita a rivestirci dello Spirito di Cristo per generaci all’amore. Per questa ragione il Vangelo ci attesta che gli emarginati, i poveri, i semplici risultano “più” amici di Cristo in quanto maggiormente aperti e disponibili a lasciarsi illuminare, rinnovare, trasformare dalla sapienza di Dio che passa attraverso Gesù Cristo.
Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30
2023 Domenica 02 Luglio
XIII Domenica T. Ordinario - anno A
Seguire il Signore non è una semplice passeggiata! Lo sperimentiamo quasi tutti i giorni. Inoltre sentire alcune affermazioni di Gesù provocano un certo disappunto. Siamo sorpresi, persino sconcertati e indietreggiamo interiormente quando si parla di sentimenti, di amore, di familiari da non anteporre ad altro. Ma qui c’è il rapporto con Dio. Egli non ci dice di non amare, anzi! Ci esorta ad amare come Lui ha amato. È sotto gli occhi di tutti, spesso vicino o persino dentro la propria famiglia, la sofferenza per la fragilità di legami affettivi che si incrinano o spezzano. Quello di Gesù è l'invito a convertire le relazioni assumendo e vivendo il suo stile di amore offerto gratuitamente.
2Re 4,8-11.14-16a; al 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42
2023 Domenica 25 giugno
XII Domenica T. Ordinario - anno A
Il Vangelo ci assicura che il Signore ci tiene in grande considerazione garantita dal suo amore giunto fino all’immolazione sulla croce. Per questo comprendiamo come la missione che Gesù ci affida comporta anche per noi dei rischi per cui ci vuole coraggio, tenacia e costanza. Anche prima di Cristo si è vissuta la medesima situazione e Geremia, nella I lettura, ne è un esempio. E San Paolo (II lettura) lamenta la potenza del peccato entrato nel mondo per disobbedienza. Ma Cristo, con il suo sacrificio, vince la condizione di morte. Dalla fede in Dio e dalla solidarietà con il Signore Crocifisso derivano per noi doni preziosi: il suo amore, la libertà nei confronti di paure e ricatti, l’impegno a vivere bene facendo del bene.
Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33
2023 Domenica 18 giugno
XI Domenica Tempo Ordinario - anno A
Gesù desidera che diventiamo operai nella sua messe, che ci aiutiamo gli uni gli altri a crescere. Quando si cresce nella profondità dell'amore si arriva ad un punto in cui si diventa abbastanza attenti alla crescita anche dell'altro e si impara dall'altro. Abbiamo così un amore che si fa intenso, profondo, vivo. Per questo Gesù chiama i discepoli prima di tutto a sé perché senza il suo amore, senza questa crescita continua non potranno fare nulla verso gli altri. Poi dà loro il potere di scacciare gli spiriti impuri, ossia di aprire il cuore alla luce che Dio infonde loro, senza lasciarsi confondere da voci interne a loro stessi ed esterne, da tante strade, fasulle. È così che si impara ad essere portatori del suo Vangelo.
Es 19,2-6a; Sal 99; Rm 5,6-11; Mt 9,36 - 10,8
2023 Domenica 18 giugno
Corpus Domini - anno A
Le esigenze del corpo incontrano quelle dello spirito. Mangiare non è soltanto una necessità biologica: ci fa gustare cose buone, ci riconcilia con la vita e con i fratelli. Gesù pane di Vita si offre come forza per gli affaticati, bontà da gustare, legame di comunione. Dice Gesù: “Chi mangia di me dimora in me”. Consumare il Corpo di Cristo e bere il suo sangue ci trasforma in corpi spirituali. Così spirito e corpo si fondono: si completa in noi il sacrificio della croce che si attua nella nostra partecipazione viva alla celebrazione eucaristica. Nasce così una realtà nuova che si manifesta nell’opera dell’amore: corpo offerto, sangue versato nello scorrere dei giorni. Abbiamo il sacrificio di Cristo, c’è il nostro sacrificio: siamo di fronte al banchetto della Vita eterna!
Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58
2023 Domenica 04 giugno
SS. Trinità - anno A
E' Gesù che ci parla di Dio come Padre, come Figlio e come Spirito che entra in relazione con noi. Dio rivelandosi come Dio Trinitario ci dà l’opportunità di relazionarci con Lui da figli e da fratelli per una comunione spirituale eterna. Dio, Trinità, non sceglie la lontananza ma desidera una vicinanza stretta da Padre e da Figlio e per questo ci costituisce figli nel Figlio Gesù perché nel suo Spirito ci sentiamo uniti a Lui per vivere d’amore e nell’amore. Questa è la Festa che ci invita ad approfondire il mistero di Dio, di fronte al quale la mente umana resta ammutolita. Non pretendiamo di capire tutto di Dio; cogliere però qualcosa di Lui, sì! E la conoscenza ce la offre Gesù, il Figlio del Padre in stretta unione con il loro Spirito. Amen
At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
2023 Domenica 28 maggio
Solennità di Pentecoste - anno A
La Pentecoste evidenzia l’azione dello Spirito Santo nella Chiesa, ossia nella vita dei battezzati, attraverso i suoi doni. Negli testo degli Atti lo Spirito Santo viene presentato nel forte impulso che ricevono gli apostoli, i quali si fanno subito araldi delle grandi opere di Dio realizzate in Gesù e riguardanti tutta l’umanità, simbolicamente colte nella varietà dei popoli radunati a Gerusalemme. Giovanni mostra l’azione dello Spirito come purificazione dai peccati, come partecipazione della stessa vita di Cristo. San Paolo lo indica operante in noi con i carismi donatici, ossia i suoi doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. E noi? Come lo pensiamo lo Spirito di Dio che ci costituisce Tempio Santo di Dio?
At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
2023 Domenica 21 maggio
Ascensione del Signore - anno A
L'Ascensione stabilisce che Cristo Signore ha compiuto in tutto la sua missione e ora può ritornare alla casa del Padre per attendere tutti noi. Per quaranta giorni si è mostrato come il Risorto dimostrando la stretta unione con la nostra umanità, ora, in Lui, glorificata. Inoltre ha posto fine alla falsa attesa di qualche altro messia. È Lui, il Risorto e nessun altro, il Salvatore. I discepoli ricevono così il mandato di continuare la sua opera. Poiché Cristo non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha dato la fiducia che dove è Lui saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria, dobbiamo sempre avere davanti agli occhi la speranza alla quale ci ha chiamati e quale sarà la nostra eredità tra i santi, il Paradiso.
At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20
2023 14 maggio
VI Domenica di Pasqua - anno A
Ora che Gesù è risorto pensare che si allontani dai discepoli è motivo di tristezza. Gesù li “consola” promettendo un “Consolatore”, lo Spirito Santo, la terza Persona della SS. Trinità. Il risultato di questa speciale vicinanza è la possibilità di attuare i comandamenti di Dio in quanto lo Spirito del Signore abita in noi e agisce con noi. Infatti, nel testo degli Atti cogliamo come lo Spirito continui l’opera di Gesù attraverso Filippo, liberando anche i pagani dalle malattie e dal potere del demonio. Con l’imposizione delle mani da parte degli apostoli, ricevono anch’essi lo Spirito Santo. Inoltre, sempre sostenuti dallo Spirito, tutti possiamo rendere ragione della speranza che è in noi, come ci esorta S. Pietro.
