Pensieri Luce

E' una breve riflessione settimanale sulla Parola di Dio.
Offre uno spunto per illuminare la nostra giornata festiva e la nostra settimana.
2024
Domenica 28 aprile
V Domenica di Pasqua - anno B
Vite e tralci è un’immagine chiarissima: i tralci senza la vite non portano frutto. Ciò che mantiene in vita la pianta, che fa crescere e portare frutti è la linfa che parte dalle radici e passa attraverso la vite fino ai tralci. Per ottenere frutti quindi è necessario un costante rapporto vitale con Gesù che diverrà sempre più vivo nella misura in cui noi credenti accettiamo la regola di restare attaccati alla vite, a Gesù, di lasciarci potare da tutti quei viticci che assorbono linfa e distolgono dalla nostra bella funzione di essere portatori di frutti, di grappoli che rendono bella e “gustosa” la Chiesa alla quale dovremmo sempre sentirci appartenenti con la gioia e con lo stupore di considerarci collaboratori della sua edificazione.
At 9,26-31; Sal 21; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8
2024
Domenica 21 aprile
IV Domenica di Pasqua - anno B
Ci sentiamo spesso “anonimi” in un mondo in cui diventiamo sempre più massa e nel quale corriamo il rischio di perdere la nostra identità. Eppure proprio in questa situazione rimane la consolazione di sentirci chiamare per nome almeno da Cristo Gesù, il buon Pastore che dichiara: “Conosco le mie pecore e offro la mia vita per loro”. “Siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente”, afferma S. Giovanni nella seconda lettura. La Pasqua ci porta questo meraviglioso dono di poterci riconoscere e sentirci prediletti da Dio. Tutti. Cristo si è sacrificato per tutti e non ritrae il suo amore neanche verso il più grande peccatore purché si renda disponibile a convertirsi a farsi trovare dalla misericordia di Dio.
At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18
2024
Domenica 14 aprile
III Domenica di Pasqua - anno B
La fede è un costante cammino di spogliazione di noi stessi, dei nostri punti di vista, per accogliere il Mistero. Credere è fidarsi di Dio, valorizzare la sua Parola che non inganna, certi che non perdiamo nulla ma tutto riceviamo. I due discepoli di Emmaus, richiamati nel Vangelo odierno, stanno ritornando a Gerusalemme dopo aver sperimentato la vicinanza del Risorto che li ha accompagnati per un tratto di strada. Gesù li ha rassicurati riprendendoli e offrendo loro il “segno” (il pane spezzato) a testimonianza della sua Risurrezione. Così Parola e Segno sono i due elementi portanti attorno ai quali si consolida il cammino di fede che libera e dà senso alla vita.
At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48
2024
Domenica 7 aprile
II Domenica di Pasqua - anno B
La Pasqua cristiana ha segnato la storia con un profondo cambiamento. Risorgendo dai morti Cristo ha iniziato un processo di vita nuova che si è poi concretizzato nella nascita della Chiesa comunità di fede composta da uomini “nuovi”. Ma cosa significa vita nuova? Vita nuova significa essere colmi di amore, di quell’amore che Cristo ha testimoniato e donato in maniera così unica e gratuita avviando un nuovo stato di vita fondato sulla gratuità, sulla fraternità, sul servizio. Tutto ciò diventa “pace”, ossia non semplice privazione di violenza ma armonia di rapporti, di intenti, di impegni, di cuori che sanno donare perdono e ricercare comunione.
At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31
2024
Domenica 31 marzo
Domenica di Pasqua - anno B
Cristo è Risorto! Alleluia! Quante volte l’abbiamo sentito dire e anche proclamato! Il male è stato vinto e l’intera umanità è nella condizione di potersi rivolgere a Dio chiamandolo Padre. Non possiamo immaginare un dono più grande di questo in grado di comunicarci la forza e la fiducia per affrontare la vita. Con la risurrezione di Gesù Cristo dai morti diventa effettiva la Buona Novella che si espande nel mondo intero per mezzo della parola e della testimonianza di moltissimi cristiani che prendono sul serio questo evento salvifico. La Pasqua non è una storiella per esorcizzare la morte. È l’evento che supera la fragile condizione umana segnata dal peccato alla quale viene restituita la pienezza della Vita di Grazia. 
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)
2024
Domenica 24 marzo
Domenica delle Palme - anno B

Dalle tenebre alla luce! Sembra scontato. Ma non lo è. A volte si rimane nelle tenebre. Per i cristiani la luce ha la certezza della vittoria. Lo attesta lo stesso Gesù: “Colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato che io non perda nulla di quanto mi ha dato ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,37-39). La settimana santa che ora si apre dopo averci inserito nell’evento della passione ci proietta nella luce sfolgorante della Risurrezione. Fermiamoci un poco sulle immagini della passione: la folla, Giuda che tradisce, Pietro che rinnega, i discepoli che fuggono, gli scribi e farisei che incitano le donne in pianto… quanta tenebra… ma non mancherà la Luce. E sarà Pasqua!

Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1 - 15,47
2024
Domenica 17 marzo
V Domenica Quaresima - anno B
Ci sono modi diversi per avvicinarsi a Dio. Infatti c’è l’atteggiamento di chi considera il Signore come un padrone esigente che impone il suo volere. Possiamo ribellarci a Lui arrivando perfino a negarne l’esistenza. Allora diventiamo “schiavi” del nostro desiderio di vivere soltanto per noi stessi escludendoci così dalla vera vita che è amore donato. Possiamo invece accettare di accogliere la volontà di Dio  “sacrificando” qualcosa a cui aspiriamo. Ma anche questo modo non elimina il nostro egoistico desidero. È importante quindi scoprire Dio come amore gratuito e misericordioso. In questo caso il nostro cuore viene trasformato e il nostro desiderio convertito per cui anche la nostra risposta sarà di amore.
Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33
2024
Domenica 10 marzo
IV Domenica Quaresima - anno B
Certamente la morte fa paura a tutti. La consideriamo  come la nemica invincibile che tutto distrugge, che ci separa per sempre dagli altri, che ci priva di ogni speranza. Se poi la rapportiamo a Dio la consideriamo un castigo dopo il peccato originale. Gesù con la sua morte ci insegna che è possibile farne una realtà d’amore. Guardando a Lui noi crediamo che la nostra morte ha un suo valore per la nostra vita. Quanto era considerato punizione è diventato occasione e causa di salvezza per tutti. Cristo ha fatto della sua morte una opportunità di liberazione per noi e conseguentemente di vita. Non una semplice vita terrena ma una eternità di vita illuminata dalla sua perenne presenza in noi.
2Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21
2024
Domenica 3 marzo
III Domenica Quaresima - anno B

La via dei comandamenti e delle proposte evangeliche resta sempre di attualità anche se per molti cristiani d’oggi è una via poco percorsa. Si preferisce altro. Eppure mai come oggi si riconosce la validità di queste norme che il Signore ha posto sul nostro cammino. Il tempo quaresimale ci consiglia di convertirci alla legge di Dio che ci vuole infinitamente bene e di dare il giusto valore anche a tutte le “cose” che rimandano a Lui. Esempio odierno è il Tempio difeso nella sua funzione da Gesù con una forte passione. C’è una sacralità da riconoscere per rafforzare la dignità della creatura credente che in quel luogo può rapportarsi con Dio in modo tutto particolare. 

Es 20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25
24
Domenica 25 febbraio
II Domenica quaresima - anno B
Il Vangelo ci descrive la Trasfigurazione di Gesù davanti ad alcuni apostoli ammirati e sorpresi per la unicità dell’esperienza. Il fatto dura poco e in loro c’è la voglia di prolungarlo nel tempo (le cose belle vorremmo non finissero mai!!). Gesù richiama la loro attenzione sulla resurrezione che avverrà però dopo la sua passione e morte accettate per amore. È donando la vita che dai vita all’altro! Così per arrivare a vivere appieno bisogna prima di tutto permettere la morte dei propri desideri egoistici per accedere all’universo spirituale della gratuità propostaci da Cristo Gesù. Un’esperienza simile l’ha vissuta anche Abramo con la richiesta del sacrificio del figlio che grazie alla fede e all’amore si è salvato.
Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10
2024
Domenica 18 febbraio
I Domenica Quaresima - anno B
Il tempo di quaresima avviato da qualche giorno ci offre l’opportunità di rientrare in noi stessi per esaminare la nostra vita di fede iniziata dal giorno del Battesimo. Infatti non è retorico chiederci se siamo veramente a posto con Dio dal momento che pecchiamo più volte al giorno. Chi può dire di non peccare mai? Davanti a noi brilla sempre la Risurrezione di Cristo. Questa ci incoraggia e ci dà lo slancio per assecondare meglio la proposta evangelica fatta di conversione, preghiera, penitenza. La Pasqua ci attende sempre: ogni giorno, ogni domenica, ogni anno. Non ci rinnoviamo nell’amore del Signore crocifisso per il gusto di essere belli o piacenti ma per conformarci alla sua vita fatta di amore verso il  Padre e verso l’umanità.
Gen 9,8-15; Sal 24; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15
2024
Domenica 11 febbraio
VI Domenica T. Ordinario - anno B

Davanti al miracolo non possiamo pensare di sapere tutto di Gesù. Occorre andare fino alla sua passione e morte in croce. Il miracolo e la croce ci dicono veramente chi è Gesù. Ci vogliono i miracoli e ci vuole anche la croce, la potenza e la debolezza. La potenza ci dice che è il Messia e la debolezza ci dice che tipo di Messia è Gesù! Perché è chiaro che con la croce Gesù non è più il Messia vecchio stampo tutto potenza, splendore, vittoria. Con la croce l’idea di Dio che abbiamo in testa è scardinata. Dobbiamo aprirci alla novità evangelica che ribalta ogni nostro pensiero e ci porta a guardare meglio per credere alla forza ed efficacia dell’amore che in apparenza è sempre in perdita ma in effetti risulta vittorioso ogni volta che ci apriamo alla comprensione del dolore altrui e nostro.

Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1Cor 10,31 - 11,1; Mc 1,40-45
2024
Domenica 4 febbraio
V Domenica T. Ordinario - anno B
Il male spaventa e ha la capacità di mettere in crisi. Eppure sappiamo che anche il male può essere vinto. Nel progressivo cammino della storia di strada ne è stata fatta tanta al punto tale che i mali e le sofferenze dovuti a malattie che hanno seminato morte e distruzione in passato, oggi sono stati in buona parte debellati. Tutto questo grazie anche al valore che diamo alla vita comprendendo ciò che essa è per ogni creatura. Allora la vittoria sulla malattia e sulla sofferenza non può essere altro che il coronamento di un impegno comune attento e condiviso in cui ciascuno si adopera per sfuggire alla ristrettezza del proprio egoismo per aprirsi agli altri e offrire il meglio di sé con amore e dedizione sullo stile di Cristo Gesù.
Gb 7,1-4.6-7; Sal 146; 1 Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39
2024
Domenica 28 gennaio
IV Domenica T. Ordinario - anno B

Il pensiero che Dio ci deluda, credo, attraversi spesso la nostra mente. Se Dio ci fosse non ci sarebbe il male! Affermazione forte. Infatti dove c’è Dio non c’è male. Lo dimostra anche il vangelo odierno: dove arriva Gesù il Maligno scompare. Ma comprendiamo bene l’azione di Cristo. Con Lui inizia un tempo nuovo che può nascere soltanto attraverso la potenza di un amore che si afferma mediante la morte. Per mezzo della sua Passione Gesù stabilirà un Regno di amore sul quale il male non avrà alcun potere. È una verità difficile da cogliere e da accettare perché è contraria alle nostre attese spontanee. Per questo Gesù chiede che non venga diffusa la notizia dei suoi miracoli che potranno essere capiti solo dopo la sua morte e risurrezione.

Dt 18,15-20; Sal 94; 1 Cor 7,32-35; Mc 1,21-28.
2024
Domenica 21 gennaio
III Domenica T. Ordinario - anno B

Quante volte abbiamo sentito “Convertitevi e credete al Vangelo”. Ma «È presto, c’è tempo, ho tante cose da fare, non sono ancora pronto…» sono soltanto alcune espressioni che diciamo per rinviare “a domani”. E intanto ci allontaniamo da Dio perché il peccato occupa sempre di più la mente e il cuore. Il richiamo evangelico invece è quello di fare presto, subito, di operare una conversione immediata e risoluta. E ciò è possibile solo attraverso la conoscenza e l’accoglienza del Vangelo. Gesù lo dimostra chiaramente chiamando alcuni che si facciano promotori e annunciatori del bel annuncio. Tra questi ci siamo tutti noi, che con il Battesimo siamo diventati suoi testimoni.

Gio 3, 1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7, 29-31; Mc 1,14-20
2024
Domenica 14 gennaio
II Domenica T. Ordinario - anno B

Riconoscere l’invito di Dio! È la preoccupazione principale che occupa la mente e il cuore di ogni credente stimolato dai fatti e dalle parole del vangelo. Eppure le cose non sono così facili. Le difficoltà non mancano dal momento che i pensieri di Dio e le sue strade sono diverse dalle nostre. Siamo diventati cristiani per mezzo del Battesimo ma dobbiamo ammettere che facciamo fatica a comprendere i gesti e le parole di Dio che attende la nostra personale risposta. Nessuno viene dispensato dal compiere questo lento lavoro di abbandonare il già acquisito per assumere gradualmente la cadenza del passo di Dio. Mettersi al suo seguito è impegnativo ma è salvifico.

1 Sam 3,3b-10.19; Sal 39; 1 Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-42
2024
Domenica 7 gennaio
Battesimo di Gesù - anno B
Il Battista amministra un battesimo di penitenza in vista  dell’arrivo l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Gesù non ha peccato ma si fa battezzare non in quanto  peccatore ma perché intende realizzare il progetto del Padre che consiste nell’eliminare il peccato dal cuore dell’uomo. Gesù così prende su di sé le miserie umane per estirparle. In questo gesto cogliamo la piena e meravigliosa libertà di Cristo Gesù che è in perfetta consonanza con la volontà del Padre fino al sacrificio di sé. Da qui: per noi cosa richiama il nostro battesimo? Ci sentiamo generati alla vita dello Spirito di Cristo che ce lo fa riconoscere come unico nostro Salvatore? E la voce del Padre siamo in grado di riconoscerla? 
Is 55,1-11; Cant. Is 12,2-6; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11
2023
31 dicembre
Santa Famiglia - anno B

In ogni presepio cogliamo l’intimità familiare umana di Gesù, Maria e Giuseppe. I genitori vegliano sul Bambino appena nato mentre attorno si fanno vicini i pastori chiamati dal canto degli Angeli. Non poteva avere collocazione migliore la festa della Sacra Famiglia che diventa modello di ogni famiglia invitata a scoprire i valori della fede e della vita. Presentandoci la “Santa Famiglia” la liturgia ci invita a chiederci: cos’è per noi la famiglia? Liberandoci dalle immagini sdolcinate che troppo spesso sono state usate per presentare la famiglia di Nazareth lasciamoci interrogare dalla Scrittura e ci sentiremo portati lontano da parole troppo umane per immergerci nella bellezza di relazioni profonde e gratuite che la realtà della famiglia ci offre e ci insegna.