At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21
2023 Domenica 7 Maggio
V Domenica di Pasqua - anno A
Dichiarando “Io sono la via, la verità, la vita” Gesù ci rivela la sua identità e la sua missione. In Lui c’è totalmente l’umanità e la divinità e tale realtà può condurci pienamente alla santità. In Gesù anche noi ci uniamo al Padre: io sono nel Padre e il Padre è in me. Il cristiano punta tutto su Gesù che è garanzia (come afferma Pietro) per “stringersi a Cristo, pietra viva”, in modo da formare un edificio, il tempio di Dio, dove si proclamano le meravigliose opere che il Signore continua a compiere in noi e con noi. In questa luce, la nostra identità è quella di essere nuovo popolo di Dio, comunità redenta abilitata a offrire sacrifici spirituali graditi a Dio.
At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12
2023 Domenica 30 Aprile
IV Domenica di Pasqua - anno A
Domenica chiama del Buon Pastore. Cristo è il buon pastore che conduce alla casa del Padre. Gesù è anche la Porta unica delle pecore, il Tempio vero che mette in comunione con il Padre. È la guida del gregge, pronto a condividere i pericoli e le difficoltà del gregge/discepoli camminando davanti perché lo segua sicuro verso i pascoli erbosi. Il gregge, i discepoli, ascoltando la voce di Cristo sa di non perdersi e di avere la certezza che non sarà Dio a punire, castigare, condannare, ma è il suo peccato cioè il nostro allontanamento da Lui che ci porta a perderci... alla morte. Quindi la Parola di Dio e il nostro ascolto sono le garanzie per non smarrire il cammino e non rischiare di finire nei burroni del male e del peccato e perire.
At 2,14a.36-41; Sal 22; 1Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10
Anno 2023 Domenica 23 aprile
III Domenica di Pasqua - anno A
Un evento che può capitare anche a noi. Il Signore accompagna anche noi e ci offre la sua presenza nella duplice mensa della Liturgia domenicale: nel suo giorno Egli ci annuncia la Parola di vita e spezza il Pane consacrato. Ecco perché la domenica, giorno del Signore, deve corrispondere a giorno per il Signore. È così che costruiamo un sincero rapporto con Cristo che non sarà “lo straniero” incontrato per caso, ma Colui che dà la forza di riconoscerlo come il Risorto. E perché no, anche nella vita di chiunque incontriamo sulla strada dell’esistenza. E in tale modo il Signore ci colma di gioia con la sua presenza di Risorto. Per questo il cuore dei due discepoli “arde” al sentir parlare lo “straniero” che tale non è più al momento dello spezzare il pane. Il loro cuore ora è aperto alla comprensione delle Scritture.
At 2,14a.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35
2023 Domenica 16 aprile
II Domenica di Pasqua - anno A
Gesù riafferma, nell’ottavo giorno, la sua nuova realtà di Risorto. L’o scopo è di affermare che è la domenica il giorno in cui, facendo memoria insieme della risurrezione, noi ci costituiamo come suo corpo, come sua Chiesa. L’assente Tommaso non è altro che l’immagine di quanti si trovano assenti rispetto alle visite del Signore, alle sue sorprese, alle sue proposte. Tommaso rimanda alle difficoltà del credere di noi tutti. Notiamo però come Gesù soddisfi la curiosità e incredulità di Tommaso non con un prodigio personale ma con una nuova apparizione fatta alla presenza degli altri apostoli, ossia in seno alla comunità, alla Chiesa. È nella Chiesa che si incontra e sperimenta il Risorto. La fede “fai da te” non è garanzia di piena comunione con Cristo né con i fratelli. È infatti alla presenza della comunità apostolica che Tommaso afferma: “Mio Signore e mio Dio!”.
At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31
2023 Domenica 09 aprile
Domenica di Pasqua - anno A
Pasqua! Siamo di fronte alla tomba vuota di Cristo. Può prenderci lo stupore e la meraviglia degli stessi discepoli che videro il sepolcro vuoto e soprattutto lo stesso Gesù Risorto. Allora la risurrezione c’è. Il Cristo condannato e morto sulla croce è ancora visibile con gli occhi fisici, per alcuni, con quelli della fede per tutti noi. Ha ripreso la Vita piena, gloriosa, quella vita che dona a tutti noi. È la festa della nostra fede, del nostro rapporto con Dio. Neghiamo la risurrezione? Vanifichiamo il nostro credo! La festa di Pasqua ci ripropone il fulcro su cui ruota ogni scelta, ogni situazione e ogni momento del nostro esistere. Celebrarla vuol dire ricordarci che nulla andrà mai perduto, che tutto di noi sarà salvato, che nel trascorrere del tempo possiamo sempre sperimentare l’amore di Dio che in Cristo si è sacrificato per redimerci dal peccato.
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)
2023 Domenica 02 aprile
Domenica delle Palme - anno A
Nonostante l’avvicinarsi della morte Gesù continua ugualmente il suo percorso. La folla lo osanna, lo vuole re, ma come sempre non sa cosa dice… segue l’onda di chi urla più forte. Sarà così anche quando si griderà “Crocifiggilo”. Gesù, consapevole, non si sottrae e il dolore non genera rabbia e odio, come potrebbe capitare a noi, solo invocazione e affidamento al Padre. Egli sa che sta compiendo l’opera per cui il Padre l’ha inviato. Le nostre convinzioni, invece, spesso si fissano solo sulla nostra volontà. Facciamo fatica ad accettare l’opera di Dio su di noi. Eppure le porte di una Gerusalemme si aprono anche per noi, non solo per la gloria effimera del successo umano ma soprattutto per il compimento del disegno di Dio che ci porta alla Gloria eterna assicurataci da Cristo.
[Ingr: Mt 21,1-11] Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14 - 27,66
2023 Domenica 26 marzo
V Domenica Quaresima - anno A
Dio non ci abbandona alla morte. L’episodio del ritorno alla vita di Lazzaro è proprio il segno di una potente rivelazione della signoria di Dio e della divinità di Gesù che dichiara di se stesso: “Io sono la risurrezione e la vita”. Chi vive e crede in Cristo Gesù ha la vita, piena e definitiva. La morte non vincerà su di lui. Il credente è associato alla stessa vita di Gesù: certo ci è dato il tempo della prova, della sofferenza, della morte fisica, ma ci è donata anche l’eternità della vita che dimostra la vittoria definitiva sulla morte. Il cristianesimo è tutto apertura alla vita piena e bella con il Signore. Abbiamo un cammino da percorrere che poco alla volta ci dispone a scoprire questa verità che Cristo ci ha portato con la sua presenza e il suo sacrificio. È la quaresima della vita che apre alla Pasqua della vita!
Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45
2023 Domenica 19 marzo
IV Domenica Quaresima - anno A
La malattia è un castigo di Dio? Ma che male ha fatto per meritarsi questo? Centro del Vangelo odierno abbiamo un cieco dalla nascita che, visto dai discepoli, richiamano su di lui l’attenzione di Gesù, proponendo il quesito di chi sia la colpa del suo male. Noi crediamo che Dio sia buono, ma nello stesso tempo abbiamo paura di lui, come se Dio fosse pronto a colpirci per qualche sua ragione. È importante quindi la risposta di Gesù: “E’ perché in lui siano manifestate le opere di Dio”. La vita di ogni uomo può esprimere sempre l’amore di Dio per lui. Anche nelle situazioni più avverse. E questo amore offre una luce nuova che spalanca gli occhi verso il vero e unico Salvatore con il quale possiamo sempre entrare in dialogo e essere costantemente liberati dalle nostre fragilità e dai nostri peccati.