Gen 15,1-6; 21,1-3 Sal 104; Eb 11,8.11-12.17- 19; Lc 2,22-40
2023
24 dicembre
IV Domenica di Avvento - anno B
Tutto è pronto per vivere il Santo Natale. Abbiamo pensato ai nostri cari e ai corrispettivi regali. Gli addobbi e le luci sono ormai pronti da giorni. Nel presepio manca soltanto il Bambino Gesù. Ma tra poco ci sarà anche Lui. E noi dove saremo? Dove ci collochiamo nello scenario natalizio? Uno spazio l’abbiamo preparato per la sua nascita nella nostra vita? Come credenti sappiamo che Cristo Gesù è con noi e sarà con noi. Ma sappiamo anche che non si lascia collocare in qualche angolo. È un Dio in cammino e desidera che camminiamo con Lui. Egli desidera per noi che il suo Natale sia vero, nel segno di un sincero amore per la sua visita cosicché lo accogliamo con libertà e gioia come ha fatto Maria.
2Sam 7,1-5.8-12.14.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38
2023
Domenica 17 dicembre
III Domenica di Avvento - anno B
Dai testi di questa domenica ci giungono inviti e richiami alla gioia. “Il Signore Dio mi ha mandato a portare il lieto annunzio… Io gioisco pienamente nel Signore... State sempre lieti... rendete grazie”. Il Signore è vicino e con lui si stanno riversando sul mondo e sugli uomini la benevolenza di Dio. Ma in questo mondo così triste e angosciato è possibile la gioia? Possiamo realmente essere beati, felici come spesso il Vangelo ci sprona? La Parala di Dio ci dice sì! Purché adottiamo il passo stesso di Dio che si rivolge verso i cuori umili e poveri cioè verso coloro che sono effettivamente disponibili a lasciarsi coinvolgere dalle proposte del Signore. Sono costoro infatti che scoprono Dio presente nella loro vita che diventa serena, felice e gioiosa.
Is 61,1-2.10-11; Cant. Lc 1,46-50.53-54; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28
2023
Domenica 10 dicembre
II Domenica di Avvento - anno B
Il tempo di avvento è caratterizzato dalla presenza di significativi personaggi che ci aiutano a preparare la venuta del Salvatore. Abbiamo Isaia, San Pietro e San Paolo, San Giuseppe, Maria la Madre del Figlio di Dio. Oggi fa la sua prima comparsa Giovanni Battista indicato come il precursore di Cristo, il messaggero, l’araldo che indica con chiarezza che i tempi sono pronti per accogliere “colui che deve venire”. Giovanni è la “voce che grida nel deserto: preparate la via del Signore”. Ecco perché per accogliere il Signore sono necessarie la conversione e la santità della vita sulle quali ci disponiamo a costruire il vero Natale di Gesù, che poi si estende nel corso dell’anno liturgico come totale evento salvifico al quale poter sempre fare riferimento.
Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8
2023
Domenica 03 dicembre
I Domenica di Avvento - anno B
Ricominciamo un nuovo anno liturgico. Un nuovo tempo di grazia e di doni che ci verranno elargiti da Dio per mezzo della Parola - offertaci in molteplici occasioni - e dell’Eucarestia settimanale o quotidiana. Questa prima settimana ci pone già dinnanzi alla festa del S. Natale con la quale rievocheremo l’evento di Dio che si fa presenza in Cristo Gesù. Dio viene a noi per elevarci alla condizione filiale, per ridestare in ciascuno la consapevolezza di essere da Lui amati. Allora questo sarà tempo di vigilanza, di preghiera particolare, di trepidante attesa. Fare spazio a Cristo nel cuore significa gettare tutti gli orpelli che gravano e pesano nel nostro cuore per aprirci alla verità di un Dio che sta con noi, che volge il suo sguardo su ciascuno di noi.
Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37
2023
Domenica 26 novembre
Domenica di Cristo Re - anno A
Nella contemplazione dell’Agnello immolato, celebriamo la solennità di Cristo Re e Signore dell’intero universo. Il discorso sarebbe però incompleto se non evidenziasse la misericordia infinita di cui parlano Ezechiele (I Lettura) e il Salmo responsoriale nel presentarci il buon Pastore che raduna le pecore disperse e cura quelle ferite, prima di condurle ai pascoli erbosi, dove la comunione con Lui, risuscitato dai morti (II Lettura) è vita senza fine. Si rileva così la visione del Regno consegnato da Cristo al Padre dopo la sua vittoria sul  peccato e sulla morte e la conseguente sottomissione di ogni cosa a Dio. Il giudizio pronunciato in base all’amore, segnerà la definitiva linea di demarcazione che assegnerà la giusta collocazione ai buoni e ai  cattivi. 
Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46
2023
Domenica 19 novembre
XXXIII Domenica T. Ordinario - anno A
La parabola dei talenti non vuole tanto sottolineare che si tratta di "doni ricevuti", quanto piuttosto il dovere che ne deriva per chi li possiede. Non viene neppure valutato il loro rendimento, che potrebbe - di fatto - non dipendere dall’interessato, ma l’impegno, unica richiesta per conseguire la ricompensa. Il regno di Dio è certo un dono, ma anche un compito per chi lo riceve. La mancanza di dedizione da parte del servo "fannullone" viene così punita. Anche Paolo anima i Tessalonicesi a impegnarsi nella vita cristiana, ricordando loro "il giorno del Signore", espressione che richiama il giudizio finale. Mentre nella I lettura si esalta la figura della "donna perfetta", ogni creatura, che "lavora volentieri", meritando le pubbliche lodi.
Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30
2023
Domenica 12 novembre
XXXII Domenica T. Ordinario - anno A
Il Signore verrà ne siamo certi. Un giorno si concluderà il nostro percorso terreno. Con buona probabilità quando avremo la certezza del giorno e dell'ora non riusciremo più a realizzare tutto ciò che avremmo voluto. Ecco perché l'esortazione di Gesù è preziosa: "Vegliate!". Si tratta di vigilare sulle nostre scelte per rimetterle in ordine di importanza e di urgenza. Si tratta di realizzare ciò per cui siamo al mondo impegnandoci giorno dopo giorno. Si tratta di essere sempre provvisti dell'olio della giustizia, dell'amore, della fede. Un forte contributo per vivere questo programma ci viene dalla Sapienza che Dio ci dona fin dal Battesimo e che noi siamo chiamati a farne tesoro.
Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13
2023
Domenica 05 novembre
XXXI Domenica T. Ordinario - anno A
Oggi siamo spinti a un super esame di coscienza. La nostra vita interiore, familiare, professionale, sociale è allineata con le richieste, i valori e gli atteggiamenti di Gesù? Siamo coerenti con le parole di fede che professiamo nell'Eucaristia? Ci comportiamo bene perché ne siamo convinti o per essere accettati e ammirati dalla gente? Ci sentiamo insegnanti e maestri? Gesù non smette di ricordarci che «chi si esalterà sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Tutto ciò che abbiamo e che siamo non è sempre merito nostro. È il frutto di occasioni e possibilità che la vita - e quindi il buon Dio - ci ha offerto. Certo noi siamo stati capaci di svilupparle. Questo però non deve esaltaci ma darci responsabilità. 
Mal 1,14b - 2,2b.8-10; Sal 130; 1Ts 2,7b-9.13; Mt 23,1-12
2023
Domenica 29 ottobre
XXX Domenica T. Ordinario - anno A