1Sam 16,1b.4.6-7.10-13; Sal 22; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41
2023 Domenica 12 marzo
III Domenica Quaresima - anno A
Senza Dio siamo come in un deserto senza vita. Non è facile trovare acqua. Ci vuole qualcuno che ce indichi la sorgente per essere dissetati e allora… L’incontro di Cristo con la samaritana ci svela la vera acqua che disseta, che lava, che rinfresca, che rigenera. È Cristo, che chiedendo un sorso d’acqua dona una sorgente che non si prosciuga più, che rivitalizza le giunture del nostro essere e ci rende capaci di annuncio, di offerta, di testimonianza. Infatti nell’incontro al pozzo non c’è alcuna ammonizione, semplicemente viene messa a nudo la verità. Gesù non chiede nulla, ma le notizie vitali che le ha fatto conoscere la portano a raccontare a tutto il villaggio quell'incontro. Sì, Gesù è stato l'acqua viva che le ha cambiato la vita, ed ora lei è diventata una sorgente. Anche per noi è così?
Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42
2023 Domenica 05 marzo
II di Quaresima - anno A
Dopo la prova del deserto, del digiuno, della tentazione che può allontanarci da Dio Padre, ecco che Gesù si trasfigura e ci porta vicino al Padre, il quale ci incoraggia, ci rassicura, ci dà le coordinate per perseverare nella Fede. Infatti non siamo degli arrivati alla meta: il cammino è irto di difficoltà e l’ascolto della Parola è importante per non cedere. Così la trasfigurazione di Gesù vuole essere una rassicurazione, come a dirci “Ne vale la pena, questa sarà la gloria per tutti i discepoli”. Ecco perché occorre scendere dal monte, affrontare la croce, risorgere. “Alzatevi e non temete” è la parola d’ordine che ci viene rivolta e che siamo chiamati a trasmettere nella certezza che Gesù è il Salvatore.
Gen 12,1-4a; Sal 32; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9
2023 Domenica 26 febbraio
I Domenica Quaresima - anno A
Tutta la vita è una continua lotta contro le tendenze verso il male, ma l’esempio di Gesù ci dimostra come all’uomo è concessa la libertà di scegliere se seguire la via della vita o quella della morte, certi del sostegno della grazia divina. Il testo della Genesi ci ricorda come è avvenuta la caduta dell’uomo e le conseguenze del peccato originale. San Paolo riprende l’episodio della caduta e indica in Cristo il nuovo Adamo che salva l’umanità e le restituisce la dignità perduta. Nel vangelo leggiamo le tentazioni perpetrate dal Demonio a Gesù nel deserto e la sua forza nel superarle. Tale vittoria gli viene dalla fiducia nel Padre. Noi dunque in chi poniamo fiducia per vincere le nostre tentazioni?
Gn 2,7-9; 3,1-7; Sal 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11
2023 Domenica 19 febbraio
VII Domenica Tempo Ordinario - anno A
Perdonare, pregare, non vendicarsi… cose assurde! Eppure il Signore ce le propone come unica via per la salvezza, per trovare pace, per non morire dentro. In effetti, è proprio questo il modo di essere di Dio: «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». La sua essenza è amare senza misura, senza condizionamenti o contraccambi. Per questo, pur chiedendoci di puntare all'amore simile al Suo, continuerà a volerci bene anche quando non porgeremo l'altra guancia, o come quando saremo noi a schiaffeggiare il prossimo. Egli continuerà a implorarci, per il nostro bene, a imparare da Lui, di credere che è possibile stare dalla sua parte e vivere quanto ci propone.
Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48
2023 Domenica 12 febbraio
VI Domenica Tempo Ordinario - anno A
A volte le parole di Gesù ci risultano troppo esigenti. Riconosciamo gli antichi comandamenti: non uccidere, non rubare, non mentire... Ma evitare di adirarsi, di desiderare, di mascherare la realtà, è decisamente difficile, per non dire impossibile. Eppure, se provassimo a metterci dalla parte di chi subisce il danno, forse potremmo capire l'importanza delle richieste di Gesù. Sì, Gesù «porta a compimento» la Legge antica, recupera il suo senso profondo, la umanizza perché indica come meta un’esistenza priva di violenza, fisica o verbale che sia; un’esistenza giusta, rispettosa, trasparente. Che bello sarebbe poter camminare senza guardarsi alle spalle, senza timori e paure. La “presenza” del Signore nella nostra vita può aiutarci in questo nostro desiderio. In fondo è anche il Suo desiderio!
Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37
2023 Domenica 5 febbraio
V Domenica Tempo Ordinario - anno A
Essere sale e luce nel mondo! Due immagini bellissime da rapportare alla nostra vita, spesso insipida e poco luminosa. Eppure il Signore conta molto su di noi. Ci vorrebbe tutti capaci di corrispondere appieno alla sua Parola, al suo stie di vita. Noi ribattiamo che è impossibile e quindi ci adagiamo nel torpore della mediocrità e dell’apatia. Ci focalizziamo maggiormente su divisioni e battaglie, e dimentichiamo i progressi dell’umanità in favore del bene comune. Come cristiani, quindi, non possiamo sederci. Chi ci ha preceduto ce lo insegna. Siamo così chiamati a essere anche noi dei “primi” capaci di gesti concreti di bene. Isaia attesta che questo è il vero culto a Dio: «se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore allora brillerà fra le tenebre la tua luce».
Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16
2023 Domenica 29 gennaio
IV Domenica Tempo Ordinario - anno A
La Parola di Cristo Gesù è qualcosa di nuovo. Nell’AT la benedizione o la maledizione dipendevano dall’abbondanza dei beni materiali. Con Gesù, invece i beati sono “i poveri in spirito”, quelli che sanno mettersi davanti a Dio e da Lui si lasciano guidare. La novità ci viene indicata anche dal profeta Sofonia: mentre da un lato l’ira di Dio divampa sui corrotti, dall’altro fa avanzare il popolo degli umili e dei poveri. San Paolo non è meno esplicito: Dio sceglie coloro che sono deboli, ignobili e disprezzati per renderli sapienti e forti in Cristo. È l’indicazione evangelica: Dio invia il Figlio per realizzare la città dei giusti, coloro che non fondano la propria esistenza sulle sicurezze umane, ma specchiandosi nel nuovo messaggio delle beatitudini si fidano di Lui, e nel proprio cuore fanno spazio ai fratelli.
Sof 2,3; 3,12-13; Sal 145; 1Cor 1,26-31; Mt 5,1-12a
2023 Domenica 22 gennaio
III Domenica Tempo Ordinario - anno A
Lo sperimentiamo e comprendiamo: le tenebre sono simbolo di male e di prova, mentre la luce segnala la presenza di Dio che accompagna ogni creatura nella Vita. I testi di questa domenica ci parlano di una grande luce che si è levata sulle tenebre procurate dal male del demonio e dell’uomo e le ha eliminate distruggendole. Cristo è la luce e i suoi discepoli sono illuminati da tale luce al punto che lasciano tutto e la seguono... seguono Cristo. Tutti siamo chiamati verso questa Luce e, illuminati da essa, comprendiamo chi è Gesù e chi siamo noi: figli del Padre, chiamati a vincere il male in noi e attorno a noi e conquistare con la nostra testimonianza altri uomini e donne perché rimangano affascinati dalla persona del Cristo Gesù che si avvale del nostro apporto perché i suoi discepoli siano sempre di più.
Is 8,23b - 9,3; Sal 26; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23
2023 Domenica 15 gennaio
II Domenica Tempo ordinario - anno A
ll racconto evangelico sembra sia sostenuto da due verbi: “Ho visto e ho reso testimonianza”. Giovanni è una voce che grida, è lo sguardo di chi ha visto e che addita agli altri “l’Agnello di Dio”. E i discepoli di Giovanni diventano discepoli di Gesù! Attraverso la testimonianza del Battista oggi la Parola di Dio ci conduce alla conoscenza di Gesù: Egli è colui che compie le opere che il Padre gli ha dato da compiere; dice le parole che il Padre gli ha ordinato di dire, offre la vita e la riprende per ubbidire al Padre. Giovanni insegna che per essere testimoni bisogna saper vedere. Occorre incontrare il Signore e riconoscere che Lui è un dono e che attraverso noi deve arrivare agli altri. Così si è pienamente discepoli, testimoni. Potremmo obiettare che noi “non vediamo”. Possiamo vedere, ma con gli occhi della fede! Sono questi che sprigionano la luce che lo stesso Signore ci ha già donato.