La parola amore è forse la più bella, la più profonda e la più... fraintesa della nostra vita. Amore si dice con l'istinto e con la mente, con il cuore e con l'anima. E non sempre i risultati coincidono. Per amore si compiono gesti sublimi e si producono dolorosi disastri. Ma l'amore è certamente il movimento interiore più importante dell'esistenza. Ed è l'essenza di Dio che in Cristo ci insegna come amare. Non possiamo amare se non ci amiamo e stimiamo. Non possiamo amare senza offrire e perdere qualcosa di noi stessi. Nessuno può amare qualcuno se non impara da Dio, amore infinito che dà tutto di se stesso per le sue creature senza perdere ciò che è. Così potrà amare ancora oggi, domani e dopo ancora.
Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40
2023
Domenica 22 ottobre
XXIX Domenica T. Ordinario - anno A
Pagare le tasse non piace a nessuno ma è necessario per il bene comune. Così il Signore non cerca il compenso per quanto ha donato all’uomo. Al Lui interessa, se dobbiamo parlare di restituzione, che gli diamo la bellezza della nostra vita vissuta nell’amore per Lui e il prossimo. È il anche il senso delle parole di Paolo (II lett.) quando loda i cristiani di Tessalonica perché si riconoscono, mediante la loro condotta, "eletti da Dio", immagine della Sua bontà. Ed è quanto esprime Isaia (I Lett.) quando afferma che, mediante il suo eletto, tutti i popoli riconosceranno l’unico Dio proprio mediante la testimonianza dell’opera di quell’uomo. In ciò non solo si glorifica Dio, ma si fa crescere il mondo nell’amore.
Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21
2023
Domenica 15 ottobre
XXVIII Domenica T. Ordinario - anno A
Dio offre a tutti i popoli la sua salvezza: tutti sono invitati a gioire e condividere. Tanti però, non se ne curano, preferendo dedicarsi alle loro occupazioni. E così a causa della loro non disponibilità saranno esclusi dal Regno. Mentre chi accoglie l’invito del Signore e indossa la veste nuziale, cioè si mette nelle disposizioni necessarie per sedere alla mensa divina, trova la felicità nella vita presente e in quella futura. Così dalla vigna, purtroppo motivo di morte, siamo passati al banchetto occasione di festa e gioia che ci invita a sperare in un mondo nuovo (I Lettura) e non possiamo che dire Grazie, alle stessa maniera di San Paolo (II Lettura) che ringrazia i Filippesi per la loro generosità nei suoi confronti.
Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14
2023
Domenica 08 ottobre
XXVII Domenica T. Ordinario - anno A
Di bene e male è intrecciata la vita di tutti noi. I testi odierni sintetizzano questa realtà: mentre Isaia (I Lett.) ci parla della delusione di Dio per la vigna da lui piantata e curata ma che non ha dato frutti, la parabola evangelica descrive le tragiche conseguenze di un’inqualificabile condotta dei capi che sfruttano la speranza messianica a loro esclusivo vantaggio, giungendo a perseguitare i profeti inviati e uccidendo perfino il Figlio. Un insegnamento anche per noi, che potremmo essere tentati di sfruttare il Vangelo a beneficio delle nostre idee e dei nostri interessi: gli inviti del Signore non vanno mai trascurati; ciò che conta è curare le disposizioni di mente e di cuore necessarie per l’incontro con Lui.
Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43
2023
01 ottobre
XXVI Domenica T. Ordinario - anno A
Spesso alle parole non seguono le azioni. E in alcuni casi è un bene. Il primo figlio risponde «Non ne ho voglia», ma alla fine dirà il suo sì con i fatti. Il secondo figlio purtroppo non darà seguito alla buona intenzione. La fragilità umana emerge nella sua realtà! Le dichiarazioni di intenti non bastano. Per fortuna c’è anche il pentimento, la riflessione, la voglia di cambiare. E per quanti vanno in questa direzione ci saranno i primi posti. Essi saranno esaltati da Dio, come è stato esaltato il Figlio. Riconosciamo anche quanto dichiara San Paolo, ossia il desiderio di ricercare gli stessi sentimenti di Cristo (II lettura). È così che riplasmiamo la nostra immagine di Dio in noi e a Lui riusciamo a dire un costante “sì” sincero.
Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32
2023
Domenica 24 settembre
XXV Domenica T. Ordinario - anno A
A prima lettura dov’è la giustizia in questo racconto? Qui non è in questione la giusta retribuzione del lavoro. Il profeta Isaia ci ricorda che i pensieri di Dio non sono i nostri (I Lett.). Egli è come un padrone che assume in giornata (Vangelo). Tutti i disoccupati trovano lavoro, come i peccatori possono ritrovare la strada di casa: è sempre il momento buono per convertirsi! Nessun favoritismo, nessun "imbroglio". Ognuno riceve quanto concordato. Ma i lavoratori dell’alba pensavano che avrebbero ricevuto di più, visto quanto dato agli ultimi. Invece no. Il Signore Gesù ci sorprende. Con Lui la ricompensa è un dono, non un diritto. E questa bontà, purtroppo, ci infastidisce; ci disturba questa Sua esagerazione e disponibilità con tutti.
Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20c-24.27a; Mt 20,1-16
2023
Domenica 17 settembre
XXIV Domenica T. Ordinario - anno A
Quante volte perdonare? A Pietro il numero di sette pareva già molto, dal momento che nella teologia ebraica Dio perdonava lo stesso peccato tre volte; il giudeo osservante era tenuto a imitarlo. Gesù va oltre e invita i suoi discepoli a perdonare addirittura sempre. Per rafforzare questa sua affermazione narra la parabola del servo spietato. Ci indigna la differenza di trattamento ricevuto e fatto subire dal protagonista. La sproporzione tra diecimila talenti (una ricchezza impressionante) e cento denari (una discreta somma) è un esempio della diversità che c’è tra i doni che riceviamo da Dio e quelli che possiamo e dobbiamo dare ai fratelli. Il perdono è forse il dono che più ci costa, ma è anche quello che ci salva.
Sir 27,30 - 28,7, NV 27,33 - 28,9; Sal 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35
2023
Domenica 10 settembre
XXIII Domenica T. Ordinario - anno A
Dove due o tre sono riuniti nel suo nome, egli sarà presente in mezzo a loro. Questa verità è di estrema importanza per la nostra vita, perché nessun uomo è un’isola. Per questo il Signore ha vincolato il perdono alla nostra capacità di accogliere e di perdonare. E San Paolo (II Lett) afferma che pieno compimento della legge è l’amore. Se corrisponderemo a ciò, nessuno potrà rimproverarci di essere indifferenti o egoisti, perché l’amore per l’altro sarà il nostro riferimento principale per impegnarci nella direzione del bene e nel compimento della volontà di Dio. Ricordiamo anche le parole di Ezechiele che invita ad accompagnare alla conversione i peccatori, perché delle loro anime il Signore ci chiederà conto.
Ez 33,1.7-9; Sal 94; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20
2023
03 settembre
XXII Domenica T. Ordinario - anno A
Modalità strana la scelta di salvare attraverso la croce. Dio, con Gesù, prende su di sé i nostri peccati, si sottomette alla nostra realtà di sofferenza e morte, rinuncia alle sue prerogative divine per essere solidale in tutto ad eccezione - si intende - del peccato. Il rimprovero di Gesù a Pietro è perché lo vorrebbe portare sulla medesima strada del Tentatore: una strada di successo, di vittoria che non corrisponde al pensiero del Signore. Il discepolo non può pensare alla maniera del mondo, deve assumere la via del Maestro che, sebbene nella realtà del mondo sia perdente, nella logica di Dio porta alla vittoria. Non è uno spogliarsi ma un affidarsi, lasciandoci condurre da Colui che ci ha amato fino alla sua morte.
Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27
2023
Domenica 27 agosto
XXI Domenica T. Ordinario - anno A