Is 49,3.5-6; Sal 39; 1Cor 1,1-3; Gv 1,29-34
2023 Domenica 8 gennaio
Battesimo di Gesù - anno A
Il Battesimo di Gesù, va considerato come la terza solenne manifestazione di Gesù: a Natale, all’Epifania, oggi. Con il Battesimo si attesta che Egli è veramente Colui che è stato inviato da Dio. Con il Battesimo la stessa SS. Trinità, proclama la ragione e la missione per cui il Figlio si è incarnato: inserirci nel suo progetto di redenzione, renderci consapevolmente suoi discepoli, rinnovare l’umanità offrendo una speranza unica che ci salva dall’interno del nostro essere. Con il Battesimo cogliamo, da una parte, la via dolorosa indicata dalla citazione del servo sofferente nella prima lettura e, dall’altra, la voce dal cielo che si compiace per il Figlio obbediente che ha assunto su di sé il peso del peccato dell’umanità e, nello stesso tempo, libera questa umanità da una rottura definitiva con Dio. In Cristo tutto trova, unità, armonia, conciliazione!
Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17
2023 Domenica 01 gennaio
Solennità Madre di Dio - anno A
Ci viene rivolta, oggi, una benedizione speciale che è la rivelazione dell’amore di Dio per il suo Popolo. Esprime infatti protezione e pace. S. Paolo testimonia che questa preghiera ha il suo compimento in Gesù, Figlio di Dio nato da donna, il quale, con il dono dello Spirito Santo, ci fa veri figli di Dio e suoi eredi. Questa donna è Maria, cui compete il titolo di Madre di Dio, in quanto alla natura umana. È grazie a lei che abbiamo ricevuto l’Autore della Vita, cioè Colui che ci ha riscattato dal peccato e ci ha ricollocati nella figliolanza con Dio. Così pure la giornata mondiale della pace non può tenerci lontano dallo sguardo di Maria. Anche Lei desidera che viviamo nella pace, che il volto del Padre risplenda in noi, che la nostra vita sia un costante “sì” sulla strada di Suo Figlio che contempliamo ancora nel mistero del Suo Natale.
Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
2022 Domenica 25 dicembre
Santo Natale - anno A
A Natale risuona sempre l'espressione centrale del Prologo di Giovanni: "E il Verbo di fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Traducendo meglio potremmo dire "pose la sua tenda in mezzo a noi". Il “porre” indica stabilità, presenza sicura. È la promessa che si compie. Dio non si fa carne semplicemente per stare in mezzo a noi, ma per abitare con noi. Garantisce così la sua perenne presenza. Sì, Gesù viene per stare e per indicarci una meta sicura, che non è sulla terra ma in cielo. Ecco perché occorre anche considerare che la nostra vita non si realizza totalmente sulla terra ma in cielo e lì siamo incamminati. E il Natale di Gesù ci richiama questa verità: vivere bene, in armonia sulla terra per assicurarci la gioia eterna in cielo. A Natale Cristo ri-nasce in noi perché noi nasciamo e viviamo in Dio fin da subito, dal nostro oggi che stiamo vivendo. Auguri!
Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
2022 Domenica 17 dicembre
IV Domenica di Avvento - anno A
La nascita di Gesù rimane pur sempre un mistero. Eppure la sua storia non è una favola. Egli si è fatto uomo per condividere la nostra condizione umana e così rivelarci e donarci il suo infinito amore che è perdono, comunione, salvezza. Maria e Giuseppe, nella loro apertura di cuore si sono resi disponibili all’impensabile e sorprendente, scoprendo così che la loro vita entrava in un disegno misterioso che, nell’obbedienza, avviava il compimento del progetto salvifico di Dio. Entrambi, quindi, illuminati dalla grazia di Dio dimostrano di aver accolto la Parola prima ancora che si facesse carne. In essi c’è la disponibilità ad assecondare una volontà che non esprime la loro ma che porta al senso della vita di tutta l’umanità: camminare verso l’incontro con Dio che costantemente si offre a noi accompagnandoci nella nostra quotidiana esistenza.
Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24
2022 Domenica 11 dicembre
III Domenica di Avvento - anno A
La terza domenica di avvento è caratterizzata dal tema della gioia per l’imminenza del S. Natale. È il desiderio per una gioia ricercata con nostalgia, e che desideriamo anche testimoniare e donare. Come trovarla? Con la memoria e la consapevolezza di quanto Dio ha già fatto e continua a compiere nella vita dell’umanità. Gesù inaugura la vita della gioia perché Egli c’è. Così ogni creatura costituisce la quotidiana nuova realtà a cui annunciare la buona novella del Regno dell’Amore. Ma può capitare che questa gioia ricercata e da offrire ci trovi comunque delusi perché si è cercato o atteso là dove non c’è. Allora siamo chiamati a cercarla in Dio, con pazienza e cura, per poi farla brillare con la nostra vita, con lo stupore e lo splendore di coloro che sono stati illuminati e avvolti dalla luce e dall’amore del Figlio Gesù che viene incontro a noi.
Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11
2022 Domenica 04 dicembre
II Domenica di Avvento - anno A
Il Vangelo di Matteo, che ci accompagnerà in questo nuovo anno liturgico, sottolinea la missione di Gesù che consiste nel “battezzare in Spirito Santo e fuoco”, ossia purificare e santificare. Giovanni Battista anticipa e prepara questa missione di Gesù. Il riferimento alla scure e al ventilabro indicano il destino finale espresso dalla separazione tra il grano e la pula: il grano verrà posto nel granaio, la pula subirà il fuoco distruttivo. Pertanto nessuno di noi si può crogiolare nelle proprie sicurezze, come pensavano i farisei e i sadducei, che facevano affidamento sul nome di Abramo. Ogni essere umano si trova agli stessi blocchi di partenza, quelli del peccato, per cui nessuno può sottrarsi dal fare la propria parte con una sincera conversione che faccia cadere ogni barriera che ci separa da Dio e puntare a imitare Cristo che ci accoglie senza alcun pregiudizio e distinzione.
Is 11,1-10; Sal 71; R,m 15,4-9; Mt 3,1-12
2022 Domenica 27 novembre 2022
I Domenica di Avvento - anno A
Avviamo un nuovo anno liturgico che si apre, come sempre, all’insegna di un nuovo atteggiamento di speranza. Il Signore giungerà! Non conosciamo i tempi e i modi di questo ritorno, ma non possiamo dubitare della promessa: la venuta di Cristo Risorto, alla fine dei tempi, porta a compimento l’opera della Redenzione. Allora dobbiamo stare desti. Attendere e vegliare sono le due facce di un unico atteggiamento trepidante, fiducioso e operoso. Per il cristiano che aspetta l’Atteso il suo arrivo rappresenta una gioia grande, ha un significato speciale. L’attendere anima la speranza, ci sprona a dare un senso al tempo e alla vita terrena. Significa mettere attenzione affinché le distrazioni, le preoccupazioni e ciò che è smodatezza (le opere delle tenebre) non ci distolgano dall’obiettivo: l’incontro con il Signore, sull’alto monte, verso cui stiamo camminando.
Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44