Confermare i fratelli nella fede, essere pietra sulla quale Cristo edifica la sua Chiesa. Questo avviene dopo che Pietro, ispirato dal Padre, ha professato la sua fede in Cristo "Figlio del Dio vivente". Egli non sarà più Simone, ma "Pietro", che significa "Pietra", roccia di fondazione. Anche noi, con Pietro, siamo pietre, perché insieme realizziamo la Chiesa di Cristo. Siamo una componente essenziale per edificare quanto Cristo Gesù ha voluto per il bene e il cammino dei suoi discepoli. Forse Cristo non ha pensato a tutte le componenti umane di fragilità e peccato: ha lasciato a noi il compito di affrontarle e superarle, sempre con il Suo aiuto. Altrimenti noi cosa avremmo fatto? Solo compiacerci? No di certo. Anche noi dobbiamo rivelare la nostra fede!

Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20
2023
Domenica 20 agosto
XX Domenica T. Ordinario - anno A
Gesù non intende escludere nessuno. Egli si dedica a tutti gli infermi, poiché Dio è Creatore e Padre di ciascun uomo (Vangelo). Il profeta Isaia esclama: «Gli stranieri, che hanno aderito al Signore… li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia» (I Lettura). Paolo si rivolge ai pagani dichiarandosi loro apostolo (II Lettura). L’annuncio di una salvezza per tutti è, quindi, chiara. Pertanto nessuna barriera per dialogo e carità! Questo è il volto dei discepoli che Gesù cerca: aperto, disponibile, senza pregiudizi. Dio gradisce i sacrifici e le preghiere di tutti. Riscoprire questa verità ci porterà a vivere meglio e con maggior serenità ogni rapporto umano, anche con coloro che non sono di “casa nostra”.
Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28
2023
Domenica 13 agosto
XIX Domenica T. Ordinario - anno A
Conosciamo le conseguenze delle tempeste. Nella vita, poi: i lutti, le malattie, gli inganni, le persecuzioni lasciano segni incancellabili. Difficile non scoraggiarsi. La Parola odierna ci presenta due situazioni pesanti: una riguarda il profeta Elia e l’altra gli Apostoli. I due brani ci assicurano la vicinanza di Dio, che è brezza leggera dopo il vento impetuoso, il terremoto, il fuoco. Dio è con gli esseri umani, ma dov'è la loro fede? Gli Apostoli scambiano Gesù per un fantasma, gridando di paura. Pietro lo mette persino alla prova, chiedendo un segno che non basterà a tranquillizzarlo. Quanta poca risulta la nostra fede! Per questo, con la sua vita, il Signore ci dà l’esempio di come alimentare la fiducia in Dio: con la preghiera, ossia con un dialogo costante con il Padre. 
1Re 19,9a.11-13a; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33
2023
Domenica 06 agosto
Trasfigurazione del Signore - anno A
E' piacevole essere presi «in disparte», magari portati «su un alto monte» dal quale allargare la prospettiva, vedere più lontano, sentirsi più vicini a Dio. Si tratta di riprendere il messaggio centrale della nostra fede: «Questi è il Figlio mio, l'amato. In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Nel linguaggio quotidiano c’è differenza tra l'udire e il mettere in pratica ciò che sentiamo. L'ascolto che ci viene richiesto è l'accettazione profonda delle parole di Cristo, con l'impegno conseguente di concretizzarle, nella vita. Per questo è utile fermarsi davanti al suo volto, ammirare la sua luce, scaldarsi al sole della sua presenza, lasciarsi toccare da Lui. Come Pietro, Giacomo e Giovanni, che fecero di quel ricordo ragione del loro cammino con Cristo Gesù.
Dn 7,9-10.13-14 opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Mt 17,1-9
2023
Domenica 30 luglio
XVII Domenica T. Ordinario - anno A
Quale scelta fare? Quante volte vorremmo tornare indietro o avere una seconda opportunità. Nella realtà della vita e delle relazioni ciò non sempre può accadere. La vita ci porta sempre a scegliere e ogni scelta evidenzia la nostra responsabilità e maturità. Così siamo invitati a fare scelte giuste e buone. Anche re Salomone ha fatto la sua scelta optando per la sapienza che va a vantaggio di tutti. Il mercante ha saputo osare e si è ritrovato con una perla preziosa... E Dio ha scelto noi, creature fatte a sua immagine, e ci ha donato la sua gloria, come dice S. Paolo, quella di essere conformi all’immagine del Figlio suo. Un bel e prezioso guadagno e sarebbe da stolti lasciarselo sfuggire.
1Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52
2023
Domenica 23 luglio
XVI Domenica T. Ordinario- anno A
Lo sperimentiamo tutti: c’è il bene e c’è il male. Dove semina Dio, purtroppo arriva anche satana che insidia, lusinga, non demorde nelle sue tentazioni. Sappiamo che spesso il demonio ha il sopravvento su di noi e sulle nostre scelte e, quindi, che il male cresce anche nella Chiesa. Occorre allora avere pazienza, attendere la mietitura finale, avere fiducia nel piccolo granello di senape. Non pensiamo che il male sia solo negli altri: c’è anche in noi. Guardando tutto questo con sincerità di cuore ci accorgiamo però di non essere abbandonati a noi stessi. Possiamo riconoscere che dove abbonda il peccato, può sovrabbondare l’amore di Dio che perdona, libera, accoglie, ama.
Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43
2023
Domenica 16 luglio
XV Domenica T. Ordinario - anno A
Consideriamolo, quello di oggi,  un Vangelo “da spreco”. Anche le cifre sono esagerate: c’è un seminatore che sparge senza cura la semente, uno spreco opulento. Gesù non si preoccupa di ciò: Egli guarda all’abbondanza, oltre ogni aspettativa, del raccolto che si ottiene dal terreno fertile. Se da una parte le difficoltà sono grandi perché dovute alle pietre, all’aridità, alle spine, dall’altra basta anche una piccola parte feconda per produrre qualcosa di meraviglioso. È l’agire di Dio che produce anche con pochi mezzi. Basta un buon cristiano per portare amore, verità, giustizia, perdono lì dove non ce ne sono; per santificare quei luoghi che sembrano senza speranza. Lodiamo, allora, Dio per le piccole zone fertili della nostra vita che possono fare molto.
Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23
2023
Domenica 09 luglio
XIV Domenica T. Ordinario - anno A
Per noi cristiani l’invito di Gesù è di camminare sulle sue orme caratterizzate da umiltà e amore fino alla morte in croce. Ma al nostro mondo, ebbro di potenza e superbia, questa “rivelazione” sembra inutile. Zaccaria, nella prima lettura, dichiara che il messia non avrà toni trionfalistici di conquistatore, al contrario si offrirà come modello di umiltà e donazione. Il successo di Cristo scaturisce dalla croce! San Paolo (II lettura) ci sollecita a rivestirci dello Spirito di Cristo per generaci all’amore. Per questa ragione il Vangelo ci attesta che gli emarginati, i poveri, i semplici risultano “più” amici di Cristo in quanto maggiormente aperti e disponibili a lasciarsi illuminare, rinnovare, trasformare dalla sapienza di Dio che passa attraverso Gesù Cristo.
Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30
2023
Domenica 02 Luglio
XIII Domenica T. Ordinario - anno A
Seguire il Signore non è una semplice passeggiata! Lo sperimentiamo quasi tutti i giorni. Inoltre sentire alcune affermazioni di Gesù provocano un certo disappunto. Siamo sorpresi, persino sconcertati e indietreggiamo interiormente quando si parla di sentimenti, di amore, di familiari da non anteporre ad altro. Ma qui c’è il rapporto con Dio. Egli non ci dice di non amare, anzi! Ci esorta ad amare come Lui ha amato. È sotto gli occhi di tutti, spesso vicino o persino dentro la propria famiglia, la sofferenza per la fragilità di legami affettivi che si incrinano o spezzano. Quello di Gesù è l'invito a convertire le relazioni assumendo e vivendo il suo stile di amore offerto gratuitamente.
2Re 4,8-11.14-16a; al 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42
2023
Domenica 25 giugno
XII Domenica T. Ordinario - anno A
Il Vangelo ci assicura che il Signore ci tiene in grande considerazione garantita dal suo amore giunto fino all’immolazione sulla croce.  Per questo comprendiamo come la missione che Gesù ci affida comporta anche per noi dei rischi per cui ci vuole coraggio, tenacia e costanza. Anche prima di Cristo si è vissuta la medesima situazione e Geremia, nella I lettura, ne è un esempio. E San Paolo (II lettura) lamenta la potenza del peccato entrato nel mondo per disobbedienza. Ma Cristo, con il suo sacrificio, vince la condizione di morte. Dalla fede in Dio e dalla solidarietà con il Signore Crocifisso derivano per noi doni preziosi: il suo amore, la libertà nei confronti di paure e ricatti, l’impegno a vivere bene facendo del bene.
Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33
2023
Domenica 18 giugno
XI Domenica Tempo Ordinario - anno A
Gesù desidera che diventiamo operai nella sua messe, che ci aiutiamo gli uni gli altri a crescere. Quando si cresce nella profondità dell'amore si arriva ad un punto in cui si diventa abbastanza attenti alla crescita anche dell'altro e si impara dall'altro. Abbiamo così un amore che si fa intenso, profondo, vivo. Per questo Gesù chiama i discepoli prima di tutto a sé perché senza il suo amore, senza questa crescita continua non potranno fare nulla verso gli altri. Poi dà loro il potere di scacciare gli spiriti impuri, ossia di aprire il cuore alla luce che Dio infonde loro, senza lasciarsi confondere da voci interne a loro stessi ed esterne, da tante strade, fasulle. È così che si impara ad essere portatori  del suo Vangelo.
Es 19,2-6a; Sal 99; Rm 5,6-11; Mt 9,36 - 10,8
2023
Domenica 18 giugno
Corpus Domini - anno A
Le esigenze del corpo incontrano quelle dello spirito. Mangiare non è soltanto una necessità biologica: ci fa gustare cose buone, ci riconcilia con la vita e con i fratelli. Gesù pane di Vita si offre come forza per gli affaticati, bontà da gustare, legame di comunione. Dice Gesù: “Chi mangia di me dimora in me”. Consumare il Corpo di Cristo e bere il suo sangue ci trasforma in corpi spirituali. Così spirito e corpo si fondono: si completa in noi il sacrificio della croce che si attua nella nostra partecipazione viva alla celebrazione eucaristica.  Nasce così una realtà nuova che si manifesta nell’opera dell’amore: corpo offerto, sangue versato nello scorrere dei giorni. Abbiamo il sacrificio di Cristo, c’è il nostro sacrificio: siamo di fronte al banchetto della Vita eterna!
Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58
2023
Domenica 04 giugno
SS. Trinità - anno A
E' Gesù che ci parla di Dio come Padre, come Figlio e come Spirito che entra in relazione con noi. Dio rivelandosi come Dio Trinitario ci dà l’opportunità di relazionarci con Lui da figli e da fratelli per una comunione spirituale eterna. Dio, Trinità, non sceglie la lontananza ma desidera una vicinanza stretta da Padre e da Figlio e per questo ci costituisce figli nel Figlio Gesù perché nel suo Spirito ci sentiamo uniti a Lui per vivere d’amore e nell’amore. Questa è la Festa che ci invita ad approfondire il mistero di Dio, di fronte al quale la mente umana resta ammutolita. Non pretendiamo di capire tutto di Dio; cogliere però qualcosa di Lui, sì! E la conoscenza ce la offre Gesù, il Figlio del Padre in stretta unione con il loro Spirito. Amen
At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
2023
Domenica 28 maggio
Solennità di Pentecoste - anno A
La Pentecoste evidenzia l’azione dello Spirito Santo nella Chiesa, ossia nella vita dei battezzati, attraverso i suoi doni. Negli testo degli Atti lo Spirito Santo viene presentato nel forte impulso che ricevono gli apostoli, i quali si fanno subito araldi delle grandi opere di Dio realizzate in Gesù e riguardanti tutta l’umanità, simbolicamente colte  nella varietà dei popoli radunati a Gerusalemme. Giovanni mostra l’azione dello Spirito come purificazione dai peccati, come partecipazione della stessa vita di Cristo. San Paolo lo indica operante in noi con i carismi donatici, ossia i suoi doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. E noi? Come lo pensiamo lo Spirito di Dio che ci costituisce Tempio Santo di Dio?
At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
2023
Domenica 21 maggio
Ascensione del Signore - anno A

L'Ascensione stabilisce che Cristo Signore ha compiuto in tutto la sua missione e ora può ritornare alla casa  del Padre per attendere tutti noi. Per quaranta giorni si è mostrato come il Risorto dimostrando la stretta unione con la nostra umanità, ora, in Lui, glorificata. Inoltre ha posto fine alla falsa attesa di qualche altro messia. È Lui, il Risorto e nessun altro, il Salvatore. I discepoli ricevono così il mandato di continuare la sua opera. Poiché Cristo non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha dato la fiducia che dove è Lui saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria, dobbiamo sempre avere davanti agli occhi la speranza alla quale ci ha chiamati e quale sarà la nostra eredità tra i santi, il Paradiso.

At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20
2023
14 maggio
VI Domenica di Pasqua - anno A
Ora che Gesù è risorto pensare che si allontani dai discepoli è motivo di tristezza. Gesù li “consola” promettendo un “Consolatore”, lo Spirito Santo, la terza Persona della SS. Trinità. Il risultato di questa speciale vicinanza è la possibilità di attuare i comandamenti di Dio in quanto lo Spirito del Signore abita in noi e agisce con noi. Infatti, nel testo degli Atti cogliamo come lo Spirito continui l’opera di Gesù attraverso Filippo, liberando anche i pagani dalle malattie e dal potere del demonio. Con l’imposizione delle mani da parte degli apostoli, ricevono anch’essi lo Spirito Santo. Inoltre, sempre sostenuti dallo Spirito, tutti possiamo rendere ragione della speranza che è in noi, come ci esorta S. Pietro.
At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21
2023
Domenica 7 Maggio
V Domenica di Pasqua - anno A
Dichiarando “Io sono la via, la verità, la vita” Gesù ci rivela la sua identità e la sua missione. In Lui c’è totalmente l’umanità e la divinità e tale realtà può condurci pienamente alla santità. In Gesù anche noi ci uniamo al Padre: io sono nel Padre e il Padre è in me. Il cristiano punta tutto su Gesù che è garanzia (come afferma Pietro) per “stringersi a Cristo, pietra viva”, in modo da formare un edificio, il tempio di Dio, dove si proclamano le meravigliose opere che il Signore continua a compiere in noi e con noi. In questa luce, la nostra identità è quella di essere nuovo popolo di Dio, comunità redenta abilitata a offrire sacrifici spirituali graditi a Dio.
At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12
2023
Domenica 30 Aprile
IV Domenica di Pasqua - anno A
Domenica chiama del Buon Pastore. Cristo è il buon pastore che conduce alla casa del Padre. Gesù è anche la Porta unica delle pecore, il Tempio vero che mette in comunione con il Padre. È la guida del gregge, pronto a condividere i pericoli e le difficoltà del gregge/discepoli camminando davanti perché lo segua sicuro verso i pascoli erbosi. Il gregge, i discepoli, ascoltando la voce di Cristo sa di non perdersi e di avere la certezza che non sarà Dio a punire, castigare, condannare, ma è il suo peccato cioè il nostro allontanamento da Lui che ci porta a perderci... alla morte. Quindi la Parola di Dio e il nostro ascolto sono le garanzie per non smarrire il cammino e non rischiare di finire nei burroni del male e del peccato e perire.
At 2,14a.36-41; Sal 22; 1Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10
Anno 2023
Domenica 23 aprile
III Domenica di Pasqua - anno A
Un evento che può capitare anche a noi. Il Signore accompagna anche noi e ci offre la sua presenza nella duplice mensa della Liturgia domenicale: nel suo giorno Egli ci annuncia la Parola di vita e spezza il Pane consacrato. Ecco perché la domenica, giorno del Signore, deve corrispondere a giorno per il Signore. È così che costruiamo un sincero rapporto con Cristo che non sarà “lo straniero” incontrato per caso, ma Colui che dà la forza di riconoscerlo come il Risorto. E perché no, anche nella vita di chiunque incontriamo sulla strada dell’esistenza. E in tale modo il Signore ci colma di gioia con la sua presenza di Risorto. Per questo il cuore dei due discepoli “arde” al sentir parlare lo “straniero” che tale non è più al momento dello spezzare il pane. Il loro cuore ora è aperto alla comprensione delle Scritture.
At 2,14a.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35
2023
Domenica 16 aprile
II Domenica di Pasqua - anno A
Gesù riafferma, nell’ottavo giorno, la sua nuova realtà di Risorto. L’o scopo è di affermare che è la domenica il giorno in cui, facendo memoria insieme della risurrezione, noi ci costituiamo come suo corpo, come sua Chiesa. L’assente Tommaso non è altro che l’immagine di quanti si trovano assenti rispetto alle visite del Signore, alle sue sorprese, alle sue proposte. Tommaso rimanda alle difficoltà del credere di noi tutti. Notiamo però come Gesù soddisfi la curiosità e incredulità di Tommaso non con un prodigio personale ma con una nuova apparizione fatta alla presenza degli altri apostoli, ossia in seno alla comunità, alla Chiesa. È nella Chiesa che si incontra e sperimenta il Risorto. La fede “fai da te” non è garanzia di piena comunione con Cristo né con i fratelli. È infatti alla presenza della comunità apostolica che Tommaso afferma: “Mio Signore e mio Dio!”.
At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31
2023
09 aprile
Domenica di Pasqua - anno A
Pasqua! Siamo di fronte alla tomba vuota di Cristo. Può prenderci lo stupore e la meraviglia degli stessi discepoli che videro il sepolcro vuoto e soprattutto lo stesso Gesù Risorto. Allora la risurrezione c’è. Il Cristo condannato e morto sulla croce è ancora visibile con gli occhi fisici, per alcuni, con quelli della fede per tutti noi. Ha ripreso la Vita piena, gloriosa, quella vita che dona a tutti noi. È la festa della nostra fede, del nostro rapporto con Dio. Neghiamo la risurrezione? Vanifichiamo il nostro credo! La festa di Pasqua ci ripropone il fulcro su cui ruota ogni scelta, ogni situazione e ogni momento del nostro esistere. Celebrarla vuol dire ricordarci che nulla andrà mai perduto, che tutto di noi sarà salvato, che nel trascorrere del tempo possiamo sempre sperimentare l’amore di Dio che in Cristo si è sacrificato per redimerci dal peccato. 
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)
2023
02 aprile
Domenica delle Palme - anno A
Nonostante l’avvicinarsi della morte Gesù continua ugualmente il suo percorso. La folla lo osanna, lo vuole re, ma come sempre non sa cosa dice… segue l’onda di chi urla più forte. Sarà così anche quando si griderà “Crocifiggilo”.  Gesù, consapevole, non si sottrae e il dolore non genera rabbia e odio, come potrebbe capitare a noi, solo invocazione e affidamento al Padre. Egli sa che sta compiendo l’opera per cui il Padre l’ha inviato. Le nostre convinzioni, invece, spesso si fissano solo sulla nostra volontà. Facciamo fatica ad accettare l’opera di Dio su di noi. Eppure le porte di una Gerusalemme si aprono anche per noi, non solo per la gloria effimera del successo umano ma soprattutto per il compimento del disegno di Dio che ci porta alla Gloria eterna assicurataci da Cristo.
[Ingr: Mt 21,1-11] Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14 - 27,66
2023
26 marzo
V Domenica Quaresima - anno A
Dio non ci abbandona alla morte. L’episodio del ritorno alla vita di Lazzaro è proprio il segno di una potente rivelazione della signoria di Dio e della divinità di Gesù che dichiara di se stesso: “Io sono la risurrezione e la vita”. Chi vive e crede in Cristo Gesù ha la vita, piena e definitiva. La morte non vincerà su di lui. Il credente è associato alla stessa vita di Gesù: certo ci è dato il tempo della prova, della sofferenza, della morte fisica, ma ci è donata anche l’eternità della vita che dimostra la vittoria definitiva sulla morte. Il cristianesimo è tutto apertura alla vita piena e bella con il Signore. Abbiamo un cammino da percorrere che poco alla volta ci dispone a scoprire questa verità che Cristo ci ha portato con la sua presenza e il suo sacrificio. È la quaresima della vita che apre alla Pasqua della vita!
Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45
2023
19 marzo
IV Domenica Quaresima - anno A
La malattia è un castigo di Dio? Ma che male ha fatto per meritarsi questo? Centro del Vangelo odierno abbiamo un cieco dalla nascita che, visto dai discepoli, richiamano su di lui l’attenzione di Gesù, proponendo il quesito di chi sia la colpa del suo male. Noi crediamo che Dio sia buono, ma nello stesso tempo abbiamo paura di lui, come se Dio fosse pronto a colpirci per qualche sua ragione. È importante quindi la risposta di Gesù: “E’ perché in lui siano manifestate le opere di Dio”. La vita di ogni uomo può esprimere sempre l’amore di Dio per lui. Anche nelle situazioni più avverse. E questo amore offre una luce nuova che spalanca gli occhi verso il vero e unico Salvatore con il quale possiamo sempre entrare in dialogo e essere costantemente liberati dalle nostre fragilità e dai nostri peccati.
1Sam 16,1b.4.6-7.10-13; Sal 22; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41
2023
Domenica 12 marzo
III Domenica Quaresima - anno A
Senza Dio siamo come in un deserto senza vita. Non è facile trovare acqua. Ci vuole qualcuno che ce indichi la sorgente  per essere dissetati e allora… L’incontro di Cristo con la samaritana ci svela la vera acqua che disseta, che lava, che rinfresca, che rigenera. È Cristo, che chiedendo un sorso d’acqua dona una sorgente che non si prosciuga più, che rivitalizza le giunture del nostro essere e ci rende capaci di annuncio, di offerta, di testimonianza. Infatti nell’incontro al pozzo non c’è alcuna ammonizione, semplicemente viene messa a nudo la verità. Gesù non chiede nulla, ma le notizie vitali che le ha fatto conoscere la portano a raccontare a tutto il villaggio quell'incontro. Sì, Gesù è stato l'acqua viva che le ha cambiato la vita, ed ora lei è diventata una sorgente. Anche per noi è così?
Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42
2023
Domenica 05 marzo
II di Quaresima - anno A
Dopo la prova del deserto, del digiuno, della tentazione che può allontanarci da Dio Padre, ecco che Gesù si trasfigura e ci porta vicino al Padre, il quale ci incoraggia, ci rassicura, ci dà le coordinate per perseverare nella Fede. Infatti non siamo degli arrivati alla meta: il cammino è irto di difficoltà e l’ascolto della Parola è importante per non cedere. Così la trasfigurazione di Gesù vuole essere una rassicurazione, come a dirci “Ne vale la pena, questa sarà la gloria per tutti i discepoli”. Ecco perché occorre scendere dal monte, affrontare la croce, risorgere. “Alzatevi e non temete” è la parola d’ordine che ci viene rivolta e che siamo chiamati a trasmettere nella certezza che Gesù è il Salvatore.
Gen 12,1-4a; Sal 32; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9
2023
Domenica 26 febbraio
I Domenica Quaresima - anno A

Tutta la vita è una continua lotta contro le tendenze verso il male, ma l’esempio di Gesù ci dimostra come all’uomo è concessa la libertà di scegliere se seguire la via della vita o quella della morte, certi del sostegno della grazia divina. Il testo della Genesi ci ricorda come è avvenuta la caduta dell’uomo e le conseguenze del peccato originale. San Paolo riprende l’episodio della caduta e indica in Cristo il nuovo Adamo che salva l’umanità e le restituisce la dignità perduta. Nel vangelo leggiamo le tentazioni perpetrate dal Demonio a Gesù nel deserto e la sua forza nel superarle. Tale vittoria gli viene dalla fiducia nel Padre. Noi dunque in chi poniamo fiducia per vincere le nostre tentazioni?

Gn 2,7-9; 3,1-7; Sal 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11
2023
Domenica 19 febbraio
VII Domenica Tempo Ordinario - anno A
Perdonare, pregare, non vendicarsi… cose assurde! Eppure il Signore ce le propone come unica via per la salvezza, per trovare pace, per non morire dentro. In effetti, è proprio questo il modo di essere di Dio: «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». La sua essenza è amare senza misura, senza condizionamenti o contraccambi. Per questo, pur chiedendoci di puntare all'amore simile al Suo, continuerà a volerci bene anche quando non porgeremo l'altra guancia, o come quando saremo noi a schiaffeggiare il  prossimo. Egli continuerà a implorarci, per il nostro bene, a imparare da Lui, di credere che è possibile stare dalla sua parte e vivere quanto ci propone.
Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48
2023
Domenica 12 febbraio
VI Domenica Tempo Ordinario - anno A
A volte le parole di Gesù ci risultano troppo esigenti. Riconosciamo gli antichi comandamenti: non uccidere, non rubare, non mentire... Ma evitare di adirarsi, di desiderare, di mascherare la realtà, è decisamente difficile, per non dire impossibile. Eppure, se provassimo a metterci dalla parte di chi subisce il danno, forse potremmo capire l'importanza delle richieste di Gesù. Sì, Gesù «porta a compimento» la Legge antica, recupera il suo senso profondo, la umanizza perché indica come meta un’esistenza priva di violenza, fisica o verbale che sia; un’esistenza giusta, rispettosa, trasparente. Che bello sarebbe poter camminare senza guardarsi alle spalle, senza timori e paure. La “presenza” del Signore nella nostra vita può aiutarci in questo nostro desiderio. In fondo è anche il Suo desiderio!
Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37
2023
Domenica 5 febbraio
V Domenica Tempo Ordinario - anno A
Essere sale e luce nel mondo! Due immagini bellissime da rapportare alla nostra vita, spesso insipida e poco luminosa. Eppure il Signore conta molto su di noi. Ci vorrebbe tutti  capaci di corrispondere appieno alla sua Parola, al suo stie di vita. Noi ribattiamo che è impossibile e quindi ci adagiamo nel torpore della mediocrità e dell’apatia. Ci focalizziamo maggiormente su divisioni e battaglie, e dimentichiamo i progressi dell’umanità in favore del bene comune. Come cristiani, quindi, non possiamo sederci. Chi ci ha preceduto ce lo insegna. Siamo così chiamati a essere anche noi dei “primi” capaci di gesti concreti di bene. Isaia attesta che questo è il vero culto a Dio: «se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore allora brillerà fra le tenebre la tua luce».
Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16
2023
Domenica 29 gennaio
IV Domenica Tempo Ordinario - anno A
La Parola di Cristo Gesù è qualcosa di nuovo. Nell’AT la benedizione o la maledizione dipendevano dall’abbondanza dei beni materiali. Con Gesù, invece i beati sono “i poveri in spirito”, quelli che sanno mettersi davanti a Dio e da Lui si lasciano guidare. La novità ci viene indicata anche dal profeta Sofonia: mentre da un lato l’ira di Dio divampa sui corrotti, dall’altro fa avanzare il popolo degli umili e dei poveri. San Paolo non è meno esplicito: Dio sceglie coloro che sono deboli, ignobili e disprezzati per renderli sapienti e forti in Cristo. È l’indicazione evangelica: Dio invia il Figlio per realizzare la città dei giusti, coloro che non fondano la propria esistenza sulle sicurezze umane, ma specchiandosi nel nuovo messaggio delle beatitudini si fidano di Lui, e nel proprio cuore fanno spazio ai fratelli.
Sof 2,3; 3,12-13; Sal 145; 1Cor 1,26-31; Mt 5,1-12a
Anno 2023
Domenica 22 gennaio
III Domenica Tempo Ordinario - anno A
Lo sperimentiamo e comprendiamo: le tenebre sono simbolo di male e di prova, mentre la luce segnala la presenza di Dio che accompagna ogni creatura nella Vita. I testi di questa domenica ci parlano di una grande luce che si è levata sulle tenebre procurate dal male del demonio e dell’uomo e le ha eliminate distruggendole. Cristo è la luce e i suoi discepoli sono illuminati da tale luce al punto che lasciano tutto e la seguono... seguono Cristo. Tutti siamo chiamati verso questa Luce e, illuminati da essa, comprendiamo chi è Gesù e chi siamo noi: figli del Padre, chiamati a vincere il male in noi e attorno a noi e conquistare con la nostra testimonianza altri uomini e donne perché rimangano affascinati dalla persona del Cristo Gesù che si avvale del nostro apporto perché i suoi discepoli siano sempre di più.
Is 8,23b - 9,3; Sal 26; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23
Anno 2023
Domenica 15 gennaio
II Domenica Tempo ordinario - anno A
ll racconto evangelico sembra sia sostenuto da due verbi: “Ho visto e ho reso testimonianza”. Giovanni è una voce che grida, è lo sguardo di chi ha visto e che addita agli altri “l’Agnello di Dio”. E i discepoli di Giovanni diventano discepoli di Gesù! Attraverso la testimonianza del Battista oggi la Parola di Dio ci conduce alla conoscenza di Gesù: Egli è colui che compie le opere che il Padre gli ha dato da compiere; dice le parole che il Padre gli ha ordinato di dire, offre la vita e la riprende per ubbidire al Padre. Giovanni insegna che per essere testimoni bisogna saper vedere. Occorre incontrare il Signore e riconoscere che Lui è un dono e che attraverso noi deve arrivare agli altri. Così si è pienamente discepoli, testimoni. Potremmo obiettare che noi “non vediamo”. Possiamo vedere, ma con gli occhi della fede! Sono questi che sprigionano la luce che lo stesso Signore ci ha già donato.
Is 49,3.5-6; Sal 39; 1Cor 1,1-3; Gv 1,29-34
Anno 2023
Domenica 8 gennaio
Battesimo di Gesù - anno A
Il Battesimo di Gesù, va considerato come la terza solenne manifestazione di Gesù: a Natale, all’Epifania, oggi. Con il Battesimo si attesta che Egli è veramente Colui che è stato inviato da Dio. Con il Battesimo la stessa SS. Trinità, proclama la ragione e la missione per cui il Figlio si è incarnato: inserirci nel suo progetto di redenzione, renderci consapevolmente suoi discepoli, rinnovare l’umanità offrendo una speranza unica che ci salva dall’interno del nostro essere. Con il Battesimo cogliamo, da una parte, la via dolorosa indicata dalla citazione del servo sofferente nella prima lettura e, dall’altra, la voce dal cielo che si compiace per il Figlio obbediente che ha assunto su di sé il peso del peccato dell’umanità e, nello stesso tempo, libera questa umanità da una rottura definitiva con Dio. In Cristo tutto trova, unità, armonia, conciliazione!
Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17
Anno 2023
Domenica 01 gennaio
Solennità Madre di Dio - anno A
Ci viene rivolta, oggi, una benedizione speciale che è la rivelazione dell’amore di Dio per il suo Popolo. Esprime infatti protezione e pace. S. Paolo testimonia che questa preghiera ha il suo compimento in Gesù, Figlio di Dio nato da donna, il quale, con il dono dello Spirito Santo, ci fa veri figli di Dio e suoi eredi. Questa donna è Maria, cui compete il titolo di Madre di Dio, in quanto alla natura umana. È grazie a lei che abbiamo ricevuto l’Autore della Vita, cioè Colui che ci ha riscattato dal peccato e ci ha ricollocati nella figliolanza con Dio. Così pure la giornata mondiale della pace non può tenerci lontano dallo sguardo di Maria. Anche Lei desidera che viviamo nella pace, che il volto del Padre risplenda in noi, che la nostra vita sia un costante “sì” sulla strada di Suo Figlio che contempliamo ancora nel mistero del Suo Natale. 
Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
Anno 2022
Domenica 25 dicembre
Santo Natale - anno A


A Natale risuona sempre l'espressione centrale del Prologo di Giovanni: "E il Verbo di fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Traducendo meglio potremmo dire "pose la sua tenda in mezzo a noi". Il “porre” indica stabilità, presenza sicura. È la promessa che si compie. Dio non si fa carne semplicemente per stare in mezzo a noi, ma per abitare con noi. Garantisce così la sua perenne presenza. Sì, Gesù viene per stare e per indicarci una meta sicura, che non è sulla terra ma in cielo. Ecco perché occorre anche considerare che la nostra vita non si realizza totalmente sulla terra ma in cielo e lì siamo incamminati. E il Natale di Gesù ci richiama questa verità: vivere bene, in armonia sulla terra per assicurarci la gioia eterna in cielo. A Natale Cristo ri-nasce in noi perché noi nasciamo e viviamo in Dio fin da subito, dal nostro oggi che stiamo vivendo. Auguri! 

Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
Anno 2022
Domenica 17 dicembre
IV Domenica di Avvento - anno A
La nascita di Gesù rimane pur sempre un mistero. Eppure  la sua storia non è una favola. Egli si è fatto uomo per condividere la nostra condizione umana e così rivelarci e donarci il suo infinito amore che è perdono, comunione, salvezza. Maria e Giuseppe, nella loro apertura di cuore si sono resi disponibili all’impensabile e sorprendente, scoprendo così che la loro vita entrava in un disegno misterioso che, nell’obbedienza, avviava il compimento del progetto salvifico di Dio. Entrambi, quindi, illuminati dalla grazia di Dio dimostrano di aver accolto la Parola prima ancora che si facesse carne. In essi c’è la disponibilità ad assecondare una volontà che non esprime la loro ma che porta al senso della vita di tutta l’umanità: camminare verso l’incontro con Dio che costantemente si offre a noi accompagnandoci nella nostra quotidiana esistenza.
Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24
Anno 2022
11 dicembre
III Domenica di Avvento - anno A
La terza domenica di avvento è caratterizzata dal tema della gioia per l’imminenza del S. Natale.  È il desiderio per una gioia ricercata con nostalgia, e che desideriamo anche testimoniare e donare. Come trovarla? Con la memoria e la consapevolezza di quanto Dio ha già fatto e continua a compiere nella vita dell’umanità. Gesù inaugura la vita della gioia perché Egli c’è. Così ogni creatura costituisce la quotidiana nuova realtà a cui annunciare la buona novella del Regno dell’Amore. Ma può capitare che questa gioia ricercata e da offrire ci trovi comunque delusi perché si è cercato o atteso là dove non c’è. Allora siamo chiamati a cercarla in Dio, con pazienza e cura, per poi farla brillare con la nostra vita, con lo stupore e lo splendore di coloro che sono stati illuminati e avvolti dalla luce e dall’amore del Figlio Gesù che viene incontro a noi.
Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11
Anno 2022
04 dicembre 2022
II Domenica di Avvento - anno A
Il Vangelo di Matteo, che ci accompagnerà in questo nuovo anno liturgico, sottolinea la missione di Gesù che consiste nel “battezzare in Spirito Santo e fuoco”, ossia purificare e santificare. Giovanni Battista anticipa e prepara questa missione di Gesù. Il riferimento alla scure e al ventilabro indicano il destino finale espresso dalla separazione tra il grano e la pula: il grano verrà posto nel granaio, la pula subirà il fuoco distruttivo. Pertanto nessuno di noi si può crogiolare nelle proprie sicurezze, come pensavano i farisei e i sadducei, che facevano affidamento sul nome di Abramo. Ogni essere umano si trova agli stessi blocchi di partenza, quelli del peccato, per cui nessuno può sottrarsi dal fare la propria parte con una sincera conversione che faccia cadere ogni barriera che ci separa da Dio e puntare a imitare Cristo che ci accoglie senza alcun pregiudizio e distinzione.
Is 11,1-10; Sal 71; R,m 15,4-9; Mt 3,1-12
Anno 2022
27 novembre 2022
I Domenica di Avvento - anno A
Avviamo un nuovo anno liturgico che si apre, come sempre, all’insegna di un nuovo atteggiamento di speranza. Il Signore giungerà! Non conosciamo i tempi e i modi di questo ritorno, ma non possiamo dubitare della promessa: la venuta di Cristo Risorto, alla fine dei tempi, porta a compimento l’opera della Redenzione. Allora dobbiamo stare desti. Attendere e vegliare sono le due facce di un unico atteggiamento trepidante, fiducioso e operoso. Per il cristiano che aspetta l’Atteso il suo arrivo rappresenta una gioia grande, ha un significato speciale. L’attendere anima la speranza, ci sprona a dare un senso al tempo e alla vita terrena. Significa mettere attenzione affinché le distrazioni, le preoccupazioni e ciò che è smodatezza (le opere delle tenebre) non ci distolgano dall’obiettivo: l’incontro con il Signore, sull’alto monte, verso cui stiamo camminando.
Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44
Anno 2021/2022 - C
20 novembre 2022
XXXIV Domenica T.O. - Cristo Re - anno C
Abbiamo uno strano Re noi cristiani! Seguiamo un Signore che non si erge su un trono per essere riverito e servito ma per insegnarci a come risultare fratelli, riconoscerci figli dello stesso Padre, collaboratori della Sua opera salvifica portata a compimento sul trono della croce. Il nostro Dio non mercanteggia l’amore, il perdono, la misericordia… ci dona tutto gratuitamente, anche la Sua stessa vita. Sulla croce, il Suo trono regale, Cristo ci invita a guardare a Lui per imparare, per incoraggiarci a non lasciarci andare all’amarezza deludente, ma a credere che dalla croce anche noi possiamo “regnare”, ossia essere vincitori sulle nostre debolezze, sulla nostra presunta superiorità. Il Signore va oltre i limiti umani e ci dà la forza necessaria per metterci sulla strada che Egli ha percorso e in questo modo anche noi collaboreremo affinché il Suo Regno non sia utopia ma certezza di salvezza.
2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43
2022
13 novembre 2022
XXXIII Domenica Tempo Ordinario - anno C

Avvicinandoci alla fine dell'anno liturgico siamo esortati a volgere lo sguardo su ciò che resta, confrontando la realtà passeggera e finita con quella eterna e senza fine. A questo mirano i discorsi degli ultimi tempi di Gesù riportati dai Vangeli. Non sono minacce per impaurirci, ma descrizioni della realtà profonda delle cose, viste dalla parte di Dio: «Tutto passa, Dio solo resta». È per questo che siamo invitati a non rimanere turbati dagli eventi drammatici che si succedono lungo la storia: infatti, tutta la storia corre incontro al Signore che viene a giudicare il mondo, cioè a fare verità su di esso. Gesù non da le coordinate sulla "fine del mondo", come alcune sette pretendono di fare, ma sul “fine” del mondo, che è quello del Regno di Dio. È qui siamo chiamati a rendere testimonianza: volgendo lo sguardo all'unico Signore della storia, Cristo risorto, sappiamo che neppure un capello del capo perirà.
Ml 3,19-20a; Sal 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19
Anno 2022
Domenica 06 Novembre
XXXII Domenica Tempo Ordinario - anno C
Quante volte mettiamo alla prova il Signore! Così i sadducei, tradizionalisti, pensano di mettere in difficoltà il Signore ponendogli un caso paradossale. Essi non credono alla risurrezione, e la considerano anche inutile. Così sottopongono a Gesù una domanda inerente a una donna che ha avuto sette mariti: di chi sarà moglie una volta risorta? Gesù, che crede alla risurrezione, esce dalla trappola: cita la Scrittura e parla dei patriarchi come di persone vive: Dio si presenta a Mosè nel roveto come il Dio dei vivi, non dei morti. Noi siamo definitivamente morti quando ci dimentichiamo della verità di Dio. Quando usiamo la Scrittura per confermare le nostre convinzioni. Quando pensiamo di poter mettere in difficoltà Dio. Il nostro Dio è il Dio della Vita e quindi dei vivi che siamo noi che su questa terra ci prepariamo ad una eternità donataci e accolta con fede. 
2Mac 7,1-2.9-14; Sal 16; 2Ts 2,16 – 3,5; Lc 20,27-38
Anno 2022
Domenica Ottobre 30
XXXI Domenica Tempo Ordinario - anno C
Zaccheo è un uomo solo. La sua posizione lo fa considerare  un pubblico peccatore. Incuriosito dalla fama di Gesù vuole vederlo, ma è costretto ad arrampicarsi su di un sicomoro. Non si aspetta certo di essere visto da Gesù e di averlo ospite in casa. Zaccheo scende e lo accoglie, confuso e pieno di gioia. Gesù non gli chiede nulla, solo di essere accolto. E quest'assenza di giudizio, questa compassione, questo amore sincero lo scioglie: Zaccheo si converte, restituirà i soldi rubati, donerà il restante ai poveri. Che gli importa, ora? Ha il tesoro più prezioso: l'amicizia e l'amore di Dio. Impariamo anche noi a comprendere che Dio non pone condizioni al suo amore. Sforziamoci ad anteporre l'amore al giudizio, l'accoglienza alla critica, la speranza alla chiusura. Il Signore non ci ama perché siamo buoni ma, amandoci, ci rende buoni per proiettaci verso la santità.
Sap 11,22 – 12,2; Sal 144; 2Ts 1,11 – 2,2; Lc 19,1-10